Scoperto il meccanismo che rende il tumore del pancreas così aggressivo e mortale: può essere colpito

I ricercatori hanno scoperto un meccanismo biologico che rende il tumore del pancreas uno dei più subdoli, aggressivi e letali, la possibile chiave che potrebbe portare a innovativi trattamenti terapeutici per i pazienti. I sintomi di questa malattia oncologica, purtroppo, molto spesso diventano evidenti quando ormai è a uno stadio avanzato, ovvero quando si è diffuso in altre parti dell'organismo, divenendo molto più difficile da combattere. Non a caso si tratta della forma di cancro con la più elevata mortalità a 1 anno dalla diagnosi; la sopravvivenza è appena del 34 percento negli uomini e del 37,4 percento nelle donne, secondo i dati dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC). L’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM) indica che a cinque anni dalla scoperta la sopravvivenza scende all'8 percento, mentre a 10 anni c'è un ulteriore crollo al 3 percento. Sapere cosa rende questo tumore così difficile da trattare può dunque rappresentare una speranza per i circa 15 mila nuovi pazienti che ogni anno in Italia ricevono la terribile diagnosi.
A scoprire il meccanismo biologico chiave dell'aggressività del carcinoma pancreatico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati spagnoli del Biomedical Research of Barcelona-Spanish National Research Council (IIBB-CSIC) di Barcellona, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molteplici istituti. Fra quelli coinvolti il Centro Schulze per nuove terapie – Dipartimento di oncologia della Mayo Clinic, il Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas di Buenos Aires, l'Instituto de Biología y Medicina Experimental (CONICET), il Caixa Research Institute e altri. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Pilar Navarro del Cancer Molecular Targets Research Group presso l'Hospital del Mar Research Institute e dell'IIBB-CSIC, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto diverse tipologie di analisi su campioni di tessuto tumorale donati da pazienti affetti da adenocarcinoma duttale pancreatico. I ricercatori si sono concentrati principalmente sulla proteina galectina-1, che in precedenti studi aveva già dimostrato il suo ruolo nel catalizzare i processi oncologici.
Uno dei motivi che rende così difficile attaccare il tumore del pancreas risiede nel peculiare microambiente tumorale, che gli scienziati chiamano stroma. In parole semplici, si tratta di un tessuto denso composto da proteine, cellule cancerose e non cancerose che crea una sorta di rete “impenetrabile” che rende difficile l'attacco da parte dei farmaci, catalizzando altresì la resistenza ai trattamenti. Tra le cellule non tumorali dello stroma figurano i fibroblasti, che con la loro azione non solo ostacolano i farmaci, ma favoriscono anche la crescita tumorale e la proliferazione delle metastasi. Tra le proteine più importanti in questi meccanismi aggressivi vi è proprio la galectina-1. Fino ad oggi i ricercatori credevano che questa proteina fosse solo prodotta esternamente dai fibroblasti dello stroma; grazie al nuovo studio è stato scoperto che essa è presente anche nel nucleo di queste cellule. Ciò significa che non è sufficiente inibirla sullo stroma, ma anche all'interno dei fibroblasti, se si vuole interrompere la sua azione cancerogenica. Questa proteina che si lega ai glicani viene espressa in modo significativo dalle cellule stellate pancreatiche (PSC) ed è in grado di regolare a sua volta l'espressione di alcuni geni oncogenici (come il KRAS) che sono strettamente coinvolti nella crescita dei tumori del pancreas.
“Finora, gli sforzi si sono concentrati sull'inibizione della galectina-1 secreta dallo stroma che circonda il tumore. Ora, ci rendiamo conto che dobbiamo anche bloccare la proteina all'interno dei nuclei dei fibroblasti. Dobbiamo trovare nuovi inibitori che agiscano all'interno dei fibroblasti, non solo sulla proteina che secernono”, ha affermato in un comunicato stampa la coautrice dello studio Neus Martínez-Bosch. “Lo stroma è considerato una componente chiave della natura aggressiva del cancro al pancreas, poiché interagisce con le cellule tumorali, le protegge e ostacola l'azione dei farmaci. Inoltre, le cellule stromali, in particolare i fibroblasti, producono sostanze che supportano la crescita e la disseminazione del tumore”, le ha fatto eco la dottoressa Navarro. Ora sappiamo che la galectina-1 è presente anche all'interno dei fibroblasti e i ricercatori hanno a disposizione un nuovo bersaglio terapeutico. Inibendola in test in vitro, è stato infatti osservato che le cellule che favoriscono la crescita tumorale vengono “disattivate”. L'obiettivo è mettere a punto strategie terapeutiche in grado di colpire la Galectina-1 sia fuori che dentro le cellule, aprendo una crepa nello scudo generato dallo stroma. I dettagli della ricerca “Nuclear Galectin-1 promotes KRAS-dependent activation of pancreatic cancer stellate cells” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.