Satellite della NASA in caduta incontrollata verso la Terra: si schianterà tra domenica e lunedì
Un satellite in disuso della NASA è in caduta incontrollata verso la Terra. Non è ancora possibile stabilire con precisione dove precipiterà. Il veicolo spaziale coinvolto è l'Earth Radiation Budget Satellite (ERBS), in orbita da quasi 40 anni: fu infatti lanciato il 5 ottobre 1984 dallo Space Shuttle Challenger durante la missione STS-41-G, partita dal Kennedy Space Center. Il satellite, progettato per studiare le radiazioni sulla Terra, gli aerosol e i gas della stratosfera (ozono, vapore acqueo, biossido di azoto etc etc), era stato disattivato dall'agenzia aerospaziale statunitense il 14 ottobre del 2005, dopo oltre 20 anni di onorata carriera, quando avrebbe dovuto “sopravvivere” soltanto per un paio di anni. Da allora è in lenta ma costante e inesorabile caduta verso il pianeta, una lunghissima corsa che si interromperà bruscamente nelle prossime ore.
In base all'ultimo bollettino rilasciato dal Center for Orbital Reentry and Debris Studies (CORDS) di Aerospace Corporation l'impatto con la superficie terrestre è previsto alle 03:49 UTC (le 04:49 in Italia) di lunedì 9 gennaio, con un margine di errore molto ampio, di più o meno 13 ore. Ciò significa che potrebbe schiantarsi tra le 15:49 di domenica 8 e le 17:49 di lunedì 9 (ora italiana). Fortunatamente, al momento, in base alla previsione di impatto del CORDS il territorio italiano non è esposto al rischio di caduta di detriti. Tutta l'Europa al momento è fuori dalla “linea di tiro” del satellite impazzito, mentre sono a rischio quasi tutto il Nord America e il Sud America, l'Africa (ad eccezione di parte dei Paesi centro-settentrionali), tutto il Medio Oriente, l'Asia e l'Oceania. Ma le cose potrebbero cambiare repentinamente. Con il passare delle ore gli scienziati sapranno determinare con maggiore precisione orario e luogo di impatto.
La NASA ha specificato in un comunicato stampa che il satellite ERBS pesa 5.400 libbre, ovvero 2,4 tonnellate. La maggior parte di esso brucerà a contatto con l'atmosfera grazie al processo di ablazione – lo stesso alla base della formazione delle meteore -, tuttavia “si prevede che alcuni componenti sopravvivranno al rientro”. L'agenzia aerospaziale degli USA sottolinea che il rischio di essere colpiti dai detriti per chiunque sulla Terra è molto basso (1 su 9.400), ma non è pari a zero, dunque una potenziale tragedia è sempre dietro l'angolo. Per scongiurare i rischi da diversi anni le principali agenzie spaziali effettuano rientri controllati verso il “Punto Nemo” nell'Oceano Pacifico, il luogo più remoto della Terra dove si trova un vero e proprio cimitero dei veicoli spaziali. L'ERBS fu lanciato 40 anni fa e non è dotato di questa importante misura di sicurezza.
Ma anche i lanci più recenti possono mettere a repentaglio la vita di chiunque. Questa storia, infatti, ricorda molto da vicino quelle dei rientri incontrollati dei razzi Long March 5B, lanciati dalla Cina per la costruzione della stazione spaziale Tiangong. Quattro stadi centrali – lunghi circa 30 metri e pesanti oltre 23 tonnellate – sono rientrati sulla Terra in modo incontrollato negli ultimi 3 anni, l'ultimo dei quali è caduto nell'Oceano Pacifico centromeridionale il 4 novembre dello scorso anno. Anche in altre due occasioni i frammenti sopravvissuti all'ablazione finirono in mare, ma nel 2020 alcune parti caddero su un villaggio della Costa d'Avorio provocando danni (la cui entità non è mai stata resa nota ufficialmente). La speranza è che anche il satellite della NASA finisca in mare senza arrecare danni a persone, animali, ambiente e cose. Non resta che attendere gli ulteriori comunicati degli esperti per sapere dove e quando l'ERBS cadrà esattamente.