Scoperto il clitoride nei serpenti, scienziati: “Nessuno lo aveva mai cercato”
Potrebbe sembrare incredibile, ma per la prima volta i biologi hanno identificato e descritto completamente il clitoride dei serpenti femmina. Non perché non sapessero dove andare a cercarlo, ma semplicemente perché non avevano interesse a indagare. Come spiegato dagli autori dello studio, infatti, “i genitali femminili sono abbondantemente trascurati rispetto alle loro controparti maschili, limitando la nostra comprensione della riproduzione sessuale attraverso i lignaggi dei vertebrati”. Così, fino ad oggi, nessun biologo ed esperto di anatomia comparata si era messo a studiare in modo appropriato questo organo, così fondamentale negli aspetti riproduttivi della nostra e di altre specie specie, come altri primati non umani e cetacei. Recentemente, ad esempio, ricercatori statunitensi hanno dimostrato che le femmine di tursiope – il delfino per antonomasia – hanno un clitoride funzionale che permette loro di provare piacere. Ora sappiamo che ciò potrebbe accadere anche nei serpenti.
A descrivere nel dettaglio il clitoride – o meglio, gli emiclitoridi – di questi rettili è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Adelaide (Australia), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi statunitensi del Dipartimento di Scienze Biologiche del Mount Holyoke College. I ricercatori, coordinati dalla biologa Megan J. Folwell, hanno condotto questa indagine proprio perché in passato si era ipotizzato che i serpenti non avessero questi organi sessuali, che li avessero perduti durante l'evoluzione, oppure che non fossero funzionali. “Semplicemente, questa cosa non mi stava bene. So che è presente in molti animali e non ha senso che non ci sia nei serpenti”, ha dichiarato alla BBC la dottoressa Folwell. Così il suo team ha analizzato a fondo nove diverse specie di serpenti (mettendo a confronto maschi e femmine maturi e giovani) per rilevare la presenza del clitoride e la sua funzionalità. Tra le specie coinvolte – appartenenti a quattro famiglie – la vipera della morte comune (Acanthophis antarcticus), due serpenti australiani del genere Pseudechis, l'ancistrodonte del Messico (Agkistrodon bilineatus), la vipera soffiante (Bitis arietans), un colubride del genere Lampropeltis e altri, provenienti da varie parti del mondo.
I ricercatori hanno determinato che i serpenti hanno due clitoridi individuali detti emiclitoridi separati da tessuto connettivo che si estendono posteriormente, “nascondendosi” nella porzione della coda. Il primo serpente esaminato è stato la vipera della morte; il suo clitoride, che ha una struttura a forma di cuore, è stato trovato vicino alle ghiandole odorose che giocano un ruolo nell'accoppiamento di questi animali. “C'era questa doppia struttura che era abbastanza prominente nella femmina, che era piuttosto diversa da quella del tessuto circostante – e non c'era alcuna implicazione delle strutture [del pene] che ho visto prima”, ha dichiarato la dottoressa Folwell. Gli scienziati hanno inoltre osservato che gli emiclitoridi dei serpenti hanno nervi e globuli rossi “coerenti col tessuto erettile”, pertanto ritengono che possano espandersi ed essere stimolati durante l'accoppiamento. È un dettaglio da non sottovalutare poiché si riteneva che la femmina fosse sottoposta a coercizione da parte del maschio durante il sesso, invece è verosimile che anch'essa provi piacere e dunque si può iniziare a guardare alla riproduzione dei serpenti in modo diverso.
“Queste caratteristiche istologiche suggeriscono che gli emiclitoridi del serpente abbiano un significato funzionale nell'accoppiamento e mostrano definitivamente che gli emiclitoridi non sono emipeni sottosviluppati o ghiandole odorose, come sono state erroneamente indicate in altri studi”, hanno specificato gli scienziati nell'abstract della ricerca. I dettagli dello studio “First evidence of hemiclitores in snakes” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B Journal.