Scoperte due super Terre a 105 anni luce da noi: una si trova nella zona abitabile
A 105 anni luce dalla Terra sono stati scoperti due pianeti rocciosi che orbitano attorno a una stella fredda e poco luminosa. Uno dei due corpi celesti si trova nella zona abitabile della stella di riferimento, ciò significa che potrebbe ospitare sulla sua superficie acqua liquida, l'elemento principale alla base della vita. In altri termini, il pianeta extrasolare appena scoperto potrebbe essere popolato da forme di vita aliene, perlomeno quelle legate alla biologia da noi conosciuta. Per gli esperti si tratta del sistema stellare più interessante dopo TRAPPIST-1, presentato dalla NASA in un'appassionata conferenza stampa nel 2017 per la presenza di sette pianeti simili alla Terra, tre dei quali nella zona abitabile.
A scoprire e descrivere i due pianeti rocciosi è stato un copioso team di ricerca internazionale guidato dagli scienziati belgi dell'Università di Liegi e del centro Space Sciences, Technologies and Astrophysics Research (STAR), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Cavendish Laboratory, dell'Università del Colorado di Boulder, dell'Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC), del National Astronomical Observatory of Japan, del NASA Ames Research Center, del Subaru Telescope, dell'Università di Berna, del National Center of Competence in Research (NCCR) PlanetS e di numerosi altri osservatori e centri di ricerca. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Laetitia Delrez, docente di Astronomia presso l'Astrobiology Research Unit dell'ateneo belga, hanno scoperto i due esopianeti analizzando i dati raccolti dal “cacciatore di pianeti” della NASA TESS, erede spirituale del celebre telescopio Kepler. Gli studiosi li hanno rilevati grazie alla tecnica del transito, ovvero a deboli variazioni di luminosità nella luce di una stella dovuta proprio al passaggio dei pianeti.
Nel caso specifico stavano scandagliando i dati di una piccola e fredda stella nana rossa chiamata chiamata LP 890-9, conosciuta anche come TOI-4306. Osservandola con strumenti sensibili nell'infrarosso, come i telescopi del consorzio SPECULOOS (Search for habitable Planets EClipsing ULtra-cOOl Stars), sono riusciti a rivelare la presenza del primo esopianeta, chiamato LP 890-9b. Il secondo, LP 890-9c, è stato identificato poco dopo attraverso ulteriori indagini. In base ai dati raccolti gli scienziati hanno determinato che LP 890-9b ha un diametro 1,32 volte maggiore di quello della Terra e una massa 13 volte maggiore (ciò lo rende una cosiddetta super Terra), mentre LP 890-9c ha un diametro 1,37 volte più grande e una massa 25 volte superiore.
Il più interessante dei due è proprio il secondo, caratterizzato da ha un periodo orbitale di 8,4 giorni. Si trova infatti nella zona abitabile o di Goldilock della sua stella, cioè orbita a una distanza tale che le temperature non sono né troppo calde né troppo rigide, permettendo la potenziale presenza di acqua liquida sulla superficie. I livelli di radiazioni che riceve LP 890-9c sono simili a quelli della Terra, pertanto potrebbe essere un mondo vivo e popolato, anche se al momento non può esservene conferma. Ulteriori osservazioni, ad esempio con l'avveniristico Telescopio Spaziale James Webb, aiuteranno gli scienziati a caratterizzarlo meglio e a determinare se davvero possa esserci un'atmosfera simile a quella terrestre. La sola posizione del resto non basta, come specificato dal professor Robert Wells dell'Università di Berna. “Essere nel posto giusto non garantisce una spiaggia di palme. Il nostro pianeta vicino Venere, che è, per così dire, una pentola a pressione ricca di anidride carbonica, vicino a 500 gradi Celsius, è anche vicino a questa cosiddetta zona abitabile attorno al Sole”, ha chiosato l'esperto in un comunicato stampa. I dettagli della ricerca “Two temperate super-Earths transiting a nearby late-type M dwarf?” sono stati pubblicati sul database online arXiv, in attesa della pubblicazione su una rivista scientifica.