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Scoperta un’antica città Maya perduta nel cuore della fitta giungla messicana

Grazie alla tecnologia LiDAR un team di ricerca internazionale ha scoperto l’antica città Maya perduta di Ocomtún. Sono emerse piazze, colonne, grandi edifici e strutture piramidali di un florido complesso urbano, che per oltre mille anni è stato completamente “divorato” dalla giungla.
A cura di Andrea Centini
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Credit: INAH
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Nel cuore di una fittissima e impenetrabile giungla messicana è stata scoperta la città Maya perduta di Ocomtún. Le spettacolari rovine dell'antico centro preispanico, datato dagli esperti tra il 250 e il 1000 dopo Cristo, sono state individuate nella grande riserva naturale di Balamkú sita nel comune di Calakmul (Stato di Campeche). Fra esse spiccano strutture piramidali alte fino a 15 metri, piazze, grandi colonne cilindriche – il nome Ocomtún significa “colonna di pietra”, in maya yucateco – e persino un campo sportivo per il gioco con la palla, un'attività molto amata dal popolo Maya. L'intera area è circondata e “sepolta” da 3.000 chilometri quadrati di vegetazione vergine completamente disabitati, per questo motivo l'antica città è rimasta nascosta agli occhi degli archeologi fino ad oggi.

Le rovine di Ocomtún sono emerse dalla giungla grazie al progetto di ricerca internazionale “Ampliando el panorama arqueológico de las Tierras Bajas Centrales mayas” gestito dal Consiglio di archeologia dell'Istituto nazionale di antropologia e storia (INAH) e dal Segretariato della Cultura del Governo del Messico. Tra le istituzioni coinvolte il Centro di ricerca dell'Accademia slovena delle scienze e delle arti (Slovenia) e il National Center for Airborne Laser Mapping dell'Università di Houston (Stati Uniti). Il ruolo dell'ateneo del Massachusetts è stato particolarmente prezioso poiché ha permesso di scandagliare attraverso scansioni aeree LiDAR (Light Detection and Ranging) una vasta regione centrale nello Stato di Campeche.

In parole semplici, si tratta di una tecnologia di telerilevamento aviotrasportata – in particolar modo su elicotteri – che permette di fare scansioni della superficie terrestre e vedere cosa c'è sotto al di sotto vegetazione. La ricerca archeologica negli ultimi anni sta traendo enormi benefici dai laser LiDAR, che hanno già permesso di scovare altre città perdute come la spettacolare Mahendraparvata dell’Impero Khmer (identificata in Cambogia) e Kweneng degli Twsana in Sudafrica. Sono stati scoperti anche monumenti antichissimi, alla stregua di quello di 3.500 anni emerso nella foresta di Dean nel Regno Unito. Ma cosa è stato scoperto esattamente nella fitta giungla messicana?

Come spiegato in un comunicato stampa dall'archeologo Ivan Ṡprajc, che ha guidato le operazioni di ricerca, “la sorpresa più grande si è rivelata essere il sito situato su una ‘penisola' in altura, circondata da vaste zone umide. Il suo nucleo monumentale si estende per più di 50 ettari e presenta vari edifici di grandi dimensioni, tra cui diverse strutture piramidali alte oltre 15 metri”. “Il sito – prosegue Ṡprajc – fu un importante centro a livello regionale, probabilmente durante il periodo classico (250-1000 d.C.). I tipi ceramici più comuni che abbiamo raccolto in superficie e in alcuni fossati sono del Tardo Classico (600-800 dC); tuttavia, l'analisi di campioni di questo materiale ci offrirà dati più attendibili sulle sequenze di occupazione”.

Oltre agli edifici piramidali e alle colonne in pietra, tra gli altri elementi architettonici più significativi di Ocomtún figurano tre grandi piazze e diverse strutture basse e allungate disposte in modo concentrico (proprio qui è emerso il campo per il gioco con la palla). Sono state identificate anche una strada rialzata e un'acropoli rettangolare lunga 80 metri e alta 10, dove si erge una grande piramide. Secondo gli studiosi alcune caratteristiche della città perduta riflettono i cambiamenti sociali e ideologici del popolo Maya in tempo di crisi, che “portarono al crollo della complessa organizzazione sociopolitica e al drastico declino demografico nelle pianure centrali Maya”. Non si esclude che altre affascinanti città perdute possano emergere dallo Stato di Campeche, grazie a ulteriori indagini LiDAR condotte sulla vastissima giungla incontaminata.

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