Scoperta l’origine della pandemia di Covid: ora sappiamo dove tutto ha avuto inizio
A novembre dello scorso anno uno studio pubblicato dallo scienziato Michael Worobey dell'Università dell'Arizona di Tucson (Stati Uniti) aveva identificato il primo caso accertato di infezione da coronavirus SARS-CoV-2, una donna che vendeva frutti di mare presso il famigerato mercato del pesce di Huanan (Huanan Seafood Wholesale Market) a Wuhan; una nuova ricerca pubblicata su Science, prosieguo della prima indagine, non solo ha determinato che il mercato umido è stato l'epicentro della fase epidemica iniziale, ma ha anche scoperto l'area specifica da cui il patogeno pandemico si è diffuso dagli animali all'uomo. I primi casi di positività sono infatti tutti associati al lato sudoccidentale del mercato del pesce, dove si trovavano tra le 10 e le 15 bancarelle nelle quali si vendevano animali vivi (mammiferi) per la pelliccia e la carne. Qui si sarebbe verificato il famigerato spillover – il salto di specie dall'animale all'uomo – del coronavirus, che ad oggi, in base alla mappa interattiva dell'Università Johns Hopkins, ha provocato ufficialmente quasi 6,4 milioni di morti nel mondo (171mila solo in Italia) e 573 milioni di contagi.
La nuova indagine è stata condotta da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del The Scripps Research Institute e dell'Università dell'Arizona di Tucson, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Institute of Evolutionary Biology dell'Università di Edimburgo (Regno Unito), del Sydney Institute for Infectious Diseases dell'Università di Sydney (Australia), del Global Virus Network (GVN) di Baltimora (Stati Uniti), dell'Università del Saskatchewan (Canada) e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Worobey, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'approfondita analisi spaziale e ambientale sfruttando vari strumenti (rapporti dei social network compresi), grazie ai quali è stato possibile associare al mercato ittico di Huanan tutti i primi casi di positività, sia tra i venditori che tra i clienti. In un documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è stato riportato che 174 persone sono state contagiate dal coronavirus SARS-CoV-2 nelle fase iniziale dell'epidemia, alla fine del 2019. Il professor Worobey e colleghi hanno determinato che fra esse in 155 vivevano nei pressi della riva occidentale del fiume Yangtze, dove sono concentrati i mercati di Wuhan. I ricercatori escludono la casualità, per via della fortissima associazione statistica. Va anche tenuto presente che il 66 percento delle persone ricoverate entro gennaio 2020 aveva un legame diretto col mercato.
I ricercatori hanno mappato le aree in cui sono stati raccolti i campioni positivi al coronavirus SARS-CoV-2 (circa 600) e le hanno incrociate con i luoghi in cui le persone sono state infettate. Incrociando tutti i dati è stata identificata una concentrazione di positività nell'area sudoccidentale del mercato, dove si trovavano una quindicina di bancarelle nelle quali venivano vendute diverse specie di mammiferi vivi, suscettibili al patogeno. Fra esse cani procione, volpi rosse, istrici, ratti, tassi, lepri, marmotte e muntjak della Cina, cervi di piccole dimensioni. Anche se manca ancora la “pistola fumante”, come spiegano gli scienziati, è verosimile che tra questi animali vi fossero esemplari infetti, il serbatoio intermedio del coronavirus passato da un pipistrello, che qui avrebbe compiuto il salto di specie all'uomo. “Mostriamo che i primi casi noti di COVID-19 di dicembre 2019, compresi quelli senza collegamenti diretti segnalati, erano geograficamente centrati in questo mercato. Segnaliamo che i mammiferi vivi sensibili al SARS-CoV-2 sono stati venduti nel mercato alla fine del 2019 e, all'interno del mercato, i campioni ambientali positivi al SARS-CoV-2 sono stati associati spazialmente ai venditori che vendono mammiferi vivi”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. Il virus è stato rilevato sulle gabbie, sui banconi e sulle griglie dei canali di scolo. “Sebbene non ci siano prove sufficienti per definire gli eventi a monte e le circostanze esatte rimangano oscure, le nostre analisi indicano che l'emergere del SARS-CoV-2 è avvenuto tramite il commercio di fauna selvatica in Cina e mostrano che il mercato di Huanan è stato l'epicentro della pandemia di COVID- 19”, hanno chiosato gli esperti.
I ricercatori hanno inoltre identificato due ceppi differenti del SARS-CoV-2 nel mercato, il lignaggio A e quello B. “Ciò suggerisce che entrambe le varianti hanno avuto origine indipendentemente nel mercato e aiuta a confermare l'ipotesi dei ricercatori che la diffusione precoce dell'infezione sia iniziata lì”, hanno scritto gli autori dello studio. Il primo caso umano si sarebbe verificato attorno al 18 novembre nel mercato a causa del lignaggio B. “Questi sono gli studi più avvincenti e dettagliati di ciò che è accaduto a Wuhan nelle prime fasi di quella che sarebbe diventata la pandemia di COVID-19”, ha affermato in un comunicato stampa il professor Stephen Goldstein, coautore dello studio. “Abbiamo dimostrato in modo convincente che le vendite di animali selvatici al mercato di Huanan a Wuhan sono implicate nei primi casi umani della malattia”. I dettagli della ricerca “The Huanan Seafood Wholesale Market in Wuhan was the early epicenter of the COVID-19 pandemic” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.