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Rimuovere il cancro alla prostata e proteggere la funzione erettile: come funziona l’intervento NeuroSafe

L’asportazione della prostata può essere necessaria in caso di tumore tuttavia uno degli effetti collaterali più comuni è la compromissione della funzione erettile. NeuroSafe è una nuova tecnologia robotica che in fase sperimentale ha dato buoni risultati nel ridurre il rischio di disfunzione erettile e incontinenza urinaria, senza aumentare le probabilità di recidiva: come funziona.
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La prostatectomia, ovvero la rimozione chirurgica di una parte o di tutta la prostata, può essere un intervento salvavita in caso di cancro alla prostata, uno dei tumori più frequenti negli uomini. Tuttavia, soprattutto se la rimozione della prostata è totale – prostatectomia radicale -, questo intervento può danneggiare i nervi che si trovano sulla superficie esterna della prostata con il rischio di causare problemi di disfunzione erettile, uno degli effetti collaterali – insieme a quello di incontinenza urinaria – più comunemente associati a questo tipo di intervento. In molti casi questo scenario può essere risolto con la protesi peniena: in questo approfondimento l'andrologo ci ha spiegato come funziona.

Per ridurre il rischio che ciò avvenga un gruppo di medici di cinque ospedali del Regno Unito sta lavorando a una nuova procedura chirurgica che dai primi test si è dimostrata in grado di aumentare in modo significativo le possibilità di preservare la funzione erettile rispetto alla procedura standard. Questa nuova tecnica si chiama NeuroSafe o tecnica di sezione congelata e offre ai chirurgi la possibilità di verificare l'eventuale presenza di cellule tumorali nel tessuto circostante la prostata mentre l'operazione è in corso, evitando quindi la rimozione del tessuto sano con il duplice vantaggio di eliminare completamente il cancro, ma allo stesso tempo di risparmiare quanto più tessuto sano possibile e quindi i nervi che lo attraversano e che svolgono un ruolo importante nel controllare l'erezione.

Come funziona la nuova procedura chirurgica

NeuroSafe è – spiega il sito ufficiale – una tecnologia robotica di estrema precisione che permette ai medici di rimuovere la prostata con incisioni molto piccole, così da risparmiare i nervi che corrono sui tessuti esterni alla prostata e che si pensa siano responsabili dell'erezione, pur eliminando completamente la ghiandola e il cancro in essa localizzato. Finora infatti preservare il tessuto sano circostante al tumore per risparmiare i nervi era "associato a un aumento del rischio che il tumore rimanga sulla superficie del campione resecato": la chirurgia oncologica prevede infatti di rimuovere il tessuto canceroso insieme a un rivestimento di tessuto sano così da ridurre il rischio di recidiva. In caso di prostatectomia questo approccio implica per forza di cose un maggior rischio di danneggiare i nervi responsabili dell'erezione.

Tuttavia, questa nuova tecnica consente di tagliare con estrema precisione le aree della prostata adiacenti ai nervi risparmiati, congelarle rapidamente e colorarle in modo che possano essere esaminate attentamente da un patologo. Tutto mentre l'operazione è ancora in corso. Se l'esame rileva la presenza di tracce tumorali in queste sezioni allora viene rimossa anche la restante parte del tessuto esterno, in caso contrario invece questo può essere preservato, abbattendo il rischio che il paziente sviluppi disfunzione erettile, senza esporlo al rischio di recidiva.

I primi risultati sui pazienti

La tecnologia è stata testata in un trial su 344 uomini con cancro alla prostata – e nessuna storia di disfunzione erettile – per cui era necessario ricorrere a prostatectomia, di cui una metà è stata operata con la procedura standard e l'altra con il nuovo approccio sperimentale. I risultati sono stati pubblicati in uno studio sulla rivista The Lancet: dopo un anno dall'operazione il 56% degli uomini operati con l'intervento chirurgico standard ha sviluppato una grave disfunzione erettile, mentre solo il 23% non aveva avuto questo effetto o se lo aveva sviluppato era in forma lieve. Nel gruppo su cui è stata testata NeuroSafe invece i dati erano molto più incoraggianti: solo il 38% aveva sviluppato una forma severa di disfunzione erettile, mentre il 39% non aveva affatto o solo in forma lieve problemi di disfunzione erettile. Dati questi risultati, questo nuovo approccio si è dimostrato quindi efficace nel "migliorare la funzione erettile postoperatoria e il recupero precoce della continenza urinaria", tuttavia – avvertono i ricercatori – sono necessari ulteriori studi per convalidare i risultati anche sul lungo periodo.

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