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Scoperto il pianeta più luminoso dello spazio: ha nuvole metalliche da cui piove titanio

A circa 260 anni luce dalla Terra è stato scoperto il pianeta più luminoso conosciuto. LTT 9779 b ha un’atmosfera rovente con nubi di metallo e vetro da cui piove titanio, che lo rendono come un enorme specchio appeso nello spazio.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Ricardo Ramírez Reyes (Universidad de Chile) / ESA
Credit: Ricardo Ramírez Reyes (Universidad de Chile) / ESA

Nel cuore dello spazio profondo è stato scoperto il pianeta più luminoso mai identificato. Si tratta dell'esopianeta LTT9779b in orbita attorno a una nana gialla sita nella costellazione dello Scultore, a oltre 260 anni luce dalla Terra. Il pianeta extrasolare, un cosiddetto “nettuniano ultracaldo”, è stato individuato nel 2020 grazie al telescopio spaziale Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA, ma solo recentemente gli astronomi ne hanno determinato l'eccezionale luminosità, che lo rende come una sorta di gigantesco specchio appeso nell'Universo. La capacità di riflettere la luce (tecnicamente definita albedo) di LTT9779b è infatti dell'80 percento, superiore al record detenuto da Venere nel Sistema solare, pari al 75 percento (la Terra si ferma al 30 percento).

A descrivere il pianeta più brillante dell'Universo (perlomeno tra i circa 5.000 esopianeti scoperti) è stato un copioso team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Aix Marseille (Francia) e della Facoltà di Ingegneria e Scienze dell'Università “Diego Portales” di Santiago del Cile, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro de Astrofísica y Tecnologías Afines (CATA), dell'Osservatorio Astrofisico di Catania dell'INAF, dell'Università del Kansas e di molti altri istituti. I ricercatori, coordinati dai dottori Sergio Hoyer e James S. Jenkins, per descrivere nel dettaglio LTT9779b hanno utilizzato il CHEOPS (CHaracterising ExOPlanets Satellite), un satellite spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) lanciato a dicembre del 2019 col preciso scopo di analizzare i pianeti extrasolari.

Credit: ESA / ATG
Credit: ESA / ATG

Ma perché questo esopianeta è così luminoso? La ragione, come spiegato dagli esperti, risiede nel fitto e denso strato di nubi nella sua infernale atmosfera. Si tratta di nuvole composte da metalli e silicato (composto alla base del vetro e nella sabbia) che hanno un elevatissimo potere riflettente, dato che, come indicato, sono in grado di respingere l'80 percento della radiazione luminosa della vicinissima stella LTT9779, attorno alla quale orbita in sole 19 ore (ciò significa che un anno, su questo mondo alieno, dura meno di un giorno terrestre).

L'estrema vicinanza dell'esopianeta alla sua stella di riferimento è un altro dettaglio significativo della scoperta. È talmente vicino, infatti, che la temperatura della faccia sempre rivolta verso l'astro raggiunge i 2.000° C; normalmente l'atmosfera di un pianeta in queste condizioni verrebbe strappata via dalle condizioni infernali. Ma secondo gli esperti quella di LTT9779 b riesce a resistere alle temperature estreme della stella madre proprio grazie allo strato riflettente di nubi metalliche e vetrose. Su Venere, il pianeta del Sistema solare col più devastante effetto serra, le nuvole sono invece invece principalmente composte da acido solforico, che rendono la sua atmosfera (principalmente di anidride carbonica) rovente e corrosiva. Ma l'esopianeta nel cuore della costellazione dello Scultore non è da meno.

“Immagina un mondo in fiamme, vicino alla sua stella, con pesanti nubi di metalli che fluttuano in alto, dalle quali piovono goccioline di titanio”, ha affermato il dottor Jenkins in un comunicato stampa. “È un pianeta che non dovrebbe esistere”, gli ha fatto eco la dottoressa Vivien Parmentier dell'Osservatorio della Costa Azzurra (Francia) e coautrice dello studio. “Ci aspettiamo che pianeti come questo abbiano la loro atmosfera spazzata via dalla loro stella, lasciando dietro di sé roccia nuda”. Ma così non è. Normalmente gli esopianeti che orbitano vicinissimi alla stella madre sono gli enormi gioviani caldi, ma in questo caso ha le dimensioni di Nettuno, con un raggio di poco inferiore alle cinque volte di quello terrestre. “Le nuvole riflettono la luce e impediscono al pianeta di surriscaldarsi ed evaporare. Contemporaneamente, essere altamente metallici rende il pianeta e la sua atmosfera pesanti e difficili da spazzare via”, ha concluso il professor Hoyer. I dettagli della ricerca “The extremely high albedo of LTT 9779 b revealed by CHEOPS” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Astronomy & Astrophysics.

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