video suggerito
video suggerito

Raro argonauta avvistato nello Stretto di Messina: le immagini del magnifico e misterioso animale

Nello Stretto di Messina è stato avvistato un raro argonauta, un mollusco cefalopode che vive in profondità e dunque molto difficile da osservare in superficie. Le immagini sono state riprese dagli scienziati della società di ricerca Necton Marine Research, che dopo aver documentato l’incontro hanno liberato l’esemplare. Ecco cosa sappiamo su questi enigmatici e meravigliosi animali marini.
A cura di Andrea Centini
138 CONDIVISIONI
Video thumbnail

Durante una sessione di monitoraggio sui cetacei nello Stretto di Messina un gruppo di studiosi della società di ricerca Necton Marine Research si è imbattuto in uno splendido quanto raro animale marino: l'argonauta (Argonauta argo). Il nome di questo rappresentante dei molluschi cefalopodi, gruppo tassonomico al quale appartengono anche polpi, seppie, calamari e nautili, è chiaramente ispirato agli eroi della mitologia greca – gli Argonauti, appunto – che a bordo della nave Argo si avventurarono alla ricerca del Vello d'Oro per riportarlo in patria. L'accostamento potrebbe sembrare ardito, ma è dovuto alla vaga somiglianza della “conchiglia” (o meglio, ooteca o pseudoconchiglia) del mollusco con la nave che portò Giasone e il suo equipaggio nelle terre della Colchide. Ma torniamo al protagonista di questo spettacolare incontro, che potete ammirare anche nel video condiviso da Necton sui propri canali social.

L'argonauta avvistato nello Stretto di Messina. Credit: Necton Marine Research
L'argonauta avvistato nello Stretto di Messina. Credit: Necton Marine Research

L'aspetto di questo mollusco è curioso e “preistorico”, dato che ricorda vagamente quello del bellissimo Nautilus pompilius, un fossile vivente che vive nell'Oceano Indiano e nel Pacifico racchiuso nella sua spettacolare conchiglia. Anche dalla pseudoconchiglia dell'argonauta, prodotta dalle sole femmine, escono la testa con i grandi occhi e le braccia (non tentacoli, dato che hanno una doppia fila di ventose). Come spiegatoci dalla società di ricerca, il piccolo argonauta è stato avvistato il 7 ottobre 2024 durante un'uscita per monitorare i mammiferi marini che attraversano lo Stretto di Messina, dove è presente un ecosistema peculiare e ricchissimo di biodiversità.

Una delle caratteristiche intrinseche di questo tratto di mare tra Sicilia e Calabria risiede nelle forti correnti innescate dall'“abbraccio” tra il Mar Ionio e il Mar Tirreno. È proprio grazie ad esse che in rare occasioni è possibile incontrare in superficie questi magnifici ed enigmatici animali, dei quali anche i biologi marini conoscono molto poco. Questi molluschi, infatti, vivono nelle acque profonde e in pochi hanno avuto la fortuna di poterne incontrare uno dal vivo. Necton ci ha spiegato che nel corso di un anno ne vengono avvistati circa tre, durante le uscite di ricerca scientifica. Quello appena filmato è il più piccolo in assoluto che hanno identificato, mentre a volte può capitare di imbattersi in esemplari molto grandi. Naturalmente dopo essere stato analizzato e filmato anche l'ultimo argonauta è stato rilasciato in mare.

Argonauta. Credit: NOAA Photo Library / Shannon Rankin
Argonauta. Credit: NOAA Photo Library / Shannon Rankin

L'aspetto curioso è che si avvistano solo le femmine. Negli argonauti, infatti, è presente un significativo dimorfismo sessuale, ovvero femmine e maschi hanno una morfologia decisamente diversa. Nel caso specifico, le femmine possono arrivare a superare anche i 30 centimetri di lunghezza, mentre i maschi non superano i 2 millimetri. Sussistono anche differenze nella colorazione, con la femmina di “lucente colore argenteo verde o violetto” mentre il maschio è “colore azzurro con macchie giallastre e rosso brunastre o tendenti al nero”, come spiegato dall'Area Marina Protetta – Torre del Celano. La “conchiglia” delle femmine, in realtà un'ooteca prodotta in età fertile, è bianca, spiralata ed estremamente sottile. Un'altra curiosità degli argonauti risiede nel fatto che durante la riproduzione una delle braccia modificate del maschio – chiamata ectoctile – si stacca e resta agganciata nella cavità palleale della femmina, fecondandola. In passato i biologi pensavano si trattasse di un verme parassita.

Ooteca di argonauta. Credit: Mgiganteus1
Ooteca di argonauta. Credit: Mgiganteus1

Nel Mar Mediterraneo sono presenti due specie di argonauta, ovvero Argonauta argo (più comune) e Argonauta cigno. Come indicato da Necton Marine Research riuscire a vederli in superficie è una fortuna e una vera rarità, anche se i suoi ricercatori sono spessissimo in mare, anche in pieno inverno. La società di ricerca si occupa di Scienze marine ad ampio spettro, dalla valutazione ambientale per la costruzione di porti e impianti di acquacoltura allo studio delle specie marine, compreso il monitoraggio dei cetacei. Inoltre organizza corsi teorici e pratici in mare seguiti da centinaia di studenti universitari provenienti da tutta Italia e dall'estero.

138 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views