Scoperta “rivoluzionaria” sulla Via Lattea sarà annunciata il 12 maggio: cosa c’è da sapere
Alle 15:00 ora italiana (13:00 GMT) di giovedì 12 maggio è atteso l'annuncio su una scoperta rivoluzionaria che riguarda la Via Lattea, la nostra galassia. Sono previste ben sei conferenze stampa congiunte da Città del Messico, Monaco, Tokyo, Santiago del Cile, Washington DC e Taipei per divulgare le informazioni scientifiche, una probabile pietra miliare per la nostra conoscenza. Poiché è coinvolto il medesimo team del progetto internazionale Event Horizon Telescope (EHT) che nell'aprile del 2019 pubblicò la prima immagine di un buco nero, tutto lascia ipotizzare che possa essere diffusa la "fotografia" di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia.
Si tratterebbe di un risultato assolutamente straordinario, per molteplici ragioni. Sagittarius A* ha infatti caratteristiche molto differenti rispetto al “cuore di tenebra” presentato nel 2019, il buco nero supermassiccio al centro della galassia M87, immortalato grazie al lavoro sinergico di otto sofisticati radiotelescopi sparsi ai quattro angoli del globo: il Large Millimeter Telescope Alfonso Serrano; l'Atacama Large Millimeter Array (ALMA); il James Clerk Maxwell Telescope; il South Pole Telescope; il Submillimeter Array, il Submillimeter Telescope; l'IRAM e l'APEX. M87 si trova a ben 50 milioni di anni luce dalla Terra, ma è un oggetto colossale con una massa pari a 6,5 miliardi di soli e può essere agevolmente puntato nello spazio profondo. Sagittarius A*, pur essendo molto più vicino (26mila anni luce), ha una massa di circa 4,3 milioni di soli e un diametro di “appena” 44 milioni di chilometri. Inoltre è un oggetto ampiamente oscurato da nuvole di polveri e gas interstellari, trovandosi al centro della galassia, pertanto è molto meno agevole da mettere nel mirino rispetto a M87.
A causa delle distanze e delle dimensioni coinvolte, ottenere un'immagine di Sagittarius A* sarebbe come riuscire a fotografare un'ape su un fiore distante circa a 5mila chilometri, più o meno la distanza tra Lisbona e New York. Non esiste sulla Terra uno strumento con un simile potere risolutivo, tuttavia gli scienziati dell'Event Horizon Telescope (EHT) fanno affidamento su una rete di radiotelescopi che, lavorando in sinergia grazie a un processo chiamato interferometria, simulano un gigantesco strumento grande quanto l'intero pianeta Terra. È grazie a questo approccio che tre anni fa sono riusciti a ottenere l'immagine di M87; ora si ritiene che siano stati in grado anche di catturare l'inafferrabile dettaglio di Sagittarius A*. In un comunicato dell'Osservatorio Australe Europeo (ESO) è stato confermato che durante la conferenza stampa verrà rilasciato “ampio materiale audiovisivo di supporto”, mentre un comunicato ad hoc verrà rilasciato 7 minuti dopo l'avvio della conferenza stampa, che sarà aperta dalle parole Direttore Generale dell'ESO.
Ricordiamo che “fotografare” un buco nero è un'impresa estremamente complessa. Si tratta infatti di oggetti completamente invisibili; l'unica cosa che possiamo vedere è l'orizzonte degli eventi, il confine del buco nero oltre il quale nemmeno la luce riesce a fuggire dalla devastante attrazione gravitazionale. È per questo che la prima immagine di M87 è simile a una strana ciambella. Ci si aspetta un'immagine simile anche per Sagittarius A*. I buchi neri possono essere individuati dall'interazione gravitazionale sugli oggetti limitrofi, ad esempio mentre divorano il materiale di una stella in un sistema binario. Si ritiene che vi sia un buco nero supermassiccio al centro di ogni galassia, di dimensioni molto maggiori rispetto ai buchi neri di massa stellare, che si formano dopo la “morte” delle stelle. Non resta che attendere la conferenza stampa del 12 maggio per conoscere la rivoluzionaria scoperta sulla Via Lattea.