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Miracolo di Gesù descritto in un antico papiro appena decifrato: cos’è la vivificazione dei passeri

Due ricercatori hanno decifrato il frammento di un antico papiro scritto in greco, nel quale è trattato un miracolo di Gesù fatto da bambino, la “vivificazione dei passeri”. Il manoscritto è la più antica copia mai rinvenuta del Vangelo dell’infanzia di Tommaso.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Biblioteca statale e universitaria di Amburgo
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I ricercatori hanno decifrato un antichissimo papiro nel quale ci sono riferimenti a un miracolo fatto da Gesù quando era ancora un bambino. Si tratta del più antico manoscritto relativo al Vangelo dell’infanzia di Tommaso, datato attorno al IV – V secolo dopo Cristo. I ricercatori ritengono che l'opera originale fu scritta nel II secolo d.C., mentre quella più antica arrivata ai giorni nostri, fino alla nuova scoperta, era datata IX secolo d.C.. Grazie allo studio del frammento di papiro, custodito a lungo nella Biblioteca statale e universitaria "Carl von Ossietzky" di Amburgo, in Germania, è stato dunque fatto un balzo all'indietro di quattro o cinque secoli. Ciò significa che il testo fu scritto molto più a ridosso dell'opera prima e soprattutto agli “albori del cristianesimo”, per questo è ritenuto molto importante dagli scienziati.

È doveroso ricordare che il Vangelo dell’infanzia di Tommaso fa parte dei vangeli apocrifi (dal greco, “nascosti”), testi nei quali si parla di Gesù ma che non rientrano ufficialmente nella dottrina cristiana, di fatto perché ritenuti scarsamente affidabili dalla Chiesa. Non a caso non sono inclusi nella Bibbia, che è composta da decine di libri (66) scritti in oltre mille anni di storia da numerosi autori, da prima della nascita di Cristo fino agli albori della Chiesa cristiana. Sebbene oggi non siano riconosciuti come autentici o comunque validi, un tempo i vangeli apocrifi avevano molto seguito – in particolar modo nel Medioevo -, pertanto restano documenti significativi per comprendere la religione cristiana nel suo complesso.

Credit: Biblioteca statale e universitaria di Amburgo
Credit: Biblioteca statale e universitaria di Amburgo

Come indicato, il frammento di papiro era conservato da tempo in una biblioteca tedesca, ma fino ad oggi non era stato studiato a fondo poiché considerato di poco interesse storico. Si riteneva infatti potesse essere uno scambio epistolare privato o addirittura una lista di compere. A riabilitarlo gli studi di due papirologi, i professori Lajos Berkes e Gabriel Nocchi Macedo, rispettivamente dell’Istituto per il Cristianesimo e l’Antichità dell'Università di Berlino Humboldt (Germania) e dell’Università di Liegi (Belgio). Il frammento, di pochi centimetri, contiene tredici righe scritte in greco con circa dieci lettere per ciascuna di esse. Dall'analisi sono riusciti a identificare le parole "Gesù", "canto" e "ramo"; mettendo il testo in corrispondenza con altri manoscritti paleocristiani disponibili in un vasto database digitalizzato, si è capito che si trattava proprio del Vangelo dell’infanzia di Tommaso. La grafia incerta e irregolare, un elemento che ha contribuito a far snobbare a lungo il frammento, secondo gli studiosi ha una ragione ben precisa: probabilmente si trattava infatti di un lavoro di copia presso una scuola o un monastero; in pratica, un esercizio di scrittura di un testo religioso da parte di uno studente.

Ma di cosa parla esattamente il manoscritto? Dalle poche parole disponibili, gli studiosi hanno trovato i riferimenti al secondo miracolo di Gesù da bambino trattato nel Vangelo dell’infanzia di Tommaso, quello della “vivificazione dei passeri”. Stando al racconto, il piccolo Gesù si trovava sulla sponda di un fiume a giocare con l'argilla, creando con il materiale fangoso dei piccoli uccelli. Rimproverato da Giuseppe per aver fatto una cosa del genere in un giorno in cui non avrebbe dovuto, Gesù reagì battendo le mani e dando vita ai passeri di argilla, che secondo il testo spiccarono il volo allontanandosi dal fiume.

I vangeli apocrifi contengono diverse storie fiabesche del medesimo tenore, oltre a racconti più epici. Come indicato, non sono considerate affidabili dalle autorità ecclesiastiche. Ciò, tuttavia, non toglie il fascino alla scoperta di questo manoscritto del IV o V secolo dopo Cristo, la più antica testimonianza del Vangelo di Tommaso scritto non molto tempo dopo la morte di Gesù. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Papyrology and Epigraphy.

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