Scoperto il punto debole dei batteri resistenti agli antibiotici: come può essere utilizzato per eliminarli
I batteri resistenti agli antibiotici sono una minaccia per la salute mondiale. Presente e futura: già oggi infatti solo in Italia causano circa 10.000 decessi all'anno, ed entro il 2050 potrebbe diventare secondo l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, la prima causa di morte nel Paese, superando anche i decessi dovuti al cancro. Vi lasciamo qui un nostro approfondimento sulle fonti che ci espongono agli antibiotici e di cui spesso non siamo consapevoli.
L'emergenza sanitaria dovuta all'antibiotico-resistenza non riguarda solo l'Italia, ma tutto il mondo, ecco perché è fondamentale trovare strategie in grado di contrastare il problema. Una di queste potrebbe essere stata appena scoperta da un gruppo di ricercatori spagnoli e statunitensi guidati dall'Università della California di San Diego, che studiando come proliferano i batteri resistenti agli antibiotici potrebbero aver individuato il loro tallone d'Achille.
Come funziona l'antibiotico-resistenza
I ricercatori hanno iniziato a lavorare sui meccanismi di sopravvivenza dei batteri resistenti per provare a rispondere a una domanda: come mai pur avendo questo vantaggio i batteri mutanti non prevalgono sugli altri non resistenti? A rigor di logica, in virtù del loro privilegio, i batteri resistenti dovrebbero infatti dominare su quelli che non hanno sviluppato questa caratteristica, eppure questo non succede.
Trovare la risposta a questa domanda ha permesso ai ricercatori di capire anche un meccanismo chiave dell'antibiotico-resistenza: questa ha infatti un costo fisiologico importante che potrebbe essere utilizzata come bersaglio in una futura strategia per sconfiggerli nonostante la loro resistenza agli antibiotici.
Scoperto un limite fisiologico alla loro sopravvivenza
I ricercatori si sono concentrati sul funzionamento dei ribosomi, quelle particelle che svolgono la funzione fondamentale per la vita cellulare di leggere le informazioni sulla catena di RNA messaggero e costruire in base a queste le proteine. Bisogna infatti sapere che tutte le cellule necessitano di ioni carichi per sopravvivere, nello specifico i ribosomi utilizzano gli ioni magnesio per stabilizzare la loro struttura.
Tuttavia i ricercatori hanno scoperto che nei batteri che hanno sviluppato resistenza agli antibiotici, i ribosomi sopravvivono con più difficoltà in presenza di bassi livelli di magnesio. Studiando il ribosoma L22 che in alcuni ceppi del batterio Bacillus subtilis li protegge dagli antibiotici, i ricercatori hanno anche visto che questo ribosoma per esplicitare la sua funzione si lega ad atomi di magnesio, ma in questo modo priva il batterio dell'energia necessaria per sopravvivere. Per dirla in modo semplice, il bisogno extra di magnesio è il prezzo che i batteri resistenti pagano per sopravvivere agli antibiotici.
Come potrebbe aiutare la lotta all'antibiotico-resistenza
Tuttavia, questa loro caratteristica – suggeriscono i ricercatori – suggerisce che "la capacità di far fronte alla limitazione del magnesio nell'ambiente in cui vivono è più importante per la proliferazione batterica di quanto lo sia l'antibiotico-resistenza".
In sostanza, questa scoperta fa immaginare che privare gli ambienti di magnesio potrebbe rappresentare un ostacolo importante alla proliferazione dei batteri resistenti, senza avere lo stesso impatto negativo sui batteri "buoni" non mutanti che non hanno lo stesso limite fisiologico.
Questo risultato tuttavia va ulteriormente approfondito: dalle prove che hanno potuto fare nell'ambito di questo studio, i ricercatori non hanno ritrovato lo stesso difetto fisiologico in tutti i ribosomi mutati, quindi hanno ribadito l'importanza di continuare a studiare l'antibiotico-resistenza con l'obiettivo di identificare le condizioni che ostacolano la sopravvivenza dei ceppi resistenti senza richiedere lo sviluppo di nuovi antibiotici.