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Queste incredibili foto mostrano come è fatta la superficie del Sole

Rilasciate per celebrare l’anniversario del telescopio solare Inouye, le immagini rivelano per la prima volta il volto della stella madre del Sistema solare.
A cura di Valeria Aiello
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Se è vero che un’immagine vale più di mille parole, le foto e i dati prodotti dal telescopio solare Inouye dell’Osservatorio di Haleakalā, alle Hawaii, scriveranno i prossimi capitoli della ricerca sulla fisica solare. Un’anticipazione di quanto cambierà il modo in cui esploriamo e comprendiamo il nostro Sole arriva dalle nuove immagini rilasciate dalla US National Science Foundation (NFS) per celebrare il primo anno dalla messa in servizio del suo telescopio, il più potente e avanzato telescopio solare mai costruito sulla Terra, gestito dalla Association of Universities for Research in Astronomy (AURA) attraverso il National Solar Observatory (NSO) dell’NSF. Le immagini rivelano infatti il vero volto del Sole, offrendo una visione della cromosfera (l’area dell’atmosfera solare sopra la superficie) e della stessa superficie solare come mai viste prima d’ora.

La prima foto della cromosfera del telescopio solare Inouye

La prima foto della cromosfera, riportata subito qui sotto, è stata scattata dal telescopio solare Inouye il 3 giugno 2022 e mostra una regione di 82.500 chilometri di diametro con una risoluzione di 18 km. “Questa foto è stata ottenuta a una lunghezza d’onda di 486,13 nanometri, utilizzando la linea idrogeno-beta della serie Balmer” spiega l’AURA che, per una migliore comprensione delle proporzioni, ha pubblicato una seconda foto sovrapponendo un’immagine in scala della Terra. In entrambe sono visibili i filamenti luminosi di plasma infuocato, che fluiscono della corona da una sorta di schema a nido d’ape, più facilmente visibile nella seconda immagine. Questi sono conosciuti come granuli, e ciascuno è largo circa 1.600 chilometri.

La prima immagine della cromosfera - l'area dell'atmosfera solare sopra la superficie - scattata con il telescopio solare Daniel K. Inouye il 3 giugno 2022 / Credit: NSO/AURA/NSF
La prima immagine della cromosfera – l'area dell'atmosfera solare sopra la superficie – scattata con il telescopio solare Daniel K. Inouye il 3 giugno 2022 / Credit: NSO/AURA/NSF

La cromosfera, che si trova sotto la corona, è solitamente invisibile e può essere vista solo durante un’eclissi solare totale, quando crea un bordo rosso attorno alla stella oscurata.

L'immagine della cromosfera raffrontata con la Terra in scala / Credit: NSO/AURA/NSF
L'immagine della cromosfera raffrontata con la Terra in scala / Credit: NSO/AURA/NSF

Ecco come appare la superficie del Sole

La prima foto della superficie del Sole, riportata qui di seguito, è stata ottenuta utilizzando lo strumento Visible Broadband Imager del telescopio solare Inouye e mostra una regione di 82.500 chilometri di diametro con una risoluzione di 18 km.

La superficie del Sole ripresa con il Visible Broadband Imager del telescopio solare Daniel K. Inouye / Credit: NSO/AURA/NSF
La superficie del Sole ripresa con il Visible Broadband Imager del telescopio solare Daniel K. Inouye / Credit: NSO/AURA/NSF

Come per l’immagine della cromosfera, anche la superficie solare è stata raffrontata con le dimensioni della Terra in una seconda foto, qui in basso, dando così un’idea più concreta dell’enormità dell’immagine, che rappresenta solo una percentuale a singola cifra del diametro totale del Sole.

La foto superficie solare raffrontata con l'immagine della Terra in scala / Credit: NSO/AURA/NSF
La foto superficie solare raffrontata con l'immagine della Terra in scala / Credit: NSO/AURA/NSF

Il telescopio solare Inouye

Mai prima d’ora abbiamo osservato così da vicino e con una tale risoluzione la stella madre del nostro Sistema Solare. La capacità senza precedenti telescopio solare Inouye consente infatti di visualizzare i dettagli della superficie solare, grazie al suo grande specchio primario, del diametro di oltre 4 metri, e l’utilizzo della tecnologia dell’ottica adattiva.

Il telescopio, che deve il suo nome a Daniel K. Inouye, ex senatore degli Stati Uniti dalle Hawaii, si trova sul vulcano Haleakala, che è culturalmente e spiritualmente importante per i nativi hawaiani. La NSF afferma con orgoglio di aver incluso il contributo dei nativi hawaiani in tutta la costruzione del telescopio, eppure alcune persone indigene affermano che lo strumento sia ancora un affronto da parte dei colonizzatori bianchi.

Un altro enorme telescopio destinato al vulcano dormiente, il Maunakea, ha infatti incontrato molta resistenza da parte dei nativi hawaiani, che non vogliono che il loro sito sacro venga profanato ai fini della scienza occidentale. È chiaro che il telescopio solare Inouye è un enorme risultato scientifico per gli astronomi moderni, ma ha un costo culturale per un’antica comunità di osservatori stellari. Quando, lo scorso anno, il telescopio ha rilasciato le sue prime immagini, il fisico solare Jeff Kunh lo ha definito “il più grande salto nella capacità dell’umanità di studiare il Sole” dai tempi di Galileo. Ora, l’astronomo e scienziato del telescopio spaziale Matt Mountain, presidente dell’AURA, afferma che abbiamo tagliato il nastro su una “nuova era della fisica solare”.

Le intuizioni ottenute da questa nuova prospettiva aiuterà gli scienziati a saperne di più sul Sole e sulle interazioni con il nostro pianeta, e a prevedere e prepararsi per le tempeste solari, che possono inviare tsunami di plasma caldo e magnetismo dalla corona del Sole alla Terra, causando forse blackout globali e interruzioni di Internet per mesi.

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