Rivoluzionario trapianto di cellule staminali ridona la vista a pazienti con gravi danni alla cornea
Un pionieristico trapianto sperimentale di cellule staminali ha ripristinato la vista in alcuni pazienti affetti da una grave malattia della cornea che la compromette: il deficit di cellule staminali limbari (LSCD). A due anni dall'intervento non solo è stato attenuato l'offuscamento corneale caratteristico della condizione nella sua fase avanzata, ma è stata migliorata anche l'acuità visiva e la visione a distanza. In altri termini, è stata migliorata sensibilmente la capacità di vedere all'interno di quadri clinici particolarmente complessi. È la prima volta che in un trapianto vengono utilizzate cellule epiteliali corneali ottenute da cellule staminali pluripotenti indotte (iPCS), ovvero staminali in grado di differenziarsi in qualunque altra cellula dell'organismo a partire da cellule somatiche adulte, come quelle della pelle e del sangue. Le iPCS sono state create dallo scienziato giapponese Shinya Yamanaka nel 2006 e per la sua scoperta rivoluzionaria ha vinto il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina nel 2012. Sono infatti estremamente preziose per la rigenerazione dei tessuti danneggiati, oltre che per condurre ricerca scientifica.
A trapiantare per la prima volta cellule epiteliali corneali derivate da iPSC (iCEPS) per ripristinare la vista in pazienti con deficit di cellule staminali limbari è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati giapponesi dei dipartimenti di Oftalmologia e di Informatica della Visione dell'Università di Osaka, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra essi il Dipartimento di innovazione medica dell'Ospedale universitario di Osaka; il Centro per la ricerca e l'applicazione delle cellule iPS dell'Università di Kyoto; la Divisione R&S della società Topcon Corporation; e la Scuola di Optometria e Scienze della Visione dell'Università di Cardiff. I ricercatori, coordinati dal professor Kohji Nishida e dal dottor Takeshi Soma, hanno coinvolto quattro pazienti con LSCD in uno studio clinico non randomizzato e a braccio singolo condotto presso l'ospedale universitario di Osaka. Due di essi avevano deficit di cellule staminali limbari idiopatico (una donna di 44 anni e un uomo di 72), mentre gli altri due erano affetti da pemfigoide delle mucose oculari (un uomo di 66 anni) e da necrosi epidermica tossica (una donna di 39 anni).
Lo scopo del trial clinico era determinare se un trapianto di cellule epiteliali corneali derivate da iPSC, a loro volta ottenute dal sangue, fosse sicuro ed efficace contro il deficit di cellule staminali limbari. Come spiegato dall'Osservatorio delle Malattie Rare, le cellule staminali limbari “presiedono alla differenziazione e proliferazione delle cellule epiteliali corneali”, sono dunque “dei veri e propri centri germinativi da cui traggono origine le cellule che andranno a ricoprire e proteggere la cornea”. I “centri di produzione” di queste cellule si trovano alla base della cornea e permettono di mantenerla limpida e cristallina anche con l'avanzare dell'età. Quando per qualche motivo si verifica una carenza di queste cellule – per condizioni congenite, sindromi o incidenti – si innescano infiammazione, lacrimazione, rossore e altri disturbi; nelle fasi avanzate tende ad accumularsi tessuto cicatriziale e la cornea si offusca, compromettendo di fatto la vista. Ecco perché gli scienziati giapponesi hanno voluto verificare gli effetti del ripristino di queste cellule attraverso un trapianto di fogli di iCEPS.
Come evidenziato nell'abstract dello studio, il trapianto è risultato sicuro e non sono emersi esiti avversi gravi come tumori o rigetto clinico nell'arco dei due anni del periodo di follow-up. I segni del miglioramento della vista sono emersi a circa 7 mesi e, a poco più di un anno dall'impianto, è stato evidenziato che “lo stadio della malattia era migliorato, l'acuità visiva corretta a distanza era migliorata e l'opacizzazione corneale era diminuita in tutti gli occhi trattati”. “I difetti epiteliali corneali, i sintomi soggettivi, i punteggi del questionario sulla qualità della vita e la neovascolarizzazione corneale sono per lo più migliorati o sono rimasti invariati”, hanno sottolineato gli studiosi. La donna di 44 anni e l'uomo di 62 anni hanno ottenuto risultati migliori degli altri due, che non avevano ricevuto la somministrazione di ciclosporina a basso dosaggio. Solo la paziente di 39 anni ha manifestato una regressione, verosimilmente per una risposta immunitaria severa al trapianto (era anche la paziente con la condizione di base più severa), non avendo ricevuto il farmaco immunosoppressore.
Il basso numero di partecipanti al piccolo trial clinico non deve far giungere a conclusioni affrettate, tuttavia appare evidente che il trapianto di iCEPS possa essere molto efficace per i pazienti con LSCD. Serviranno comunque studi clinici più ampi e randomizzati per essere certi della sicurezza e dell'efficacia del trattamento. I dettagli dello studio “Induced pluripotent stem-cell-derived corneal epithelium for transplant surgery: a single-arm, open-label, first-in-human interventional study in Japan” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet.