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Ragazzo daltonico torna a vedere i colori dopo aver consumato funghetti allucinogeni

Un giovane di 35 anni con daltonismo rosso-verde ha ottenuto punteggi migliori nella visione dei colori dopo aver consumato funghi allucinogeni con psilocibina. I risultati da confermare in studi clinici approfonditi.
A cura di Andrea Centini
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Un giovane di 35 anni affetto da daltonismo rosso-verde (la forma più comune) ha recuperato almeno in parte la visione dei colori dopo aver consumato i cosiddetti funghetti allucinogeni o funghi magici, così chiamati per le sostanze psichedeliche / psicoattive in essi presenti (come la psilocibina). L'uomo ha affermato di aver avuto un miglioramento della sua deficienza della visione dei colori (CVD) – meglio conosciuta come daltonismo – proprio dopo aver consumato alcuni grammi di questi funghetti secchi, che in Italia sono equiparati ad altre sostanze stupefacenti e quindi illegali. Nella ricerca scientifica sono tuttavia considerati degni di interesse anche per i possibili effetti positivi nel controllo della depressione.

A descrivere il caso clinico del trentacinquenne è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Center for Behavioral Health – Neurological Institute della Cleveland Clinic, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Salute Comportamentale – Scuola di Sanità Pubblica dell'Università dell'Alabama. Gli scienziati, coordinati dal professor Brian S. Barnett, docente presso il Dipartimento di Psichiatria e Psicologia dell'istituto di Cleveland, hanno indicato che in diversi recenti sondaggi persone affette da daltonismo hanno evidenziato un miglioramento nella visione dei colori dopo aver consumato sostanze psichedeliche, alla stregua della sopracitata psilocibina e della dietilamide dell'acido lisergico (meglio conosciuta con l'acronimo di LSD).

Al momento non esistono dati oggettivi in letteratura scientifica “che quantificano il grado o la durata del miglioramento della CVD associato all'uso di sostanze psichedeliche”, come spiegato dagli autori dello studio, tuttavia si sono concentrati sul caso del 35enne poiché quest'ultimo, dopo aver notato un miglioramento dopo il consumo dei funghetti allucinogeni, ha deciso di tenerne traccia attraverso il test di Ishihara, un test clinico basato su tavole per valutare la percezione dei colori. È il più comune al mondo e fu messo a punto dallo scienziato giapponese Shinobu Ishihara dell'Università di Tokyo nel 1917. In parole semplici, si tratta di immagini con figure “nascoste” che diventano pienamente visibili solo a chi possiede una vista a colori senza deficit.

Il test fornisce punteggi che il 35enne ha deciso di segnare per evidenziare i suoi “progressi” prima e dopo l'assunzione dei funghetti (5 grammi). Prima di assumere la dose di psilocibina aveva ottenuto un punteggio di 14. Si ricorda che al di sotto di 13 c'è la diagnosi di daltonismo (più o meno severo); sopra il 17 la visione normale. Tra 13 e 17 vi è una sorta di zona grigia, sebbene in passato all'uomo fosse stato effettivamente diagnosticato il daltonismo lieve vero e proprio. Tornando all'esperimento, dodici ore dopo l'assunzione dei funghetti allucinogeni il suo punteggio è salito a 15, facendo un balzo a 18 dopo 24 ore (visione normale dei colori) e raggiungendo il picco di 19 dopo 8 giorni. Per diversi mesi il suo valore è rimasto a 18, mentre un anno dopo, sottoposto al test dagli autori dello studio, ha ottenuto 16. I valori vanno presi con le pinze per diverse ragioni: innanzitutto si tratta di un test fatto autonomamente nella maggior parte dei casi (quindi ha un significato scientifico molto limitato), inoltre dal giorno 16 l'uomo ha assunto diverse altre sostanze che potrebbero aver alterato i risultati. Senza dimenticare che siamo innanzi alla descrizione di un caso clinico.

I ricercatori ritengono comunque che un singolo uso dei funghetti allucinogeni potrebbe portare a un miglioramento del daltonismo, potenzialmente anche per diverso tempo. Tuttavia il meccanismo biologico coinvolto non è noto perché la condizione è principalmente associata a un difetto genetico, e non ci si aspetta che la psilocibina induca alterazioni nel DNA per correggere almeno in parte tale difetto. L'effetto è verosimilmente legato alla capacità di alterare l'elaborazione visiva. In definitiva, si tratta di risultati discutibili e relativi a un singolo caso; saranno necessari studi clinici con un numero importante di partecipanti, randomizzati e controllati con placebo per avere eventuali conferme. I dettagli della ricerca “Case report: Prolonged amelioration of mild red-green color vision deficiency following psilocybin mushroom use” sono stati riportati sulla rivista scientifica Drug Science, Policy and Law.

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