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Scoperta a Roma discarica medica del Rinascimento, era sigillata: i rifiuti sanitari rivenuti

Affascinante scoperta archeologica al Foro di Cesare, una discarica medica rinascimentale contenente numerosi oggetti sanitari ed effetti personali. Era sigillata per isolare e smaltire materiale potenzialmente infettivo.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Sovrintendenza Capitolina/Progetto Foro di Cesare/Antiquity
Credit: Sovrintendenza Capitolina/Progetto Foro di Cesare/Antiquity

Al Foro di Cesare (Roma) è stata scoperta una vera e propria discarica medica, che aveva lo scopo di isolare e smaltire oggetti infettivi o potenzialmente tali. Si tratta di una camera sigillata con mattoni e argilla profonda quasi 3 metri, utilizzata una sola volta per gettarci il materiale sanitario, chiusa e mai più aperta. Nonostante sia stata trovata nel primo dei Fori Imperiali dell'Antica Roma, inaugurato da Giulio Cesare in persona nel 46 avanti Cristo, la discarica risale al Rinascimento, più nello specifico alla metà del XVI secolo dopo Cristo. Era non distante dall'Ospedale dei Fornari in Piazza della Madonna di Loreto, da dove molto probabilmente arrivavano gli oggetti da smaltire, secondo le pratiche di controllo sanitario dell'epoca.

I frammenti di matule. Credit: Sovrintendenza Capitolina/Progetto Foro di Cesare/Antiquity
I frammenti di matule. Credit: Sovrintendenza Capitolina/Progetto Foro di Cesare/Antiquity

A scoprire e descrivere il contenuto della discarica medica del 1.500 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani dell'Università di Aarhus (Danimarca), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Accademia di Danimarca di Roma e della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Direzione Musei archeologici e storico-artistici di Roma. Gli archeologi, coordinati dalla dottoressa Cristina Boschetti, ricercatrice presso il Centro per le evoluzioni delle reti urbane (UrbNet) dell'ateneo danese, hanno individuato la camera sigillata durante scavi al Foro di Cesare nel 2021. Nella discarica, composta da laterizio, calce e altri materiali, sono stati trovati resti di diversi oggetti, tra effetti personali e strumenti medici. Fra essi frammenti di recipienti per il trasporto delle urine (le matule); piatti liguri finemente decorati con immagini floreali e di una casa; una ciotola con uno scudo araldico prodotto in Emilia Romagna; brocche in ceramica per usi medicali; recipienti da cucina; statuine in terracotta; il grano di un rosario; monete (una in bronzo raffigurante Leone X coniata tra il 1513 e il 1521 dopo Cristo e una in argento raffigurante Giulio III, coniata tra il 1550 e il 1555 dopo Cristo); morsetti di piombo per il fissaggio di oggetti / mobili in legno; e frammenti di legno bruciato.

Vari oggetti personali. Credit: Sovrintendenza Capitolina/Progetto Foro di Cesare/Antiquity
Vari oggetti personali. Credit: Sovrintendenza Capitolina/Progetto Foro di Cesare/Antiquity

Gli effetti personali appartenevano evidentemente ai pazienti deceduti durante il ricovero a causa di una malattia infettiva, come la peste. Il fatto che siano stati trovati frammenti di legno bruciati e morsetti di metallo indica chiaramente una prassi dell'epoca; quella di bruciare mobili e altri oggetti appartenuti alle persone affette da patologie trasmissibili, per scongiurarne la diffusione. Il legame con l'Ospedale dei Fornari secondo gli archeologi è chiaro, poiché raramente discariche di questo tipo sono state trovate associate a contesti domestici, mentre sono comuni quelle associate alle antiche strutture sanitarie.

Ciascun paziente ricoverato in ospedale aveva un vero e proprio set di oggetti per uso personale (brocche, piatti e recipienti di vario tipo) che veniva sistematicamente distrutto nelle procedure di decontaminazione, assieme ai già citati mobili, alla biancheria e ad altro, tutti oggetti che venivano dati alle fiamme. Durante il Rinascimento le città europee erano spesso esposte a epidemie di malattie gravi e trasmissibili come la suddetta peste, pertanto la combustione e l'isolamento rappresentavano il metodo migliore per ridurre il rischio sanitario, soprattutto nei grandi contesti urbani com'era Roma.

Si tratta di una scoperta archeologica di grande interesse anche perché a lungo gli scavi a Roma si sono concentrati sul periodo più antico, ad esempio quello dei fasti imperiali di 2.000 anni fa, mentre non si sa molto del periodo rinascimentale. Scoperte come questa possono aiutarci a comprendere meglio come i nostri antenati combattevano le malattie infettive, senza le “armi” e le conoscenze che abbiamo oggi, che ci hanno permesso di sviluppare un vaccino contro la pandemia di COVID-19 in un solo anno. Sempre in tema di scoperte archeologiche sanitarie, recentemente è stata rinvenuta la tomba di medico romano morto 2.000 anni fa, che fu sepolto con vari strumenti del mestiere, come aghi, bisturi, pinzette e una pietra per i medicinali. I dettagli della nuova ricerca “Disease control and the disposal of infectious materials in Renaissance Rome: excavations in the area of Caesar's Forum” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Antiquity.

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