Scienziati trovano un metodo per dimenticare i brutti ricordi: si “cancellano” durante il sonno
Gli scienziati hanno messo a punto una tecnica in grado di far dimenticare i brutti ricordi e promuovere quelli positivi. Al momento si tratta solo di un test sperimentale, condotto nell'ambiente controllato di un laboratorio, pertanto non ci sono ancora prove dell'efficacia nel mondo reale, tuttavia, per come è predisposto il metodo, ci sono validi motivi per essere fiduciosi. In parole semplici, si tratta di una sorta di “hackeraggio” del sonno, un momento fondamentale della nostra vita in cui i ricordi vengono consolidati. Durante il sonno profondo – a onde lente – le esperienze vissute vengono trasferite dall'ippocampo alla neocorteccia dove si archiviano come ricordi a lungo termine. È un po' come salvare i file su un hard disk. Il processo è coadiuvato anche da una sorta di di replay biologico in cui il cervello rivive le esperienze e le riproduce mentalmente, un meccanismo che rafforza le connessioni sinaptiche. È chiaro che la formazione dei ricordi gioca un ruolo prezioso e insostituibile nelle nostre vite, ma non tutti i ricordi sono belli.
Le esperienze traumatiche che restano impresse nella mente possono infatti erodere e deteriorare la salute mentale, catalizzando il rischio di stress, ansia, depressione e disturbi del sonno, con un impatto estremamente significativo sulla qualità della vita e sulle relazioni. Avere un modo per "cancellare" – o perlomeno attenuare – i ricordi brutti e traumatici, pertanto, offrirebbe un aiuto importantissimo per molte persone. Immaginiamo chi ha vissuto gli orrori della guerra o chi ha subito una violenza; in tanti soffrono di disturbo da stress post traumatico proprio alla luce di ciò che hanno visto, sperimentato o ascoltato. Precedenti studi avevano determinato che sostanze come la curcumina potrebbero essere in grado di aiutare nella rimozione dei brutti ricordi, mentre altri hanno evidenziato che potremmo “dimenticare a comando”. Poiché è stato dimostrato che durante il sonno è possibile riattivare la memoria e influenzarla, gli autori del nuovo studio hanno messo a punto una peculiare procedura di “editing” in grado di indebolire i ricordi brutti (avversivi) e far riemergere quelli positivi (affettivi). In altri termini, è una riscrittura della memoria per cancellare lo spazio occupato da cose brutte e dannose.
A mettere a punto la procedura è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Laboratorio Statale Chiave del Cervello e delle Scienze Cognitive dell'Università di Hong Kong, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di psicologia e sviluppo infantile della California Polytechnic State University e il Dipartimento di psicologia della Northwestern University. I ricercatori, coordinati dal professor Xiaoqing Hu dell'ateneo di Hong Kong, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver approntato un esperimento durato vari giorni con una quarantina di volontari. Per prima cosa hanno presentato ai partecipanti circa 50 parole senza senso, ciascuna delle quali è stata associata a un'immagine negativa o avversiva (come una brutta ferita o comunque qualcosa di pericoloso). Dopo la visione, l'esperimento è proseguito con una notte di sonno regolare per far consolidare i ricordi, secondo la procedura descritta qualche riga più su.
Nella fase successiva dell'esperimento, condotta la sera del giorno dopo, metà delle parole fatte legare alle immagini negative è stata presentata in associazione a immagini positive, tenere e rassicuranti. In questo modo gli scienziati hanno "confuso le acque", il primo passaggio per arrivare ad hackerare la memoria. Durante la seconda notte di sonno, nel cuore della fase di sonno non REM (non-rapid eye movement o NREM), i ricercatori hanno fatto ascoltare ai partecipanti voci di persone che leggevano le parole senza senso alla base dello studio. La mattina successiva e giorni dopo, attraverso appositi questionari, i ricercatori hanno dimostrato che i volontari tendevano a riportare alla mente con più difficoltà i ricordi negativi che erano stati confusi con quelli positivi, grazie all'intervento fatto con le associazioni di parole e le registrazioni audio, inviate proprio nella fase fondamentale in cui si consolidano i ricordi. Attraverso scansioni cerebrali, inoltre, il professor Hu e colleghi hanno osservato che le onde cerebrali theta, legate alla memoria emotiva e all'apprendimento, erano più attive proprio quando venivano proposti gli stimoli positivi, a sostegno dei benefici mnemonici dell'operazione di editing.
“Abbiamo scoperto che questa procedura indeboliva il richiamo dei ricordi avversivi e aumentava anche le intrusioni involontarie di ricordi positivi. Inoltre, la riattivazione migliorava i giudizi affettivi positivi dopo il sonno. Le nostre scoperte aprono ampie strade per cercare di indebolire i ricordi avversivi o traumatici”, hanno chiosato gli autori dello studio. Chiaramente un conto è un ambiente controllato di laboratorio, un altro è il mondo reale. Recentemente un team di ricerca internazionale ha dimostrato che la carenza di sonno può esacerbare l'accumulo di pensieri intrusivi, quelli negativi e angoscianti. I dettagli del nuovo studio “Aversive memories can be weakened during human sleep via the reactivation of positive interfering memories” sulla cancellazione dei ricordi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.