Questi additivi alimentari sono associati a un rischio superiore di diabete, secondo uno studio

Un nuovo studio ha trovato un'associazione statistica significativa tra miscele di additivi alimentari e l'aumento del rischio di diabete di tipo 2. Fra gli additivi coinvolti figurano aspartame, acido citrico, sucralosio e altri molto diffusi e consumati. Non è la prima volta che gli additivi alimentari, come coloranti, edulcoranti, emulsionanti, stabilizzanti ed esaltatori di sapidità, finiscono nel mirino dei ricercatori; tuttavia, questo è il primo studio a prendere in considerazione le combinazioni di queste sostanze. In genere, infatti, vengono analizzati singolarmente, come nel recente caso del colorante Rosso Numero 3 (eritrosina), vietato dalla FDA. Molto spesso, però, questi composti chimici – sia naturali che artificiali – vengono assunti insieme. I cibi industriali ultra-processati ne sono particolarmente ricchi e presentano combinazioni multiple degli stessi. Proprio per questo, gli scienziati hanno voluto indagare sull'impatto delle miscele e non dei singoli additivi.
Lo studio è stato condotto da un team di ricerca guidato da scienziati francesi dell'Università Sorbona di Parigi Nord, dell'Università della Città di Parigi e dell'INSERM, in collaborazione con colleghi di diversi istituti. Tra quelli coinvolti ci sono il Centro di Ricerca in Epidemiologia e Statistica (CRESS), il Gruppo di Ricerca sull'Epidemiologia Nutrizionale (EREN), l'Università di Tolosa, la Rete per la Ricerca sulla Nutrizione e sul Cancro e altri. I ricercatori, coordinati da Marie Payen de la Garanderie e Mathilde Touvier, hanno analizzato statisticamente i dati di circa 110.000 persone inserite nella coorte francese NutriNet-Santé. I volontari avevano un'età media di 42,5 anni, erano per la maggior parte donne (79,2 percento) e sono stati seguiti per un periodo medio di poco meno di otto anni. Tutti hanno compilato questionari alimentari, indicando prodotti e marche consumati, consentendo agli scienziati di identificare le combinazioni di additivi assunti. In totale sono state identificate cinque miscele principali di additivi, che sono state messe a confronto con l'incidenza del diabete di tipo 2. Durante il periodo analizzato, circa 1.000 partecipanti hanno ricevuto una diagnosi di diabete, conosciuto anche come “malattia del sangue dolce”.
Incrociando tutti i dati e tenendo conto dei fattori confondenti, la dottoressa Touvier e colleghi hanno identificato un'associazione tra due miscele di additivi e un rischio aumentato di sviluppare il diabete di tipo 2. La prima miscela conteneva emulsionanti come carragenine, amidi modificati e altri additivi presenti in dolci a base di latte, salse, brodi e altri prodotti industriali. La seconda miscela era composta da acidificanti, coloranti e dolcificanti presenti nelle bibite gassate. Gli esperti hanno sottolineato che il rischio maggiore di diabete era indipendente dal modello alimentare seguito, dallo stile di vita e dai fattori sociodemografici.
Più nello specifico, nella prima miscela si trovavano emulsionanti come polifosfati, gomma di xantano, gomma di guar e pectina; il colorante curcumina; e il conservante sorbato di potassio. Nella seconda miscela figuravano invece edulcoranti, acidificanti ed emulsionanti come acido citrico, aspartame, antociani, estratto di paprika, acesulfame K, sucralosio, gomma arabica. È stata trovata un'associazione anche con l'agente di rivestimento cera carnauba. Questi composti chimici, ampiamente consumati, sono presenti nei prodotti ultra-processati, recentemente associati da uno studio a 32 effetti negativi sulla salute e a un rischio di morte superiore del 21 percento.
“Questo studio è il primo a stimare l'esposizione a miscele di additivi alimentari in un'ampia coorte della popolazione generale e ad analizzare il loro legame con l'incidenza del diabete di tipo 2. I risultati suggeriscono che alcuni additivi emblematici, consumati frequentemente insieme, sono associati a un rischio maggiore di diabete. Queste sostanze potrebbero rappresentare un fattore di rischio modificabile, aprendo la strada a strategie di prevenzione”, ha dichiarato in un comunicato stampa la dottoressa Marie Payen de la Garanderie. Tuttavia, lo studio rappresenta un'associazione statistica e non un rapporto di causa-effetto, pertanto saranno necessarie ulteriori indagini approfondite per farlo emergere. I dettagli della ricerca, intitolata “Food additive mixtures and type 2 diabetes incidence: Results from the NutriNet-Santé prospective cohort”, sono stati pubblicati sulla rivista PLOS Medicine.