Ritirato lo studio sull’idrossiclorochina, il farmaco sostenuto da Trump per il Covid
Lo studio sull’idrossiclorochina come cura per il Covid è stato ritirato dopo più di quattro anni dalla sua pubblicazione: lo studio aveva sollevato forti dubbi nella comunità scientifica, che aveva più volte criticato i risultati della sperimentazione, per la qualità dei dati e un processo di approvazione poco chiaro.
L’uso off-label del farmaco antimalarico, proposto come “cura miracolosa” per il Covid, era stato tuttavia ripreso da diversi politici, incluso l’allora (e futuro) presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, nella prima ondata del pandemia, nel 2020, lo promuoveva spiegando di averlo assunto lui stesso (“Cosa hai da perdere, prendila! erano state le sue parole). In Italia, tra i sostenitori dell’idrossiclorochina contro il Covid anche Matteo Salvini.
Lo studio, originariamente pubblicato sull’International Journal of Antimicrobial Agents è stato ora ritirato per “preoccupazioni sull’approvazione etica e dubbi sulla condotta della ricerca”. Con quasi 3.400 citazioni, è il secondo studio più citato in assoluto ad essere stato ritirato. Per il suo co-autore, il microbiologo francese Didier Raoult dell’Istituto mediterraneo di malattie infettive (IHU) di Marsiglia, si tratta del 28° articolo ritirato.
Cosa diceva lo studio sull’idrossiclorochina contro il Covid
Lo studio sull’idrossiclorochina era stato condotto su un campione di soli 36 partecipanti totali, nell’ambito di una sperimentazione che ha comportato il trattamento di 10 pazienti Covid con 600 milligrammi dell’antimalarico idrossiclorochina. Ad alcuni pazienti era stato somministrato anche l’antibiotico azitromicina.
Sulla base dei risultati, gli autori avevano concluso che l’idrossiclorochina era “significativamente associata alla riduzione/scomparsa della carica virale nei pazienti COVID-19” e che questo effetto era stato ulteriormente migliorato dalla combinazione del trattamento con azitromicina.
Dopo la sua pubblicazione, il 20 marzo 2020, lo studio sollevò non poche critiche per le ridotte dimensioni del campione, ma anche per la rapidità con cui si passò dall’invio dello studio iniziale e alla pubblicazione online, facendo emergere come l’intero processo di revisione fosse durato appena quattro giorni (l’invio del manoscritto è datato 16 marzo).
Nella nota con cui è stato annunciato il ritiro dello studio, pubblicata il 17 dicembre, l'editore Elsevier, insieme all'International Society of Antimicrobial Chemotherapy (ISAC), comproprietaria della rivista, ha affermato di aver esaminato lo studio e, tra le altre preoccupazioni, di non essere stato in grado di confermare se l’approvazione etica fosse stata ottenuta prima che i pazienti prendessero parte alla sperimentazione, né se tutti abbiano realmente preso parte allo studio prima che i dati fossero analizzati e inclusi nel manoscritto presentato.