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Scoperte in Egitto due meravigliose sfingi dedicate al faraone Amenofi III: erano lunghe 8 metri

Durante una missione archeologica nel tempio funerario del faraone Amenofi III sono state scoperte due magnifiche sfingi. Rinvenuti anche altri reperti.
A cura di Andrea Centini
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Una sfinge e una statua dedicata a Sekhmet. Credit: Ministero del Turismo e delle Antichità
Una sfinge e una statua dedicata a Sekhmet. Credit: Ministero del Turismo e delle Antichità

In Egitto sono stati scoperti i resti di due colossali statue in pietra calcarea dedicate al faraone della XVIII dinastia Amenhotep III (Amenofi III). Il dettaglio più interessante è che queste sculture, la cui lunghezza originale è stata stimata in circa 8 metri, dovevano essere rappresentate come sfingi. Nella mitologia le sfingi sono creature mostruose con il corpo da leone e la testa da essere umano, anche se non mancano varianti con altri animali (come falchi e capre). La sfinge più famosa è indubbiamente la Grande Sfinge della necropoli di Giza, lunga ben 73 metri e alta 20.

A scoprirle è stata una missione archeologica condotta da scienziati tedeschi ed egiziani guidata dal professor Hourig Sourouzian, un egittologo di origine armena che ha guidato numerose spedizioni di scavo nell'antica Tebe (l'attuale Luxor). I frammenti delle due sfingi sono state infatti trovati durante le operazioni di restauro nel tempio funerario di Amenhotep III (conosciuto come “Tempio dei milioni di anni”) e degli spettacolari Colossi di Memnone, due grandi statue – alte 18 metri – costruite 3.400 anni fa nel cuore della necropoli di Tebe affacciata sul Nilo. Come riportato in un comunicato stampa del Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano, il segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità Mostafa Waziri ha affermato che le due sfingi sono state ritrovate semi sommerse. “Le loro teste raffigurano Amenhotep III che indossa un copricapo a forma di mangusta, la barba reale e una grande collana intorno al collo”, ha aggiunto il funzionario del governo. Su uno dei due colossi è stata trovata anche un'incisione che riporta la dicutura “l'amato di Amon-Ra”. È un riferimento alla divinità di Amenhotep III, che ha regnato tra il 1.390 e il 1.353 avanti Cristo.

Oltre alle due magnifiche sfingi, durante la spedizione sono stati rinvenuti anche frammenti di pareti e colonne decorate che rappresentano scene di feste e rituali. Inoltre gli archeologi hanno individuato nel peristilio (un cortile interno all'aperto) tre statue ben conservate di Sekhmet, la dea leonessa della guerra. Le scene delle feste rappresentano l'Heb-Sed, una sorta di celebrazione per il trentennale di un regno, in cui venivano fatte offerte agli dei e il faraone prometteva alla popolazioni anni di opulenza, pace e ricchezza. Tutti i reperti sono stati trasferiti per il restauro, ma una volta pronti saranno ricollocati nelle loro sedi originali. Alla fine della spedizione archeologica – il progetto Colossi of Memnon and Amenhotep III Temple Conservation Project iniziato nel lontano 1998 – a Luxor sarà visitabile un altro meraviglioso museo, pieno di inestimabili opere dell'antico Egitto.

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