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Risvegliato verme preistorico di 50.000 anni trovato nel permafrost della Siberia

Un team di ricerca internazionale ha risvegliato in laboratorio un verme nematode rimasto “dormiente” per quasi 50mila anni nel permafrost della Siberia. Si tratta di una nuova specie chiamata Panagrolaimus kolymaensis. È l’animale rimasto più a lungo in criptobiosi noto alla scienza.
A cura di Andrea Centini
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Credit: PLoS Genetics
Credit: PLoS Genetics

I ricercatori hanno risvegliato in laboratorio un verme nematode di quasi 50.000 anni, recuperato nel permafrost – il ghiaccio perenne – della Siberia (Russia). Si tratta dell'animale noto alla scienza ad aver resistito più a lungo nello stato di criptobiosi, una sorta di quiescenza nella quale il normale metabolismo si arresta, in attesa di una futura riattivazione. Gli animali entrano in questa condizione di vita / non vita quando le condizioni ambientali diventano estreme, ad esempio a causa del congelamento o dell'assenza di ossigeno.

Organismi viventi come rotiferi, tardigradi, artemie e altri nematodi possono resistere in questo stato per decenni, come evidenziato dalla ricerca scientifica, tuttavia alcuni invertebrati preistorici sembrano avere capacità molto superiori. Nell'ultimo decennio sono state infatti “risvegliate” diverse specie di nematodi in criptobiosi dai 10.000 ai 40.000 anni circa. Nel 2018, ad esempio, i ricercatori russi hanno riportato in vita in un laboratorio di Mosca un verme cilindrico del genere Panagrolaimus recuperato nel permafrost della Siberia a circa 30 metri di profondità; era rimasto nello stato dormiente per 32.000 anni. Durante la stessa spedizione è stato recuperato un altro nematode criptobionte del genere Plectus a 3,5 metri di profondità; in questo caso i ricercatori hanno calcolato un'età di ben 42.000 anni.

La nuova specie risvegliata di recente è stata chiamata Panagrolaimus kolymaensis e, secondo i calcoli degli studiosi, era in criptobiosi da ben 46.000 anni. Ciò, come indicato, lo rende l'animale con lo stato criptobiotico più longevo noto alla scienza. A scoprirlo e descriverne le caratteristiche è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati russi dell'Istituto di problemi fisico-chimici e biologici nella scienza del suolo di Pushchino e dell'Istituto zoologico RAS di San Pietroburgo, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Max Planck Institute for Molecular Cell Biology and Genetics di Dresda (Germania), dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Colonia, del Wellcome Sanger Institute di Cambridge e di altri istituti.

Credit: PLoS Genetics
Credit: PLoS Genetics

I ricercatori, coordinati dai professori Anastasia Shatilovich e Teymuras V. Kurzchalia, hanno raccolto i campioni di permafrost contenenti la nuova specie durante una spedizione nell'area costiera siberiana dell'Artico nord-orientale, nella formazione Duvanny Yar sita nei pressi del fiume Kolyma. Si tratta di una formazione del tardo Pleistocene composta da depositi di limo e ghiaccio perenne, nel cui cuore è possibile trovare i resti di organismi preistorici congelati. Oltre che nematodi criptobionti. Il verme Panagrolaimus kolymaensis è stato individuato a circa 40 metri di profondità. Attraverso la datazione al radiocarbonio del materiale vegetale trovato accanto all'organismo è stato determinato che l'avvio della criptobiosi è avvenuto in un intervallo compreso tra 45.839 e 47.769 anni fa.

I ricercatori hanno condotto un'approfondita indagine genomica della nuova specie e hanno scoperto che ha molti geni in comune con il Caenorhabditis elegans, un nematode vivente e organismo modello per la ricerca scientifica. Hanno dimostrato che i meccanismi biochimici impiegati dai due invertebrati “per sopravvivere all'essiccazione e al congelamento in condizioni di laboratorio sono simili”. In pratica, questo gruppo di animali ha sviluppato adattamenti che consentono di resistere in criptobiosi per intere ere geologiche, in attesa di risvegliarsi. Con lo scioglimento del permafrost a causa del cambiamento climaticoche sta accelerando la crescita della Porta dell'Inferno – in futuro potrebbero riemergere virus, batteri e anche nematodi di gruppi ritenuti estinti, con potenziali rischi per la salute pubblica, dato che contro i potenziali patogeni il nostro sistema immunitario non sarebbe preparato. I dettagli della ricerca “A novel nematode species from the Siberian permafrost shares adaptive mechanisms for cryptobiotic survival with C. elegans dauer larva” sono stati pubblicati su PloS Genetics.

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