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Satellite europeo in caduta sulla Terra, ESA tenterà manovre per evitare incidenti: quando cadrà

Il satellite per lo studio del vento Aeolus sta precipitando verso la Terra; l’Agenzia Spaziale Europea tenterà manovre senza precedenti per deviarlo verso il mare aperto. Quali sono i rischi e quando dovrebbe schiantarsi.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ESA
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Il satellite europeo Aeolus è in caduta sulla Terra e c'è il rischio (remoto) che alcuni detriti possano colpire la superficie, provocando danni, feriti o peggio. L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) per scongiurare questo pericolo attuerà una serie di manovre senza precedenti per guidare il satellite verso il mare aperto e il più lontano possibile dalla terraferma. In parole semplici, gli ingegneri e i tecnici proveranno a eseguire un rientro controllato di un veicolo spaziale originariamente concepito per rientrare senza il controllo umano. Se l'operazione avrà successo potrebbe fare scuola per la moltitudine di satelliti progettati nello stesso modo e che in futuro rischiano di piombarci sulla testa.

Aelous, il cui nome completo è Atmospheric Dynamics Mission (ADM) Aeolus, è stato lanciato con successo nell'agosto del 2018 e ha avuto una vita operativa più lunga di quella inizialmente prevista, superando anche le aspettative scientifiche di chi lo ha immaginato, costruito e inviato nello spazio. Come suggerisce il nome, il satellite è stato progettato per lo studio dei venti sulla Terra (Eolo era la divinità del vento nella mitologia greca, anche se alcuni non accennano alla sua natura divina). Grazie soprattutto al suo strumento ALADIN (Atmospheric LAser Doppler Instrument) era in grado di misurare a velocità dei venti con un dettaglio mai visto prima, fornendo informazioni preziosissime dal punto di vista meteorologico. Grazie a Aeolus, le previsioni meteo sono state infatti migliorate sensibilmente. Lo strumento, come spiegato dall'ESA in un comunicato stampa, dopo un aumento delle prestazioni è stato infine spento, proprio in previsione del rientro sulla Terra, a causa dell'incombente esaurimento del carburante.

Nonostante sia stato lanciato solo cinque anni fa, Aeolus si basa su un progetto degli anni '90 e non prevedeva il rientro controllato sulla Terra; oggi, invece, c'è un regolamento internazionale che impone queste manovre di sicurezza a salvaguardia delle persone, dell'ambiente e delle infrastrutture. Perché se è vero che il pianeta è grande ed è principalmente coperto dagli oceani, non è detto che ci andrà sempre bene. Non si può infatti escludere a priori che la caduta libera di questi oggetti possa prima o poi creare incidenti potenzialmente mortali in un ambiente urbano.

Negli ultimi anni sono balzati agli onori della cronaca i rientri incontrollati degli stadi dei razzi Long March 5B lanciati dalla Cina, ma come dimostrano i casi di Aeolus e altri veicoli spaziali della NASA si tratta di un problema internazionale, che nei prossimi anni peggiorerà proprio a causa del fatto che molti satelliti non progettati per il rientro sicuro precipiteranno sulla Terra. Giusto per fare un esempio, i detriti di un razzo cinese caddero nel 2020 su un villaggio della Costa d'Avorio, ma i dati sui danni a cose e persone non furono mai ufficialmente divulgati (all'epoca il mondo intero era anche alle prese con la fase critica della pandemia).

Le manovre per far rientrare in sicurezza Aeolus. Credit: ESA
Le manovre per far rientrare in sicurezza Aeolus. Credit: ESA

L'ESA ha sottolineato che Aeolus sta perdendo quota di circa 1 chilometro al giorno e sta accelerando verso il pianeta, ma al momento non c'è ancora una data precisa per il rientro, anche perché la velocità può essere influenzata dall'attività solare (e sappiamo che in questo periodo la stella è parecchio turbolenta, dato che si sta avviando verso il picco massimo dell'attività magnetica). Se la serie di manovre che verrà tentata per il recupero avrà successo, al momento si stima un rientro per la fine di luglio o l'inizio di agosto. I modelli al momento prevedono che il satellite – di oltre una tonnellata – si disintegri quasi totalmente durante entrando nell'atmosfera terrestre, a causa del fortissimo attrito che lo farà letteralmente bruciare. Questo processo inizierà a una quota di circa 80 chilometri. Tuttavia, sempre secondo questi modelli, alcuni dei detriti potrebbero sopravvivere e rappresentare un pericolo; proprio per questo col carburante rimanente l'ESA proverà a indirizzare il satellite verso il mare aperto.

Quando Aeolus raggiungerà i 280 chilometri di altezza verranno impartiti dei comandi che nel giro di sei giorni dovrebbero inserirlo nella traiettoria desiderata. Con manovre ad hoc il satellite sarà fatto scendere prima a 250 chilometri e poi a 150 chilometri; a questo punto sarà impartito l'ultimo comando fondamentale che, si augurano tutti, possa far precipitare il veicolo spaziale esattamente dove non nuocerà a nessuno. “I nostri team di ingegneri ed esperti in detriti, dinamiche di volo e sistemi di terra, hanno progettato una serie di manovre e operazioni per assistere Aeolus e tentare di rendere il suo rientro ancora più sicuro di quanto non fosse originariamente progettato”, ha dichiarato la dottoressa Isabel Rojo, responsabile del volo di Aeolus. “Siamo fiduciosi di poter avere successo con questo sforzo pionieristico che stabilirà un nuovo standard per la sicurezza spaziale e la sostenibilità ora e in futuro”, gli ha fatto eco il dottor Tommaso Parrinello, Mission Manager di Aeolus dell'ESA. Non resta che attendere l'avvicinamento del satellite e sperare che l'operazione vada a buon fine.

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