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Questi microbi trovati in città hanno imparato a resistere ai disinfettanti: cosa dice il nuovo studio

Un importante studio internazionale ha raccolto più di 700 campioni da diversi ambienti della città di Hong Kong per studiare il genoma dei microbi presenti. In questo modo sono stati identificati dei nuovi ceppi che sembrano essere in grado di metabolizzare i componenti alla base di molti disinfettanti.
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EUREKALERT! | Jonathan Bailey, National Human Genome Research Institute, NIH (alcuni esempi di microbi)
EUREKALERT! | Jonathan Bailey, National Human Genome Research Institute, NIH (alcuni esempi di microbi)

Durante la pandemia, almeno nei periodi in cui era possibile farlo, non potevamo uscire senza mascherina e gel disinfettante. Ora che il Covid-19 non è più un'emergenza sanitaria (anche se i casi sono di nuovo in aumento per l'arrivo di una nuova variante), la maggior parte di noi non vede una mascherina da mesi (se non quelle dimenticate in fondo agli armadi), per il gel disinfettante invece le cose sono andate diversamente: in metro o per strada non è raro vederlo sbucare da zaini e borsette.

Eppure, secondo un nuovo studio internazionale, appena pubblicato sulla rivista Microbiome, il nostro comportamento quotidiano per rendere sterili gli ambienti urbani starebbe modificando la composizione dei microrganismi che vivono la città. Il loro studio ha permesso di individuare nuovi ceppi di microbi urbani che non solo sarebbero in grado di sopravvivere ai gel disinfettanti e altri prodotti per la pulizia, ma perfino di trarne nutrimento.

Lo studio in Cina

Lo studio, condotto dall'università cinese Jiaotong di Xi'an e da quella inglese di Liverpool nell'ambito del progetto Human Microbiome Project, ha raccolto 738 campioni da diversi ambienti urbani, come strutture pubbliche, residenze, porti, metropolitane e perfino pelle umana a Hong Kong. Questi campioni sono stati poi analizzati in laboratorio per studiare il contenuto genomico dei microbi e come si sono adattati negli anni ai cambiamenti del contesto urbano.

Due dati hanno catturato l'attenzione dei ricercatori. Il primo: dallo studio dei campioni è stato possibile identificare 363 nuovi ceppi di microbi. La seconda, e forse più interessante, riguarda le caratteristiche di alcuni di questi: diversi ceppi contenevano infatti geni specifici in grado di metabolizzare prodotti fabbricati, tra cui i gel disinfettanti.

Scoperti nuovi ceppi di microbi urbani

Tra questi è stato identificato un nuovo ceppo di Candidatus phylum Eremiobacterota, finora documentato solo nel deserto artico, che riesce a metabolizzare gli ioni di ammonio alla base di diversi prodotti per la pulizia. Non solo, i suoi geni gli permettono anche di sopravvivere all'alcol presente in molti disinfettanti.

Dobbiamo immaginare i microbi come organismi vivi che rispondono all'ambiente circostante, cercando di sopravvivere. "L'uso di prodotti per la pulizia e di altri agenti – spiegano i ricercatori – crea un ambiente unico che esercita pressioni selettive sui microbi", il termine "selettivo" si riferisce al fatto che di fronte a queste pressioni i microbi possono reagire in due modi: o vengono eliminati o si adattano per sopravvivere".

I microbi che sviluppano resistenza a questo genere di prodotti, migliorano quindi le loro possibilità di sopravvivere all'interno degli spazi urbani e qualora questi siano patogeni per l'uomo – spiegano gli autori principali dello studio – potrebbe costituire un rischio per la salute umana. Ecco perché è fondamentale studiare e comprendere i meccanismi di adattamento dei microbi, un argomento – spiegano i ricercatori – su cui ancora molte cose non sono ancora chiare.

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