video suggerito
video suggerito

Samuele Bersani è guarito da un tumore ai polmoni al primo stadio: quali sono le altre fasi del cancro

Dal palco dell’Arcimboldi il cantautore romagnolo ha annunciato di essere guarito da un tumore ai polmoni di primo stadio. I tumori vengono in genere classificati in quattro (o cinque stadi): questi sono il risultato di una valutazione che tiene conto di diversi parametri, tra cui dimensioni, stadio di avanzamento e presenza di metastasi.
1.225 CONDIVISIONI
INSTAGRAM | A sinistra foto dal profilo ufficiale di Samuele Bersani
INSTAGRAM | A sinistra foto dal profilo ufficiale di Samuele Bersani

"Ho avuto un tumore ai polmoni, primo stadio. Primo stadio vuol dire che ci sono arrivati in tempo". Con queste parole, durante il suo concerto al Teatro degli Arcimboldi di Milano, Samuele Bersani ha raccontato ai fan di aver avuto un tumore ai polmoni al primo stadio. È stato questo il motivo – ha aggiunto il contattore – che a novembre – quando ha scoperto di essere malato – lo ha costretto a posticipare le ultime date del tour in corso.

"Primo stadio vuol dire che per fortuna non ho dovuto fare né chemio né radio, però mi sono dovuto far togliere un lobo, un pezzettino di polmone, che per il mio mestiere non è che sia proprio il massimo", ha aggiunto il cantautore bolognese, rassicurando il pubblico sulle sue attuali condizioni di salute: "Ora posso finalmente dire, anzi urlare, che sto bene, sono guarito!", ha scritto Bersani in un post sul suo profilo Instagram.

Come ha spiegato Bersani comunicando la notizia della sua guarigione, un tumore di stadio I è un tumore in fase iniziale e generalmente più facile da trattare e curare. In genere infatti nel linguaggio comune si parla di "stadi del tumore". Vediamo quali sono gli stadi che può avere un cancro e in cosa consistono.

Come si classificano i tumori

I tumori non sono tutti uguali e in corso della loro evoluzione assumono caratteristiche diverse. Il termine "cancro" – spiega Humanitas – è infatti molto generico, non indica un'unica malattia, ma un insieme molto eterogeneo e vario di patologie. L'origine è la stessa, ovvero un'anomalia nel ciclo di vita e morte delle cellule. In condizioni normali infatti queste nascono, si moltiplicano e quando invecchiano o subiscono dei danni vengono eliminate. Se però questo meccanismo "si rompe", le cellule danneggiate sopravvivono e si moltiplicano fino a formare il tumore.

Oltre alla prima, fondamentale, distinzione tra tumore benigno e tumore maligno (o cancro), in medicina esistono diversi sistemi per classificare i tumori. Nel linguaggio comune si parla di "stadi" del tumore. La stadiazione – spiega l'Istituto Nazionale dei Tumori – è "il processo con il quale, mediante l’esecuzione di una serie di esami, si stabilisce l’estensione e quindi la “gravità” della malattia". In genere i tumori vengono classificati in quattro stadi, indicati con i numeri romani, a cui alcuni aggiungono lo stadio 0. Questa però è una semplificazione, mentre in ambito clinico la diagnosi di un tumore si basa su un ben ampio spettro di criteri.

Come vengono classificati i tumori

La prima distinzione è quella tra tumori benigni e tumori maligni: i primi sono caratterizzati da cellule tumorali che creano masse in situ, ovvero che pur potendo diventare anche piuttosto grandi, restano delimitati. Inoltre, le cellule tumorali di questo tipo "conservano – spiega Humanita – le caratteristiche del tessuto da cui hanno origine e non tendono né a invadere gli organi circostanti, né a produrre metastasi". Nei tumori maligni, le cellule tumorali invece possono diffondersi in altri organi o invadere altre tessuti.

La Fondazione Airc spiega che i medici possono adottare diversi sistemi di stadiazione di un tumore, ma in tutti vengono presi in considerazione tre parametri principali, ovvero le dimensioni del tumore, se sono presenti cellule tumorali nei linfonodi e la presenza di eventuali metastasi a distanza dal tumore originario.

Cosa sono gli stadi di un tumore

Tra i vari metodi di stadiazione esistenti il TNM, sigla che sta per "Tumor, Node, Metastasis", è il più comune, nonché quello universalmente accettato. Questo metodo prevede che ciascuna lettera della sigla indichi una caratteristica del tumore valutata in genere con l'assegnazione di un numero. La lettera T indica le dimensioni del tumore primario (scala da T1 a T4, mentre T0 indica un tumore non rilevabile); la lettera N indica se ci sono cellule tumorali nei linfonodi (da 0 se non sono stati coinvolti linfonodi a 3 se ne sono stati coinvolti molti) e la lettera M serve a indicare la presenza di metastasi (O se non ci sono, 1 se vengono rilevati). A questo sistema di classificazione possono essere integrati altre lettere e valori.

Le differenze tra i diversi stadi

Rispetto al metodo TNM, la classificazione semplificata in quattro stadi si configura come – come si legge in un documento per operatori sanitari del Registro tumori Piemonte – una "condensazione delle sue categorie in numero più ristretto", che va da 0 (cancro in situ) a IV (metastasi a distanza). Semplificando quindi possiamo parlare di quattro stadi, cinque se si considera anche lo stadio 0.

Un tumore di stadio 0, anche definito "carcinoma in situ" è un raggruppamento di cellule epiteliali anomale che non hanno ancora acquisito la capacità di invadere i tessuti circostanti o diffondersi in altre parti del corpo. Si tratta dello stadio meno preoccupante da un punto di vista patologico, ma va comunque monitorato.

Lo stadio I rappresenta la fase iniziale del cancro: il tumore è confinato nell'area in cui ha avuto origine, ancora di piccole dimensioni. Queste caratteristiche in genere permettono di rimuoverlo chirurgicamente, ma a volte si può ricorrere anche a radioterapia o chemioterapia. Lo stadio II indica che il tumore è cresciuto rispetto alla fase precedente e può aver iniziato a coinvolgere i tessuti vicini, ma senza essersi diffuso in tutti i linfonodi (ma può essere presente in pochi linfonodi vicini), né aver dato origine a metastasi. Il trattamento può prevedere, oltre alla chirurgia, la chemioterapia o la radioterapia.

Nei tumori di stadio III, anche detti "localmente avanzati", il tumore si è esteso e può aver raggiunto diversi linfonodi e tessuti vicini al punto di origine, ma non organi o parti distanti del corpo. In base alle sue caratteristiche del cancro e il quadro clinico del paziente, il tumore in questa fase può essere trattato con un approccio combinato di chirurgia, radioterapia, chemioterapia e terapie mirate e il percorso clinico può variare molto da paziente a paziente. Lo stadio IV indica la fase più avanzata di evoluzione del tumore: il cancro si è diffuso a distanza dalla regione in cui si era originato, ovvero è diventato un tumore metastatico, e ha innescato nuove masse tumorali in altre parti del corpo, che vengono definiti "tumori secondari". Questo stadio è il più grave e complesso da trattare.

1.225 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views