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Rame, cobalto, nichel e tungsteno: la mappa delle risorse minerarie strategiche in Italia

Fondamentali per l’industria digitale e la transizione energetica, le materie prime critiche si trovano soprattutto nell’arco alpino, ma anche lungo l’Appennino ligure emiliano e in Sardegna: ecco dove sono, regione per regione.
A cura di Valeria Aiello
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Stanno acquisendo sempre più un’importanza essenziale nell’economia globale e nel commercio internazionale, trainate dalla domanda di un’ampia gamma di settori strategici, tra cui l’industria digitale, quella aerospaziale e il settore della difesa, ma anche nell’ambito della transizione energetica, su cui l’Europa fa molto affidamento: sono le materie prime critiche (CRM), risorse minerarie indispensabili per lo sviluppo industriale, la cui estrazione è ai primi posti nelle agende politico-economiche di tutti i Paesi avanzati, che mirano a un approvvigionamento sicuro e a ridurre la propria dipendenza da uno o pochi altri Paesi.

In Europa, in particolare, la Commissione Ue ha elaborato il Critical Raw Materials Act (CRMA), per garantire che i Paesi dell’Unione possano mitigare i rischi di carenze nelle forniture che possono mettere a rischio gli sforzi dell’Ue nel soddisfare i propri obiettivi climatici e digitali. Parte di questo impegno comprende la definizione delle potenzialità minerarie delle diverse nazioni, nell’ambito del quale l’Italia ha presentato il database GeMMA (Geologico, Minerario, Museale e Ambientale) in cui sono raccolte le informazioni sui dati minerari relativi a tutti i giacimenti presenti nel nostro Paese. Su un totale di 76 miniere attive, 22 sono relative alle materie prime critiche, le 34 risorse ritenute essenziali dall’Ue.

Dove sono le materie prime critiche in Italia

Le materie prime critiche (CRM), le risorse minerarie ritenute essenziali dall’Unione Europea per lo sviluppo di settori strategici tra cui l’industria net-zero, l’industria digitale, aerospaziale e i settori della difesa, in Italia si trovano principalmente nell’arco alpino ma anche lungo l’Appennino ligure-emiliano e in Sardegna.

La mappa delle materie prime critiche in Italia . Credit: GeMMA/IsPRA
La mappa delle materie prime critiche in Italia . Credit: GeMMA/IsPRA

Come mostrato nella mappa estratta dal database nazionale GeMMA (Geologico, Minerario, Museale e Ambientale) dell’ISPRA, su un totale di 76 miniere attive nel nostro Paese, in 22 sono presenti i materiali che rientrano nell’elenco delle 34 materie prime critiche dell’Ue.

Queste materie prime sono complessivamente 16 – antimonio, arsenico, barite, bauxite (da cui si ottiene l’alluminio), berillio, carbone, cobalto, feldspato, fluorite, grafite, magnesio, manganese, nichel, rame, titanio e tungsteno. Tra tutte, feldspato (minerale essenziale per la produzione della ceramica) e fluorite (minerale che è una delle principali fonti di acido fluoridrico, utilizzato soprattutto nella produzione di alluminio) sono le principali prime che vengono estratte, mentre per le altre risorse metallifere l’estrazione è praticamente inesistente.

Depositi di rame si trovano nelle Colline metallifere, in Toscana, lungo l’Appennino ligure emiliano, nelle Alpi occidentali, in Trentino, nella Carnia friulana e in Sardegna. In diversi siti è presente il manganese, specialmente in Toscana e in Liguria.

Il cobalto si trova in Sardegna e in Piemonte, dove il giacimento di Punta Corna è considerato di importanza strategia europea. In Calabria si trova il tungsteno, soprattutto nel cosentino e nel reggino, la cui presenza è nota anche in Sardegna e nelle Alpi centro-orientali, spesso associato a piombo e zinco.

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