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Scrocchiarsi il collo e rischio di ictus ischemico: cosa dicono i neurologi

Diversi studi hanno indagato sulla correlazione tra ictus ischemico e la manovra di scrocchiarsi il collo, sia in autonomia che col supporto di un esperto. Cosa dicono gli esperti e qual è l’effettivo rischio.
A cura di Andrea Centini
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Sebbene sia estremamente raro, scrocchiarsi il collo da soli o col supporto di un operatore sanitario può causare un ictus ischemico, in genere a seguito di una lesione chiamata dissezione dell'arteria vertebrale. Al di là degli incidenti balzati agli onori della cronaca internazionale, come quelli del 28enne Josh Hader e della 23enne Natalie Kunicki che sono andati incontro all'ictus dopo essersi stirati e scrocchiati il collo, in letteratura scientifica sono stati indagati diversi casi clinici – non moltissimi, in realtà – e si è giunti alla conclusione che una correlazione è possibile. Anche se si tratta di episodi davvero molto rari, soprattutto a seguito di manovre di manipolazione del collo eseguite da fisioterapisti e chiropratici. Basti sapere che nello studio “The risk associated with spinal manipulation: an overview of reviews” condotto da scienziati danesi dell'Ospedale Universitario di Copenhagen è stato determinato che l'incidenza di ictus ischemico a seguito di tali procedure, in genere eseguite per ridurre il dolore al collo, è compresa tra 1 caso ogni 20.000 trattamenti e 1 ogni 250.000. Numeri che sottolineano la sicurezza di tali manovre, pur non essendo assoluta. A tal proposito, in Italia è diventata virale la manovra eseguita da un osteopata al conduttore di Unomattina Massimiliano Ossini. Ma perché scrocchiarsi il collo può portare a un ictus?

Innanzitutto è doveroso sottolineare che quando il collo, le dita e altri elementi articolari scrocchiano, ciò che sentiamo non è un rumore prodotto dalle ossa o dai legamenti, bensì dalla rottura di piccole bolle di gas che si formano nel liquido sinoviale, un fluido che permea le articolazioni per rendere morbidi e fluidi i movimenti. Il cambiamento di pressione del liquido dovuto ai movimenti innesca la formazione di queste bolle, che possono rompersi naturalmente oppure essere agevolate con determinate manovre. Nel collo si generano quando allunghiamo o stiriamo i legamenti e possono essere rotte per alleviare la tensione, la rigidità e il dolore. Non a caso, come spiegato in un articolo pubblicato su The Conversation dalla professoressa Christine Roffe, docente di medicina dell'ictus presso la l'Università di Keele (Regno Unito), far scrocchiare il collo è una manovra di manipolazione spinale che chiropratici e fisioterapisti eseguono per alleviare il dolore al collo. In genere “si ritiene comunemente che i suoni indichino una procedura riuscita”. Come evidenziato, tuttavia, queste manovre non sono totalmente prive di rischi.

La professoressa Roffe spiega infatti che scrocchiare il collo può causare una piccola lacerazione di una delle due arterie vertebrali, portando alla formazione di coaguli di sangue che a loro volta possono ostacolare o bloccare il flusso sanguigno a una parte del cervello, fino a innescare l'ictus ischemico. “Le due arterie vertebrali (arterie principali del collo) si uniscono per formare l'arteria basilare che fornisce sangue alla parte posteriore del cervello. Sono vulnerabili alle lesioni dovute alla rotazione e alla flessione del collo, poiché attraversano i canali ossei nei bracci laterali delle vertebre e vengono allungate quando il collo viene girato”, spiega la scienziata. “L'abitudine di schioccare il collo può indebolire i legamenti che tengono insieme le articolazioni tra le vertebre, consentendo movimenti più ampi del collo e rendendo le arterie più vulnerabili alle lesioni”, ha chiosato l'esperta.

In alcuni casi di cronaca, come quello del 28enne Josh Hader, l'ictus si è manifestato immediatamente, subito dopo essersi scrocchiato il collo aiutandosi con una mano. Ha subito sentito un intorpidimento da una parte del corpo ed è rimasto semiparalizzato, perdendo la capacità di camminare. I medici del Mercy Hospital di Oklahoma City gli hanno diagnosticato l'ictus proprio a causa della rottura dell'arteria vertebrale. Secondo la professoressa Goffe non sarebbe stato l'evento in sé a scatenare l'ictus immediato, dato che per la formazione di un coagulo di sangue e successiva ostruzione ci vorrebbe un po' di tempo; l'esperta spiega che la lesione era sicuramente già presente (il giovane aveva infatti dolori al collo da settimane) e la manovra ha solamente fatto precipitare una situazione di danno già presente. “Lo scrocchio del collo può causare ictus, soprattutto se fatto regolarmente. Ma, secondo le attuali conoscenze, il rischio di un ictus è minimo. Mentre i suoni dello scrocchio nel collo durante la normale attività fisica non sono nulla di cui preoccuparsi, è meglio evitare di scrocchiare il collo abitualmente”, ha concluso l'esperta.

Intervistato su quanto accaduto a Josh Hader, il neurologo George Harris dell'ospedale Johnston-Willis – HCA Healthcare Virginia ha sottolineato che lo scrocchiarsi il collo possa essere una causa diretta di ictus è un'idea remota, essendo tale eventualità estremamente rara. “Mi preoccuperei di più del fatto che fumare sigarette o ordinare patatine fritte in più rappresentino un rischio maggiore di ictus rispetto allo schioccare il collo”, ha commentato sarcasticamente il medico, facendo riferimento ai principali fattori di rischio di ictus (colesterolo alto, ipertensione e appunto, vizio del fumo). Il professor Harris ha sottolineato che la lacerazione dell'arteria vertebrale può verificarsi sotto sforzo muscolare, ad esempio nei body builder o in chi ha un colpo di frusta dopo un incidente d'auto, ma è comunque un evento raro. Il 28enne doveva avere una precondizione quasi da “tempesta perfetta” prima di scrocchiarsi l'osso del collo, la miccia che lo ha portato all'ictus. Non tutti gli studi sono giunti a conclusioni definitive sull'associazione tra manovre di manipolazione spinale e ictus (o colpo apoplettico), ma seppur estremamente basso tale rischio non è da escludere a priori.

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