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Queste 11 slide hanno convinto Boris Johnson che la crisi climatica è reale e causata dall’uomo

Il Primo Ministro britannico Boris Johnson era scettico nei confronti dei cambiamenti climatici, ma cambiò idea grazie a 11 slide. Oggi sono state pubbliche.
A cura di Andrea Centini
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Ci sono leader politici che hanno conquistato consensi – e prestigiosi ruoli istituzionali – cavalcando (anche) posizioni negazioniste e antiscientifiche durante i comizi della campagna elettorale. Fra essi figurano l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e l'attuale inquilino del numero 10 di Downing Street, il premier britannico Boris Johnson. Quest'ultimo, ad esempio, in un articolo scritto nel 2015 sul Daily Telegraph, affermò che l'anomalo caldo di quell'inverno non aveva “nulla a che fare con il riscaldamento globale”, mentre nel 2013 disse persino di avere la “mente aperta” sul fatto che la Terra potesse essere in direzione di una mini era glaciale, anziché dell'apocalisse climatica verso cui stiamo piombando. Insomma, la sua era una posizione ampiamente scettica nei confronti dei cambiamenti climatici, non dissimile da quella di Trump. Ma nel 2019, poco dopo il suo insediamento, il Primo Ministro britannico cambiò radicalmente mentalità, dicendosi convinto non solo dell'esistenza del riscaldamento globale, ma anche della responsabilità dell'uomo, a causa delle costanti emissioni di gas a effetto serra. In una conferenza stampa del 2021 ha sottolineato di essere stato letteralmente folgorato sulla Via di Damasco, grazie a un briefing presentato dai consulenti scientifici del governo.

Oggi è finalmente possibile consultare le 11 slide di quella presentazione illuminante, che hanno permesso a Boris Johnson di abbracciare appieno le tesi scientifiche sulla crisi climatica, come ampiamente dimostrato dal suo discorso di apertura alla COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a novembre 2021 a Glasgow, in Scozia. Il merito di aver reso pubbliche queste slide è di Carbon Brief, un progetto britannico specializzato nella divulgazione scientifica di dati climatici. I suoi dirigenti hanno infatti presentato al governo un cosiddetto FOI (freedom of information), un atto per desecretare informazioni riservate considerate di interesse pubblico. E un documento in grado di far cambiare idea a un convinto scettico sui cambiamenti climatici lo è sicuramente, a maggior ragione se pensiamo alla diffusione capillare del negazionismo (non solo sul clima, ma anche sulla pandemia di COVID-19) e i gravissimi rischi che stiamo correndo a causa delle emissioni di gas serra. Per rendersi conto di quale effetto hanno avuto le 11 slide su Johnson, basta leggere la sua stessa dichiarazione in merito a quella presentazione: “Ho chiesto loro di esaminare tutto e, se si osserva l'andamento quasi verticale verso l'alto nel grafico della temperatura, il cambiamento climatico antropogenico è molto difficile da contestare. Quello è stato un momento molto importante per me”. Ma cosa c'è effettivamente in queste slide?

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Nella prima, quella cui fa riferimento il premier britannico, ci sono alcuni grafici del Met Office Hadley Centre, in cui si vede chiaramente la drammatica impennata delle curve relative alla temperatura media, all'innalzamento del livello del mare e alle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica (CO2). Il livello del mare, ad esempio, è salito di 60 millimetri dal 1995 al 2020, mentre la CO2 è passata 320 parti per milione del 1960 a oltre 400 parti per milione (per metro cubo di aria) nel 2020. Le temperature medie tra il 1850 e il 2020 sono aumentate di ben 1,4° C. Ricordiamo che contenerle entro 1,5° C (massimo 2° C) è l'obiettivo per evitare le conseguenze più catastrofiche del riscaldamento globale. Nella seconda slide si vede invece quale sarebbe stato l'andamento delle temperature se non ci fosse stato l'apporto delle attività umane, le cui emissioni sono “esplose” a partire dalla Rivoluzione Industriale. Altri grafici mostrano la perdita di ghiaccio marino nell'Artico tra il 1980 e il 2020; la maggiore frequenza in aumento delle ondate di calore estreme; l'aumento delle temperature previsto entro la fine del secolo se non faremo nulla e gli impatti specifici della crisi climatica sul Regno Unito. Potete consultare tutte le slide cliccando sul seguente link. La presentazione, tenutasi proprio al 10 di Downing Street, è stata esposta dal primo consigliere scientifico del governo britannico, Sir Patrick Vallance, che è evidentemente è riuscito a essere molto persuasivo, visto il radicale cambio di rotta di Boris Johnson. I dati presentati, del resto, sono inoppugnabili.

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