Roccia misteriosa scoperta su Marte: è bianca e scintillante, diversa da tutte le altre
Durante la sua missione all'interno del cratere Jezero, su Marte, il rover Perseverance della NASA ha fatto una scoperta incredibilmente affascinante. Ha infatti individuato una roccia totalmente diversa dalle altre. È infatti bianca e scintillante, rispetto a quelle scure che la circondano. Per gli scienziati non solo è la prima del suo genere, ma non sanno nemmeno come sia finita lì, ai margini del cratere dove miliardi di anni anni fa si trovava un gigantesco lago. La roccia è stata trovata in una zona soprannominata “Monte Washburn”, una collina sulla quale sono disseminate diverse rocce degne di interesse. A concentrare l'attenzione degli esperti è stato però proprio il gioiello bianco, già finito nel mirino degli strumenti SuperCam e Mastcam-Z del rover.
Dalle analisi è emerso che la strana roccia è composta principalmente da pirosseno e feldspato, minerali silicati che sulla Terra si trovano ad esempio nelle rocce ignee e metamorfiche. Il primo lo si può trovare nel basalto e nella peridotite, mentre il secondo nel granito e nell'andesite. Gli scienziati della NASA hanno deciso di chiamare la curiosa roccia "Atoko Point", come una vetta sul Grand Canyon orientale caratterizzata da una composizione unica di calcare Kaibab, risalente al Permiano. Proprio la sua unicità rispetto alle strutture geologiche che la circondano hanno ispirato il nome per questa roccia marziana. Dalle misurazioni è emerso che ha una larghezza di 45 centimetri e un'altezza di 35 centimetri: “In termini di dimensioni, forma e disposizione dei suoi grani minerali e cristalli – e potenzialmente della sua composizione chimica – Atoko Point è in una lega a sé stante”, ha spiegato la NASA in un comunicato stampa.
Secondo alcuni ricercatori, i minerali della curiosa roccia potrebbero essere legati a un corpo magmatico sotterraneo che ora è esposto sul bordo del cratere Jezero, ma altri non escludono che possa essere stata portato in loco da lontano, grazie alle acque del fiume estinto Neretva Vallis che miliardi di anni fa si snodava nel cuore dell'area attualmente indagata da Perseverance (e che riforniva d'acqua il lago).
Il rover ha dovuto tagliare per il letto del fiume dopo diversi giorni marziani (o sol) molto complicati proprio a causa del terreno accidentato e disseminato di rocce. Se nelle settimane precedenti riusciva anche ad avanzare di 100 metri al giorno, mentre era diretto in un'area chiamata Bright Angel per ricercare depositi di carbonato e olivina, nell'ultima fase è riuscito ad avanzare al massimo di 30 metri. Fino alla decisione finale degli ingegneri di tagliare una parte del percorso originariamente previsto, attraversando il suddetto fiume.
Fortunatamente è stato comunque possibile arrivare al Monte Washburn, costellato da rocce particolarmente interessanti. “La diversità di strutture e composizioni del Monte Washburn è stata una scoperta entusiasmante per il team, poiché queste rocce rappresentano un sacco di doni geologici portati giù dal bordo del cratere e potenzialmente oltre”, ha dichiarato il dottor Brad Garczynski della Western Washington University di Bellingham, che sta guidando l'attuale fase di ricerca scientifica del rover.
Tra i vari elementi geologici studiati sono rimasti particolarmente colpiti proprio da Atoko Point, la prima roccia del suo genere individuata sul suolo marziano, anche se sperano di trovarne altre simili nel prosieguo della missione. Gli scienziati pagherebbero oro per portare sulla Terra rocce incontaminate del Pianeta Rosso, ma al momento questo obiettivo sembra molto complicato. Soprattutto dopo il recente e significativo taglio al budget previsto per il recupero dei campioni raccolti da Perseverance, passato da 11 miliardi di dollari a 5-7 miliardi di dollari.