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Scienziati proveranno a contattare gli alieni segnalando la posizione della Terra

Due team di ricerca stanno preparando messaggi per contattare ipotetiche civiltà di alieni intelligenti nello spazio. Invieranno anche la posizione della Terra.
A cura di Andrea Centini
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Secondo due scienziati dell'Università di Nottingham, nella nostra galassia vi sarebbero almeno 36 civiltà di alieni intelligenti, un numero ottenuto attraverso una forma modificata della celebre equazione di Drake. Del resto si ritiene molto probabile che sui 300 milioni di pianeti potenzialmente abitabili presenti nella Via Lattea vi sia vita e che, almeno in alcuni casi, essa possa essersi evoluta in extraterrestri intelligenti. Ad oggi, tuttavia, non abbiamo trovato alcun segnale nello spazio in grado di provare l'esistenza degli alieni intelligenti; viviamo in una situazione di frustrante solitudine che gli esperti chiamano “Grande Silenzio”. Ciò nonostante siamo da tempo impegnati a stabilire un contatto con le ipotetiche civiltà.

Il progetto più affascinante del METI, cioè il contatto con gli alieni attraverso appositi messaggi, è stato indubbiamente il famoso “messaggio di Arecibo”, inviato nel 1974 dall'Osservatorio di Arecibo a Porto Rico, sfortunatamente andato distrutto a causa di un recente terremoto. In quel caso gli scienziati prepararono un messaggio radio basato su codice binario per trasmettere informazioni basilari sull'essere umano, la biologia, la matematica etc etc. Fu inviato verso l'ammasso stellare globulare M13 sito a 25 mila anni luce dalla Terra, uno dei più ricchi in assoluto di stelle e, per questa ragione, verosimilmente anche di pianeti potenzialmente abitati da civiltà extraterrestri. Viste le enormi distanze, una eventuale risposta aliena potrebbe arrivarci tra decine di migliaia di anni. È ancor meno probabile che civiltà aliene possano mettere le mani sui messaggi contenuti nelle navicelle Pioneer e Voyager – come il famoso “Golden Record” – e risponderci grazie ad essi.

Come specificato su The Conversation dal professor Chris Impey, docente di Astronomia presso l'Università dell'Arizona, due gruppi di scienziati stanno progettando nuovi messaggi da inviare alle ipotetiche civiltà extraterrestri “vicine di casa”. Il primo sarà inviato da ricercatori della Goonhilly Satellite Earth Station in Inghilterra verso il sistema stellare TRAPPIST-1, balzato agli onori della cronaca internazionale nel 2017 quando la NASA lo presentò in una conferenza stampa mondiale. Attorno a questa stella orbitano infatti sette pianeti simili alla Terra, su tre dei quali potrebbe esserci acqua allo stato liquido (si trovano nella zona abitabile). Sono al momento il posto migliore dove poter cercare organismi viventi (e vita intelligente) nello spazio, per questo è stato scelto come obiettivo dagli scienziati britannici. Poiché dista “solo” 39 anni luce dalla Terra, una eventuale risposta aliena potrebbe arrivare in meno di 80 anni. Il messaggio sarà inviato il 4 ottobre del 2022.

Credit: JPL/SETI
Credit: JPL/SETI

Nel 2023 sarà invece inoltrato il “The Beacon in the Galaxy”, un messaggio in codice binario erede del messaggio di Arecibo. Per inviarlo gli scienziati sfrutteranno il più grande radiotelescopio al mondo, un colosso con un diametro di 500 metri sito in Cina. Questa volta il bersaglio saranno milioni di stelle che si trovano tra i 10mila e i 20mila anni luce dalla Terra, nei pressi del cuore della Via Lattea. Nel messaggio saranno inclusi dettagli sulla composizione biochimica della vita, immagini stilizzate della donna, dell'uomo e del DNA, informazioni sul Sistema solare e, aspetto che non convince tutti, anche la posizione della Terra. La localizzazione del nostro pianeta sarà indicata anche nel messaggio verso TRAPPIST-1. Secondo alcuni scienziati, come il compianto astrofisico britannico Stephen Hawking, informare gli alieni sulla posizione della Terra è una pessima idea. Nel caso fossero ostili e dotati di tecnologie più avanzate delle nostre, potrebbero infatti cogliere l'occasione per raggiungerci, invaderci e distruggerci come nel più classico dei colossal di Hollywood (basti vedere come trattiamo gli altri esseri viventi sul nostro pianeta). Secondo altri, invece, esseri intelligenti capirebbero il concetto di cooperazione e dunque potrebbero “venire in pace”, con la sola curiosità di conoscerci. Al momento non ci sono regolamentazioni internazionali su questi messaggi, pertanto gli scienziati continueranno a prepararli e inviarli per ottenere un contatto, una futura risposta, nella speranza di non commettere un errore catastrofico per l'intera umanità.

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