Scoperta la funzione di un organo femminile considerato “inutile”: cos’è la rete ovarii

Appena al di sotto delle ovaie si trova un piccolo organo a forma di ferro di cavallo chiamato rete ovarii, un insieme di tubuli e cordoni omologo alla rete testis (rete testicolare) presente nei mammiferi maschi. La rete ovarii fu scoperta nel lontano 1870 e rapidamente inserita nelle tavole anatomiche del celebre manuale “Gray's Anatomy”, un punto di riferimento per lo studio dell'anatomia umana ancora oggi (la prima versione fu concepita da Henry Gray con le illustrazioni di Henry Vandyke Carter nel 1858). Nonostante ciò, questa appendice ovarica fu considerata da medici e scienziati come “inutile”, in pratica un organo vestigiale – residuo dello sviluppo embrionale – privo di funzioni in età adulta. Per oltre un secolo la rete ovarii è stata snobbata nei libri di testo e negli articoli scientifici, ma grazie a un nuovo studio i ricercatori hanno determinato che sarebbe molto più di un appendice priva di utilità. Tutt'altro. Si tratterebbe infatti di una sorta di “antenna” che si attiva quando riceve determinali segnali ormonali dal corpo secernendo proteine coinvolte nel ciclo mestruale e nella fertilità femminile, oltre che nell'omeostasi e nel mantenimento delle ovaie.
A determinare che la rete ovarii risulta essere ben più di un appendice inutile è stato un team di ricerca statunitense composto da scienziati del Dipartimento di Biologia Cellulare del Duke University Medical Center e della Sezione di Biologia dello Sviluppo – Dipartimento di Pediatria del Campus Medico Anschutz dell'Università del Colorado. I ricercatori, coordinati dalla biologa Dilara N. Anbarci, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato a fondo gli organi riproduttivi femminili di modelli murini (topi). Sebbene le analisi sono state condotte su una specie di roditore, gli scienziati sono fiduciosi che la rete ovarii presenti la medesima funzione nelle donne e nelle femmine degli altri mammiferi, pur mostrando “sostanziali differenze morfologiche”, come indicato in uno studio di medicina veterinaria su ScienceDirect. L'idea di indagare a fondo sulla rete ovarii è emersa recentemente, quando la dottoressa Jennifer McKey, coautrice dello studio, si è imbattuta nella struttura a forma di ferro di cavallo alla base delle ovaie dei topi.
Dalle nuove analisi gli scienziati hanno determinato che la rete ovarii è suddivisa in tre regioni distinte che maturano durante lo sviluppo embrionale e si conservano nell'età adulta. Sono state chiamate rete intraovarica (IOR), rete extraovarica (EOR) e rete di connessione (CR). Ciascuna di esse presenta caratteristiche cellulari e funzioni peculiari, che permettono ad esempio il passaggio di fluidi verso l'ovaio attraverso una rete di cordoni e tubuli. A favorire questo transito la presenza di cellule ciliate e apice un dilatato. Analizzando la rete ovarii con una tecnica di laboratorio chiamata spettrometria di massa, la dottoressa Anbarci e colleghi hanno rilevato che all'interno della rete extraovarica vengono secrete molte proteine considerate “potenzialmente importanti” per la funzionalità delle ovaie.
In sostanza, gli scienziati ritengono che la rete ovarii comunichi direttamente con le ovaie – grazie alla presenza di proiezioni neuronali – inviando all'occorrenza queste proteine, il cui flusso (innescato dalla contrazione della muscolatura liscia) potrebbe attivarsi sotto la spinta di segnali ormonali durante il ciclo mestruale. Da qui l'idea che l'organo “perduto e inutile” possa essere una sorta di antenna che agisce nel momento del bisogno, per mantenere funzione ovarica, omeostasi e più in generale la fertilità.
Per queste ragioni gli autori dello studio sostengono che la rete ovarii debba essere annoverata tra gli organi principali dell'apparato riproduttivo femminile, e non considerata semplicemente come appendice vestigiale priva di funzionalità. Al momento si tratta solo di un'ipotesi, ma la presenza significativa di vasi sanguigni e nervi suggerisce intorno alla struttura suggerisce che abbia realmente un ruolo fondamentale nella fertilità femminile. Non deve inoltre stupire che vengano scoperti organi e funzioni ancora oggi; alcuni anni addietro furono ad esempio identificati il mesentere e l'interstizio. I dettagli della ricerca “Rediscovering the rete ovarii, a secreting auxiliary structure to the ovary” sono stati pubblicati su eLife.