Satellite europeo ERS-2 in caduta incontrollata sulla Terra: quando e dove precipiterà
Il satellite European Remote Sensing 2 (ERS-2) in caduta libera sulla Terra è ormai prossimo a schiantarsi sul nostro pianeta. Il rientro avrà luogo nella giornata di mercoledì 21 febbraio, presumibilmente quando in Italia saranno le 21:53, con un margine di incertezza di poco più di 7 ore. È questo l’ultimo aggiornamento su data e orario della caduta di ERS-2 comunicato dallo Space Debrits Office dell’Agenzia spaziale europea (ESA), in cui si precisa che “l’incertezza della previsione è dovuta all’influenza imprevedibile dell’attività solare, che altera la densità dell’atmosfera terrestre e quindi la resistenza subita dal satellite”.
Al momento, il satellite ERS-2 si trova a un’altitudine orbitale di circa 200 km ma, mentre decade verso gli strati più densi dell’atmosfera terrestre, è destinato a precipitare, in quando l’unica forza che causa il decadimento è proprio la resistenza esercitata dall’atmosfera, la cui densità è, come detto, influenzata dall’attività solare. La sua caduta è stata fotografata da altri satelliti nello spazio e, come indicato dell’ESA, che l’ha lanciato nel 1995, prima di concludere la sua missione, nel 2011, sono state effettuate 66 accensioni del motore che hanno esaurito il carburante rimanente e hanno abbassato l’altitudine media del satellite, accelerando il suo decadimento orbitale per consentire il rientro in 15 anni. Ora quel tempo è finito e il satellite è ormai sul punto di schiantarsi sulla Terra.
Quando e dove precipiterà il satellite ERS-2 sulla Terra
Il satellite European Remote Sensing 2 (ERS-2) dell’Agenzia spaziale europea (ESA) precipiterà sulla Terra nella giornata di mercoledì 21 febbraio, presumibilmente quando in Italia saranno le ore 21:53, anche se al momento l’incertezza di questa previsione è di poco più di 7 ore (+/- 7,48 ore).
A causa dell’influenza dell’imprevedibile attività solare sulla densità dell’atmosfera e, di conseguenza, sulla resistenza esercitata dall’atmosfera sul satellite, al momento non è possibile dire con esattezza quando avverrà, la cui caduta – essendo il esaurito il carburante – rimarrà incontrollata. Previsioni più aggiornate potrebbero essere fornite nelle prossime 24 ore, dopo che il satellite avrà completato le sue ultime orbite. L’ESA prevede che ERS-2 inizi a bruciare nell’atmosfera una volta che la sua altitudine sarà scesa a circa 80 km.
“Ciò avviene quasi 15 anni dopo le manovre di deorbitazione e ben entro i tempi previsti” ha aggiunto l’Agenzia spaziale europea che sta monitorando attentamente il decadimento orbitale. Tuttavia, trattandosi di un rientro incontrollato, l’ESA ha sottolineato che “è impossibile prevedere esattamente quando e dove il satellite inizierà a bruciare”, specificando che “la finestra di incertezza durante la quale è possibile il rientro continuerà a ridursi fino al momento del rientro stesso”.
Quali sono i rischi del rientro incontrollato di ERS-2
Il satellite ERS-2, che ha una massa stimata di 2.294 kg senza carburante, “si ridurrà in frammenti a circa 80 km sopra la superficie terrestre” e che “la stragrande maggioranza di questi frammenti brucerà nell’atmosfera” ha precisato l Agenzia spaziale in una FAQ sul rientro del satellite. Alcuni frammenti potrebbero però raggiungere la superficie terrestre, dove “molto probabilmente cadranno nell’oceano” ha evidenziato l’ESA, ricordando che circa il 70% della superficie del nostro pianeta è coperta dall’acqua e evidenziando che il rischio di essere colpiti da un detrito spaziale è inferiore a 1 su 100 miliardi.
“In confronto, si tratta di una probabilità di 1,5 milioni di volte inferiore al rischio di morire in un incidente domestico, di 65.000 volte inferiore al rischio di essere colpiti da un fulmine e di tre volte inferiore al rischio di essere colpiti da un meteorite”.
Ad ogni modo, l’ESA e una rete internazionale di partner continueranno a monitorare la caduta di ERS-2, l’orbita finale e il suo rientro nell’atmosfera, fornendo aggiornamenti in tempo reale sul blog dell’ESA. Riguardo invece i dati provenienti direttamente dallo Space Debris Office dell’ESA possono essere trovati qui.