Scoperto mondo perduto in Antartide sotto 500 metri di ghiaccio: brulica di vita
In Antartide, sotto 500 metri di ghiaccio, è stato scoperto uno spettacolare mondo perduto pieno di vita. Gli scienziati stavano conducendo uno studio per verificare l'impatto dei cambiamenti climatici nell'area, quando gli strumenti – calati in un gigantesco foro creato nella piattaforma ghiacciata – sono stati letteralmente circondati da uno “sciame” di piccoli crostacei, molto simili a gamberetti. I ricercatori si aspettavano tutto tranne che scoprire un ecosistema vivo e pulsante, del quale dinamiche ed equilibri ecologici sono totalmente sconosciuti.
L'incredibile scoperta è avvenuta ad alcune centinaia di metri di distanza dalla Ross Ice Shelf, la più grande piattaforma di ghiaccio antartica, con un'estensione paragonabile a quella della Francia (nel 2013 occupava un'area di oltre 500mila chilometri quadrati). Gli scienziati sapevano da tempo che sotto questo ghiaccio si cela una fitta rete di laghi e fiumi d'acqua dolce, ma è un ambiente tutto da esplorare. Il "mondo perduto" è stato individuato nel cuore di un possibile estuario che si apre nel Mare di Ross.
Il primo a scoprire il potenziale estuario è stato il professor Huw Horgan, docente di glaciologia geofisica presso il Centro di ricerca antartico di Te Herenga Waka dell'Università Victoria di Wellington (Nuova Zelanda), oltre che leader della spedizione. Lo studioso mesi prima stava analizzando le immagini satellitari della Ross Ice Shelf, quando si è imbattuto in una curiosa spaccatura che poteva essere l'indizio di un estuario. “Osservare e assaporare questo fiume è stato come entrare per primi in un mondo nascosto. Sulla superficie della piattaforma di ghiaccio c'è una piccola valle che serpeggia fino alla costa”, ha dichiarato il dottor Horgan in un comunicato stampa. “Sotto questo, c'è una caverna simile a una cattedrale, alta centinaia di metri, brulicante di vita. Tutto questo celato sotto la vasta piattaforma di ghiaccio. È stata una spedizione incredibilmente emozionante per la rara opportunità che offriva di studiare questo tipo di ambiente. Abbiamo lasciato lì strumenti che dovrebbero fornire osservazioni per gli anni a venire”, ha aggiunto l'esperto.
Gli animali avvistati sono anfipodi, un ordine di crostacei parenti di gamberi, granchi e aragoste che gioca un ruolo estremamente significativo nella catena alimentare. Gli esemplari osservati, probabilmente appartenenti a una specie già nota alla scienza, hanno una lunghezza di 5 millimetri. I ricercatori avevano praticato altri fori sulla piattaforma ghiacciata e quando hanno calato gli strumenti nel mondo perduto credevano che ci fosse qualche problema tecnico. Solo quando la messa a fuoco è migliorata hanno capito che le telecamere erano circondate e "disturbate" dagli animaletti. L'avvistamento è stato colto con genuino entusiasmo dagli esperti: “Saltavamo su e giù perché avere tutti quegli animali che nuotavano intorno alla nostra attrezzatura sta a significare che c'è chiaramente un ecosistema importante lì”, ha dichiarato il dottor Craig Stevens, oceanografo fisico presso il National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA) della Nuova Zelanda.
Gli studiosi hanno raccolto campioni d'acqua per condurre indagini di laboratorio ad hoc, andando “a caccia” del DNA delle specie coinvolte nell'ecosistema. Secondo gli esperti, infatti, gli anfipodi avvistati sono solo una componente di questo habitat e devono capire anche con cosa si alimentano. Gli strumenti lasciati sul posto raccoglieranno informazioni su temperatura, flussi d'acqua, pressione e altre caratteristiche chimico fisiche, utili a descrivere meglio l'ambiente.
Antartide e Artide sono particolarmente colpiti dai cambiamenti climatici e i loro ecosistemi sono tra i più minacciati del pianeta, con numerose specie – come gli orsi polari e i pinguini imperatore – che rischiano di estinguersi entro il 2100 se non fermeremo le emissioni di gas serra. Conoscere meglio questi ecosistemi può aiutarci a prevedere le conseguenze sull'ambiente polare e a proteggerlo.