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Questo pianeta sta precipitando contro la sua stella: forse è il destino che attende la Terra

Scoperto per la prima volta un esopianeta che orbita a spirale attorno alla sua stella evoluta, contro cui è destinato a schiantarsi. Anche la Terra potrebbe “morire” così.
A cura di Andrea Centini
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Illustrazione dell'esopianeta che sta per schiantarsi sulla stella. Credit: Gabriel Perez Diaz/Instituto de Astrofísica de Canarias
Illustrazione dell'esopianeta che sta per schiantarsi sulla stella. Credit: Gabriel Perez Diaz/Instituto de Astrofísica de Canarias

Per la prima volta nella storia della ricerca astrofisica è stato scoperto un pianeta mentre precipita verso la sua stella in fase evoluta, con un'orbita a spirale che lo porterà inevitabilmente allo schianto fatale con l'astro. Si tratta di una scoperta estremamente affascinante e significativa, non solo per la dinamica in atto, ma perché questo nefasto destino potrebbe attendere la Terra tra alcuni miliardi di anni. Non sappiamo esattamente cosa accadrà nel lontanissimo futuro, ma il nostro pianeta potrebbe essere “divorato” dal Sole mentre si espande nella fase di gigante rossa, oppure essere espulso dalla sua orbita attuale e spinto verso l'esterno. Ecco perché è così importante studiare cosa sta accadendo a questo esopianeta (pianeta extrasolare) chiamato Kepler-1658b.

A scoprire e descrivere la sorte che attende il mondo alieno è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Center for Astrophysics – Harvard & Smithsonian, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Scienze Astrofisiche dell'Università di Princeton, della Divisione di Scienze Planetarie e Geologiche del California Institute of Technology (CALTECH), del Dipartimento di Fisica e Astronomia dello University College di Londra e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dall'astrofisico Shreyas Vissapragada, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i tempi di transito orbitale di Kepler-1658b attraverso vari dispositivi: i telescopi spaziali Kepler (in “pensione” da anni) e TESS (Transiting Exoplanet Survey Telescope) e l'osservatorio Palomar/WIRC nella California meridionale.

Incrociando i dati raccolti hanno determinato che l'esopianeta orbita in meno di tre giorni attorno alla sua stella e che ogni anno (terrestre) questo tempo si riduce di 131 millesimi di secondo. Sulla base di questo calcolo si ritiene che il mondo alieno sarà inghiottito da Kepler-1658 in tempi relativamente rapidi, dal punto di vista astronomico: “Se continua a spiraleggiare verso la sua stella alla velocità osservata, il pianeta si scontrerà contro di essa in meno di tre milioni di anni”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Vissapragada. Come indicato è la prima volta che viene osservato un pianeta che orbita a spirale attorno alla sua stella evoluta, osservata a una fase di subgigante rossa. “La teoria prevede che le stelle evolute siano molto efficaci nel sottrarre energia dalle orbite dei loro pianeti, e ora possiamo testare queste teorie con le osservazioni”, ha chiosato l'autore principale dello studio.

La riduzione del periodo orbitale e il movimento a spirale, determinati nell'arco di 13 anni di osservazioni, come spiegato dagli scienziati è conseguenza di un fenomeno gravitazionale tra i corpi celesti detto di marea, analogo a quello che provoca l'innalzamento e l'abbassamento del mare sulla Terra. La stella è nella fase di espansione / evoluzione di subgigante rossa che attende anche il Sole fra qualche miliardo di anni. Per allora anche il nostro pianeta sarà forse condannato al medesimo destino di Kepler-1658b, tuttavia la vita sul nostro pianeta sarà cancellata da molto prima, per via dell'aumento sostanziale delle temperature che porterà all'evaporazione degli oceani.

Kepler-1658b è un gioviano caldo che orbita a una distanza pari a un ottavo a quella di Mercurio attorno al Sole, quindi è un pianeta assolutamente “infernale”. Si trova a 2.600 anni luce da noi. La sua scoperta può fungere da vero e proprio laboratorio per studiare le dinamiche di interazione tra stelle e pianeti nell'ultima fase delle loro vite. I dettagli della ricerca “The Possible Tidal Demise of Kepler’s First Planetary System” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata The Astrophysical Journal Letters.

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