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Non basta mettere una crema solare per proteggersi: i consigli degli esperti per prevenire i rischi

In un nuovo articolo pubblicato da pediatri e dermatologi italiani vengono messi in luce i possibili rischi per la salute legati alle creme solari. Quali sono e come proteggersi correttamente dal sole.
A cura di Andrea Centini
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La crema solare è un prodotto considerato praticamente indispensabile quando ci rechiamo al mare, soprattutto per i più piccoli, a causa dei significativi rischi legati a un'esposizione non sicura al Sole. Il principale pericolo è l'insorgenza del melanoma, un aggressivo tumore della pelle che vari studi hanno associato anche alle classiche scottature (eritema solare) da spiaggia durante l'infanzia e la gioventù. Ma nonostante l'abbondante disponibilità di filtri solari e il loro utilizzo sempre più esteso, si sta comunque registrando un incremento significativo di questa forma di cancro, come evidenziato anche nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) “I numeri del cancro in Italia 2023”.

Sembra dunque che i filtri solari non stiano adempiendo completamente al loro scopo protettivo, a causa di un utilizzo non sempre appropriato da parte dei consumatori. “Noi riteniamo che questa finalità non è stata raggiunta per il non corretto uso di tali filtri e per questo motivo proponiamo un incontro e confronto tra tutte le personalità scientifiche interessate all’argomento”, ha scritto nell'abstract di un Position Paper un team di ricerca italiano composto da specialisti in pediatria e dermatologia. Spesso, infatti, i quantitativi applicati sono inferiori alle concentrazioni raccomandate per proteggersi dai raggi UV (2 milligrammi per centimetro quadrato di pelle), inoltre non vengono riapplicati ogni due ore e non tutte le aree della cute vengono coperte con la stessa cura.

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Un rischio da non sottovalutare risiede nel fatto che l'applicazione sbagliata delle creme solari possa offrire una falsa sicurezza e aumentare l'esposizione pericolosa al Sole. L'obiettivo del confronto fra gli esperti proposto nel Position Paper è promuovere l'uso consapevole dei filtri solari tra l'utenza, “grazie anche all’intervento di figure professionali che guidino la loro prescrizione e di migliorarne la composizione, eliminando sostanze potenzialmente dannose per l’organismo umano, soprattutto in età pediatrica, come gli interferenti endocrini”, hanno sottolineato gli scienziati nell'articolo pubblicato sull’European Journal of Pediatric Dermatology e condiviso sul sito dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP).

Le creme solari, infatti, oltre al problema della falsa sicurezza, secondo gli autori dello studio non sono completamente scevre da rischi per la salute, e il loro libero utilizzo come semplici prodotti cosmetici e per la cura personale può avere conseguenze da non sottovalutare. La dottoressa Annamaria Moschetti, autrice principale del Position Paper e pediatra presso l'ACP, ha sottolineato in un comunicato stampa che i filtri solari possono essere di due tipologie differenti: chimici e fisici. “Ci sono evidenze scientifiche che i filtri chimici attraversano la pelle e passano in circolo. In molti casi hanno azione di interferenza endocrina: un rischio importante, soprattutto durante la vita fetale, nella prima infanzia e in adolescenza, tanto che la Food and Drug Administration americana non ha concesso la definizione di ‘efficacia e sicurezza' e l’American Academy of Pediatrics suggerisce di evitarli”, spiega l'esperta.

Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche capaci di alterare gli equilibri ormonali poiché sono in grado di bloccare i recettori o mimare l'azione degli ormoni naturali (ad esempio gli estrogeni), determinando effetti significativi soprattutto dal punto di vista dello sviluppo e della fertilità. I rischi sono considerati superiori per donne in gravidanza, bambini e adolescenti. Gli interferenti endocrini sono stati associati anche al cancro e al diabete. Tra i principali composti con queste proprietà finiti nel mirino degli scienziati figurano il bisfenolo A, le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) e gli ftalati. Le creme solari, secondo quanto evidenziato dagli autori del Position Paper, conterrebbero sostanze chimiche in grado di mimare gli ormoni, con potenziali rischi per la salute in caso di assorbimento.

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Nel mirino degli esperti vi sono anche i filtri solari fisici, considerati più sicuri proprio perché restano superficie sulla cute, “regalando” alla pelle quel caratteristico colore biancastro. Poiché antiestetici, negli ultimi anni si stanno promuovendo i filtri fisici a base di nanoparticelle, ma come spiegato dagli autori del Position Paper “ci sono prove controverse sulla possibilità che questo li abbia resi poco sicuri, perché potrebbero facilmente attraversare la pelle e dare origine a pericoli per la salute umana”. Non va inoltre dimenticato il grave impatto ambientale di questi composti, in grado di danneggiare soprattutto le barriere coralline e altri ecosistemi marini (in alcuni Paesi le creme solari contenenti determinati principi attivi sono state vietate dalle autorità locali).

Insomma, i filtri solari non sarebbero così innocui come si potrebbe immagine, proprio per questo il team di pediatri e dermatologi italiani ha deciso di pubblicare il nuovo articolo per mettere in guardia i consumatori, sottolineando che non devono essere l'unico modo per proteggersi dal sole. “Alla luce di quanto evidenzia una robusta e recente letteratura scientifica accreditata, ci corre l’obbligo, scientifico ed etico, di segnalare la possibilità di danni alla salute per l’utilizzo di filtri solari chimici ma anche fisici se con formulazioni “nano”, spiegano la dottoressa Moschetti e i colleghi.

Le sei regole d'oro per proteggersi dal sole

Se le creme solari non sono la panacea di tutti i mali per proteggersi dai dannosi raggi ultravioletti (UV) della radiazione solare, cosa possiamo fare per ottenere una sana esposizione al sole riducendo al minimo i rischi? L'Associazione Culturale Pediatri indica “sei regole d'oro” per proteggerci e proteggere i bambini.

  • La prima è relativa all'esposizione graduale al sole, al fine di abituare la pelle “a sviluppare le proprie difese naturali”. L'aumento dei tumori della pelle legati all'esposizione al sole è stato associato sia alla comparsa del buco dell'ozono che al modo in cui ci esponiamo al sole in occidente, con una vera e propria “immersione” nel periodo estivo e una scarsa esposizione nel resto dell'anno a causa del lavoro al chiuso. Ciò impedirebbe alla nostra pelle di sviluppare le difese adeguate catalizzando i rischi.
  • La seconda raccomandazione dei pediatri è quella di utilizzare vestiti adeguati per proteggerci. “Al fine di limitare la nostra esposizione, copriamoci con indumenti larghi e a trama fitta, possibilmente di colore scuro. Controlliamo la sicurezza solare di un tessuto tenendolo esposto alla luce: se riesci a vedere attraverso, i raggi UV possono facilmente penetrare nel tessuto e raggiungere la pelle”, spiega l'ACP
  • La terza regola d'ora riguarda le donne in dolce attesa e i bambini con meno di due anni. Per queste categorie particolarmente al rischio, per le quali i filtri solari potrebbero avere effetti significativi, i medici raccomandano di non esporsi al sole “a pelle nuda” tra le 10 e le 17. “Nelle età successive, le creme solari possono essere usate avendo cura di consultare prima il proprio medico di fiducia”, evidenziano i pediatri.
  • Le altre raccomandazioni sono relative al creare zone d'ombra sulla spiaggia (ad esempio con tende e ombrelloni); all'uso di occhiali da sole e cappelli larghi e leggeri in grado di coprire viso e collo; e al tenere in considerazione la disponibilità di abbigliamento tecnico in grado di filtrare i raggi solari.
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