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Questa fibra può favorire la perdita di peso agendo come la semaglutide: la scoperta di uno studio

Uno studio su cinque fibre vegetali ha scoperto che ne esista una, il beta-glucano, in grado di favorire il controllo del peso corporeo e regolarizzare la presenza di zuccheri nel sangue, attivando un meccanismo molto simile a quello alla base di farmaci come la semaglutide.
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Da oggi abbiamo un nuovo buono motivo per mangiare più alimenti ricchi di fibre. Anche se i benefici di questi macronutrienti sull'equilibro del microbiota intestinale, e di conseguenza sulla nostra salute complessiva, sono noti ormai da tempo, uno studio dell'Università dell'Arizona e dell'Università di Vienna ha voluto indagare meglio le proprietà specifiche delle singole fibre. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Journal of Nutrition.

Studiando alcune delle fibre più comuni e facilmente disponibili, i ricercatori hanno scoperto che ne esiste una, il beta-glucano, che riesce più delle altre a controllare i livelli di zucchero nel sangue, favorendo la perdita di peso. Lo fa attivando lo stesso meccanismo alla base di farmaci come la semaglutide, ovvero i cosiddetti "agonisti GLP-1", usati inizialmente come farmaci per il trattamento del diabete 2, ma ormai approvati anche per ridurre il peso nei pazienti con obesità. A Fanpage.it la farmacologa clinica Annalisa Capuano ha spiegato perché questa categoria di farmaci fa dimagrire e quali sono gli effetti collaterali. Questa categoria di farmaci sembra inoltre essere associata a diversi benefici: uno studio appena pubblicato suggerisce che potrebbe perfino ridurre la dipendenza dal fumo.

Come agisce il beta-glucano

"Sappiamo che le fibre sono importanti e ricche di proprietà benefiche, il problema è che ci sono così tanti tipi diversi di fibra", ha spiegato Frank Duca, primo autore dello studio e docente del Dipartimento di Scienze Biomediche Animali e Comparate dell'Università dell'Arizona. Nello specifico l'obiettivo di questo studio era capire quale fibra fosse maggiormente coinvolta nel processo di omeostasi glucidica, ovvero il processo attraverso cui il nostro organismo garantisce la giusta concentrazione di zuccheri nel sangue.

Per farlo i ricercatori hanno somministrato cinque fibre di origine naturale in topi da laboratorio alimentati con una dieta ricca di grassi: pectina, destrina di grano, amido, cellulosa e beta-glucano. In questo modo, hanno scoperto che solo il gruppo di topi a cui era stato somministrato il beta-glucano aveva mostrato una riduzione di grasso e peso corporeo, nonché un miglioramento nei livelli di zucchero presenti nel sangue.

Il ruolo del microbiota intestinale

Il beta-glucano, che si trova ad esempio nell'avena, nell'orzo, ma anche anche in alcuni funghi e lieviti, riesce a produrre questi risultati perché induce dei cambiamenti nei metaboliti, ovvero le molecole prodotte dall'interazione dei batteri che abitano il nostro intestino con la fibra. Nello specifico, l'intestino nei topi a cui è stato somministrato il beta-glucano era più ricco di un metabolita: il butirato.

Studi precedenti avevano già dimostrato che questo metabolita, oltre a ridurre l'infiammazione del colon, induce la produzione di peptidi intestinali, tra cui un peptide noto come glucagone-1, o GLP-1, che tra le sue proprietà vanta quella di controllare il peso corporeo e regolare il senso di appetito. La semaglutide riesce infatti a contrastare l'obesità proprio mimando l'azione di questo peptide.

Le buone notizie non finiscono qui: i ricercatori hanno infatti spiegato che oltre a controllare il peso corporeo, il butirato potrebbe avere molti altri effetti benefici, non legati al ruolo del peptide GLP-1, ad esempio sulla salute della barriera intestinale. Per questo motivo continueranno a studiare le fibre alla ricerca di quelle maggiormente in grado di stimolarne la produzione.

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