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Radiazioni nucleari in Russia, dichiarato lo “stato di emergenza” a Khabarovsk: quali sono i rischi

Le autorità della città di Khabarovsk, nell’estremo oriente russo, hanno dichiarato lo stato di emergenza in un’area in cui è stata trovata una “fonte di radiazioni”: livelli elevati sono stati rilevati vicino a un traliccio elettrico a circa 2,5 dagli edifici residenziali.
A cura di Valeria Aiello
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È notizia dell’ultima ora quella diffusa dall’agenzia di stampa TASS, secondo cui le autorità della citta di Khabarovsk, nell’estremo oriente della Russia, hanno dichiarato lo stato di emergenza dopo aver rilevato una “fonte di radiazioni” potenzialmente cancerose. L’accesso alla città di Khabarovsk, un distretto industriale sul fiume Amur, nella parte sud-orientale del Paese vicino al confine con la Cina, è stato limitato, suscitando preoccupazione nei residenti e in tutti coloro che ricordano il disastro nucleare di Chernobyl che, nel 1986, faceva parte dell’ex Unione Sovietica.

Livelli elevati di radiazioni sono stati rilevati vicino a un traliccio elettrico, a circa 2,5 km dagli edifici residenziali. Da quanto si apprende, la sorgente delle radiazioni sarebbe stata individuata nei pressi di un centro di raccolta di rottami metallici, “rimossa e posta in un contenitore protettivo” e “trasportata in un impianto di stoccaggio di rifiuti radioattivi”. Nessuno sarebbe rimasto ferito o esposto alle radiazioni e “non vi è alcun pericolo per la salute dei cittadini” ha aggiunto l’agenzia di stampa, citando la sezione locale dell’organismo russo di vigilanza per la sicurezza dei consumatori, e precisando inoltre che i livelli di radiazione saranno monitorati per i prossimi due giorni e che la fonte di radiazione sarà indagata.

Secondo quanto riportato da Metro, la fuga di radiazioni era nota da circa una settimana, dopo che sui social era stato pubblicato un video di un uomo con una maschera protettiva e un lettore di radiazioni, che mostrava come il contatore del dispositivo segnasse letture progressivamente più alte mentre camminava su una “discarica di rifiuti”. Nel filmato si sentirebbe l’uomo dire che il numero sul contatore era 20 microsievert (μSv), sebbene la lettura più alta visibile sullo schermo fosse di 5,99.

Per avere un’idea del significato di tali misure, basti pensare che una dose di 5-10 μSv corrisponde alle radiazioni provenienti da serie di radiografie dentali e che gli sfollati che vivevano nei pressi del sito dell’incidente nucleare di Fukushima, in Giappone, sarebbero stati esposti a una dose massima di 68 millisievert (mSv), dunque oltre 1.000 volte superiore a quella rilevata nel video.

Quali sono i rischi della fuga di radiazioni in Russia

Le poche informazioni ufficiali non permettono una valutazione esaustiva dei potenziali rischi legati all’esposizione alle radiazioni a Khabarovsk. Nel caso l’esposizione massima sia stata di 20 microsievert (μSv), sarebbe di gran lunga inferiore alle dosi medie a cui sono ad esempio esposti gli assistenti di volo, per i quali si stimano dosi professionali annuali di 1,5-1,7 millisievert (mSv), cioè quasi cento volte superiori.

Più in generale, la Commissione internazionale per la protezione radiologica (ICRP) indica il limite di esposizione professionale in 50 mSv in un anno (fino a una soglia di 100 mSv in un periodo di cinque anni consecutivi), e un massimo di 1 mSv in un anno per le persone. Sempre secondo l’ICRP, un sievert – quindi 1000 mSv – comporta un rischio del 5,5% di sviluppare un cancro sulla base del controverso modello lineare senza soglia (LNT), un modello dose-risposta utilizzato per stimare gli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione alle radiazioni.

Secondo questo modello, il danno crescerebbe linearmente all’aumentare del livello della dose di radiazione assorbita o della dose equivalente di radiazioni ionizzanti, e ciò varrebbe anche per piccoli valori della dose, per cui è chiamato appunto senza soglia. In altre parole, secondo il modello lineare senza soglia, il rischio di sviluppare un tumore o una leucemia crescerebbe linearmente all’aumentare della dose equivalente, già a partire da un’esposizione di 2,4 millisievert per anno. Se così fosse, in soggetti esposti, ad esempio, a 3,4 millisievert per anno, il numero di tumori e leucemie registrati dovrebbe essere del 40% superiore alla media mondiale.

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