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Sciami sismici “simili a esplosioni” ai Campi Flegrei: studio rivela segni di possibili eruzioni freatiche

Analizzando l’attività del Supervulcano dei Campi Flegrei, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno rilevato peculiari sequenze di terremoti chiamate Burst-like swarms, ovvero “sciami simili a esplosioni”. Sono potenziali segnali di eruzioni freatiche, come evidenziato in altre aree vulcaniche. Ecco di cosa si tratta.
A cura di Andrea Centini
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La caldera della Solfatara
La caldera della Solfatara

L'aumento di sismicità evidenziato negli ultimi anni nell'area del supervulcano dei Campi Flegrei presenta una caratteristica peculiare, evidenziata in un nuovo studio che si è concentrato sui terremoti registrati tra il 2021 e il 2024. In parole semplici, i ricercatori hanno identificato una serie di sequenze sismiche vulcano-tettoniche estremamente rapide, con un brevissimo intervallo di tempo tra un evento e l'altro. Si tratta di cosiddetti “sciami simili a esplosioni” (Burst-like swarms), così veloci da non essere facilmente rilevabili. Simili fenomeni erano stati riscontrati anche nelle caldere di altre aree vulcaniche e, secondo gli autori dello studio, potrebbero essere un segnale di possibili eruzioni freatiche. L'attività freatica è legata alle interazioni tra l'acqua e il materiale vulcanico caldo, come il magma, che possono dar vita a eruzioni caratterizzate dall'espulsione di rocce, vapori e acqua. Non sempre è coinvolto il magma. È doveroso sottolineare che al momento si tratta solo di un'ipotesi e non ci sono prove di queste potenziali eruzioni freatiche, ma le sequenze di sciami burst-like sono chiaramente un segnale da monitorare.

A condurre lo studio è stato un team di ricerca dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della sezione di Pisa dell'INGV e dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Come indicato dall'istituto, dall'inizio dell'attuale crisi bradisismica ai Campi Flegrei, cominciata nel 2005, i sismografi hanno registrato oltre 23.000 terremoti. Gli ultimi più significativi sono stati otto sismi in sequenza che, martedì 11 febbraio, nel giro di pochi minuti sono stati distintamente avvertiti in diversi comuni a Ovest di Napoli, tra cui Bacoli e Pozzuoli. La scossa più forte è stata di magnitudo 1.8.

Anche se di lieve entità, questi terremoti risultano molto evidenti per la popolazione perché si verificano nei pressi della superficie. “Bisogna considerare che la magnitudo di una scossa indica l'energia sprigionata, ma il modo in cui viene percepita in superficie dipende anche molto dalla profondità a cui si registra. Più è vicino alla superficie, più sarà percepita con forza. Nell'area dei Campi Flegrei le scosse sono avvertite molto dalla popolazione perché si verificano a una scarsa profondità”, ha spiegato a Fanpage.it il dottor Piergiorgio Scarlato, Dirigente vulcanologo dell'INGV.

La caldera dei Campi Flegrei. Credit: INGV
La caldera dei Campi Flegrei. Credit: INGV

Fra le decine di migliaia di sismi rilevati ai Campi Flegrei – chiaramente non tutti percepiti dalle persone – una parte è rappresentata proprio dalle peculiari sequenze di sciami simili a esplosioni, con tempi inter-evento estremamente rapidi. Un esempio è la sequenza del forte terremoto del 20 maggio 2024, al quale sono stati associati una quarantina di eventi in sequenza molto rapidi, con un tempo medio di circa 8 secondi tra un fenomeno e l'altro. Come spiegato dalla dottoressa Flora Giudicepietro e colleghi nello studio, questi sciami “possono essere indicatori significativi di processi idrotermali e geodetici”.

Sequenze analoghe sono state rilevate anche presso altri vulcani, come il Mammoth Mountain, un complesso di cupole di lava negli Stati Uniti molto attivo dal punto di vista idrotermale. In questo caso il meccanismo che ha innescato i Burst-like swarms “è stato attribuito a una rottura fragile dovuta a rapide fluttuazioni della pressione del fluido”, spiegano gli scienziati italiani. Altri eventi simili sono stati registrati nel complesso vulcanico Tatun a Taiwan; in questo caso sono stati associati alle "variazioni di pressione dovute all'iniezione di fluido". Gli sciami simili a esplosioni sono legati anche all'eruzione freatica del 29 giugno 2015 verificatasi sul vulcano Hakone, sito nella prefettura di Kanagawa in Giappone. In quell'occasione l'esplosione di rocce, vapore e cenere proiettò circa 100 metri cubi di materiale, non distante dal vulcano.

Anche i peculiari sciami esplosivi rilevati ai Campi Flegrei vengono interpretati dagli esperti come “la risposta fragile all'aumento della pressione del fluido del sistema idrotermale”, ampiamente documentato da altri studi. In pratica, la roccia della crosta si sta deformando a causa della pressione dovuta all'iniezione dei fluidi idrotermali. “Il potenziale effetto di un regime di stress estensionale intensificato su un sistema idrotermale sempre più pressurizzato potrebbe essere un aumento della permeabilità della roccia, promuovendo ulteriormente le emissioni di gas e la rapida circolazione di fluidi caldi negli strati crostali superiori. Concettualmente, queste condizioni possono predisporre il sistema all'attività freatica e il verificarsi di sequenze tipo burst potrebbe essere un indicatore di questa possibilità nell'area Solfatara-Pisciarelli”, spiegano gli autori dello studio, aggiungendo che comunque si tratta di una “interpretazione speculativa” e serviranno ulteriori studi per tutte le conferme del caso.

Tali sequenze sono state rilevate principalmente nell'area idrotermale Solfatara-Pisciarelli, dove negli ultimi anni è stato registrato un significativo degassamento; nel 2024 si è verificato un flusso di circa 1.600 tonnellate di anidride carbonica (CO2) al giorno dal cratere solfatara. Sciami burst-like sono stati rilevati anche in relazione alle cupole laviche del Monte Olibano, dove è presente un'anomalia geodetica peculiare. Lo studio di questi fenomeni, dei parametri geofisici e geochimici sta aiutando gli scienziati a interpretare il comportamento del supervulcano e a prevederne l'evoluzione, a tutto vantaggio della sicurezza. Ricordiamo che ad oggi l’allerta per il supervulcano è al Livello Giallo ed è stata attivata la fase operativa di Attenzione. I dettagli della nuova ricerca “Burst-like swarms in the Campi Flegrei caldera accelerating unrest from 2021 to 2024” sono stati pubblicati su Nature Communications.

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