Rarissimo gabbiano di Sabine avvistato a Napoli: è senza una zampa, forse a causa di una lenza
Giovedì 30 marzo un rarissimo esemplare di gabbiano di Sabine (Xema sabini) è stato avvistato a Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Si tratta del primo avvistamento in assoluto di questa specie per la Campania. Il volatile, come raccontato dall'associazione ARDEA in un post su Facebook, è stato immortalato dal fotografo naturalista Maurizio Ruggiero, che si trovava in zona per carpire il passaggio delle specie impegnate nell'attuale migrazione primaverile. Mentre osservava gli animali si è subito accorto di un gabbiano “dal volo insolito e dalla livrea particolare”. Dopo averlo fotografato e filmato ha girato la documentazione via whatsapp al dottor Rosario Balestrieri, ornitologo presso la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e Presidente dell’Associazione. L'esperto lo ha immediatamente identificato come un gabbiano di Sabine, “esultando di gioia” per la rarità della magnifica specie.
Il gabbiano di Sabine, del resto, nel nostro Paese è una specie accidentale, dato che nidifica nella zona circumpolare artica – nella tundra tra Canada, Alaska e Siberia – e in autunno migra al largo del Sud America e dell'Africa sudoccidentale a seconda delle popolazioni. Le migrazioni sono generalmente condotte sul Pacifico o sull'Atlantico, ma alcuni esemplari possono avventurarsi verso le masse continentali – magari in seguito a violente perturbazioni atmosferiche – ed essere avvistati lungo le coste e nell'entroterra di Paesi “insoliti”, come appunto l'Italia. Negli ultimi anni sono stati fatti avvistamenti a Livorno, Venezia e al Parco della Confluenza di Torino. Si ritiene che l'esemplare avvistato a Napoli provenga proprio dalle acque innanzi al Sudafrica, dopo aver compiuto un estenuante viaggio di migliaia di chilometri. Probabilmente si riposerà qualche giorno sulla costa tirrenica e poi proseguirà il suo emozionante viaggio verso il freddo nord, per perpetrare la sua specie.
Il gabbiano di Sabine, così chiamato perché descritto per la prima volta dal naturalista Joseph Sabine, è un gabbiano di piccole dimensioni, lungo una trentina di centimetri e con un'apertura alare che sfiora i 90 centimetri negli esemplari più grandi. L'adulto ha il dorso grigio chiaro, mentre le ali sono bianche, grigie e nere. Il becco è nero e giallo. In abito nuziale non c'è dimorfismo sessuale nel piumaggio tra maschi e femmine (in questa condizione, come avviene in altri gabbiani, la testa diventa nera).
L'entusiasmo per l'avvistamento a Napoli di una specie così affascinante è parzialmente rovinato dalle condizioni dell'animale, che purtroppo è privo di una zampa. Probabilmente l'ha perduta a causa di una lenza, vere e proprie trappole mortali per gli uccelli marini, le tartarughe marine, i pesci e altri abitanti del grande blu. Nonostante la menomazione, fortunatamente, il volatile sembra in buona forma e non ha problemi nel volo e nel foraggiamento. Pertanto ci sono ottime probabilità che possa proseguire il suo lungo viaggio – mancano ancora oltre 4.000 chilometri – senza troppi problemi.
Nel commento pubblicato su ARDEA, il dottor Balestrieri ha sottolineato la pericolosità rappresentata dalle lenze: “Negli uccelli è particolarmente difficile stimare l’impatto in quanto una parte cospicua degli uccelli feriti, debilitata, può continuare a spostarsi per poi morire lentamente in mare aperto, dove è quasi impossibile rilevarli. Le lenze poi non sono selettive, come sì è appurato da uno studio del 2015 (Kuhn et al.) tutte le specie di uccelli possono essere vittima delle lenze indipendentemente dalle dimensioni dell’animale o dal fatto che si tratti della specie più comune o di una sull’orlo dell’estinzione”. L'ornitologo ha infine invitato i pescatori a “custodire con cura” l'attrezzatura da pesca e a chiunque si trovi a fare una passeggiata al mare di raccogliere le lenze e gli ami e smaltirli come previsto.