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Scoperti in una foresta strani virus giganti con code, braccia e altre strutture mai viste prima

In una foresta americana sono stati scoperti virus giganti dalle forme insolite, con caratteristiche che non erano mai state identificate prima. Fra esse figurano lunghe code, braccia come tentacoli, apici appuntiti e filamenti.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Blanchard et al./bioRxiv
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Nel terreno di una foresta degli Stati Uniti sono stati scoperti numerosi virus giganti dall'aspetto decisamente insolito, con una diversità di caratteristiche e forme che ha sorpreso gli scienziati. In una manciata di grammi di suolo, infatti, sono state trovate “particelle giganti simili a virus” o VLP con una varietà morfologica superiore a quella di tutti i virus giganti scoperti e classificati fino ad oggi. Tra le strutture peculiari osservate dai ricercatori figurano lunghe braccia tentacolari come quelle di un'idra, apici appuntiti, lobi, code ed elementi fibrosi e filamentosi. Un “bestiario” davvero sorprendente, se si considera il piccolo campione di suolo da cui sono emersi i virus giganti.

Per virus giganti si intendono particelle virali con dimensioni sensibilmente superiori alla media: per fare un esempio, i virus che contagiano normalmente l'essere umano e gli altri animali, come il coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della pandemia di COVID-19, hanno in genere diametri di poche decine di nanometri e talvolta superano la soglia di 100 / 200 nanometri. I virus giganti hanno invece diametri di diverse centinaia di nanometri e i più grandi possono oltrepassare il micrometro, che è pari a 1.000 nanometri. Nel 2014 i ricercatori Jean-Michel Claverie e Chantal Abergel hanno descritto il più grande virus mai scoperto, il Pithovirus sibericum di 30.000 anni scongelato dal permafrost siberiano; aveva un diametro di circa 1.500 nanometri, superiore a quello di diversi batteri. Tra gli altri virus giganti noti alla scienza figurano i Pandoravirus, i Mimivirus (i primi “giganti” a essere scoperti nel 1992) e i Megavirus.

Credit: Blanchard et al./bioRxiv
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A descrivere la straordinaria varietà di virus giganti trovati in una foresta degli Stati Uniti, più precisamente nella foresta di Harvard nei pressi di Boston (Massachusetts), è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Max Planck Institute for Medical Research di Heidelberg (Germania), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biologia dell'Università del Massachusetts. I ricercatori, coordinati dal professor Matthias G. Fischer, docente presso il Dipartimento di Meccanismi Biomolecolari dell'ateneo tedesco, hanno identificato i virus giganti dopo aver analizzato i campioni di suolo con un potente microscopio elettronico a trasmissione in Germania, che sfrutta raggi di elettroni per ingrandire i soggetti. Dalle osservazioni è emersa la straordinaria varietà del capside dei virus giganti, cioè dell'involucro esterno che racchiude il genoma virale come un guscio, dal quale si dipanano le diverse strutture.

Credit: Blanchard et al./bioRxiv
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Il professor Fischer e colleghi hanno scritto di aver scoperto “capsidi icosaedrici giganti con modifiche strutturali che non erano state descritte prima, incluse appendici tubolari, vertici, code e capsidi modificati costituiti da più strati o canali interni”. “Molti VLP giganti erano ricoperti da fibre di varie lunghezze, spessori, densità e strutture terminali”, hanno aggiunto gli studiosi. Alcuni virus hanno lunghe strutture tentacolari simili a quelle delle meduse, altri hanno lobi che donano loro una struttura "a tartaruga", altri ancora ricordano esplosioni stellari, stelle e strane capigliature.

“Questi risultati implicano che i virus giganti impiegano una gamma molto più ampia di strutture e meccanismi del capside per interagire con le loro cellule ospiti rispetto a quanto attualmente noto”, hanno spiegato gli autori dello studio. Al momento non è nota la capacità infettante di queste particelle virali, ma il loro studio può aiutare i ricercatori a comprendere il ruolo negli ecosistemi e la relazione con gli organismi che li popolano. I dettagli della ricerca “Amazing structural diversity of giant virus-like particles in forest soil” sono stati caricati nel database online BioRXiv.

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