video suggerito
video suggerito

Questa è una progenitrice EndoMac, una cellula mai vista prima che aiuta a far guarire le ferite

Chiamata progenitrice EndoMac, perché può trasformarsi in una cellula endoteliale dei vasi sanguigni oppure in un macrofago, è un tipo di cellula completamente nuovo, appena scoperto da un team di scienziati australiani : “Potrebbe essere utilizzata per migliorare la guarigione delle ferite in persone con condizioni come il diabete”.
A cura di Valeria Aiello
53 CONDIVISIONI
Una cellula EndoMac (a sinistra), una cellula progenitrice appena scoperta, in grado di proliferare (a destra) e differenziarsi in due tipi cellulari distinti: le cellule endoteliali dei vasi sanguigni e i macrofagi / Credit: Nature Communications 2024
Una cellula EndoMac (a sinistra), una cellula progenitrice appena scoperta, in grado di proliferare (a destra) e differenziarsi in due tipi cellulari distinti: le cellule endoteliali dei vasi sanguigni e i macrofagi / Credit: Nature Communications 2024

Un tipo di cellula completamente nuovo, che colma un’importante lacuna nella nostra comprensione del processo di guarigione delle ferite, è stato appena scoperto da un team di ricerca australiano: chiamata cellula progenitrice EndoMac perché possiede la capacità di trasformarsi in una cellula endoteliale dei vasi sanguigni oppure in un macrofago, la nuova cellula è stata trovata per la prima volta nell’aorta di topi adulti, ma gli scienziati sono già alla ricerca di cellule simili nel corpo umano.

L’esistenza di cellule come le progenitrici EndoMac è stata teorizzata per oltre un secolo ma, ad oggi, mai nessuno aveva identificato questo tipo di cellule. Per arrivare alla loro scoperta, dettagliata in uno studio appena pubblicato su Nature Communications, il team di ricerca guidato dal professor Peter Psaltis del South Australian Health and Medical Research Institute (SAHMRI) di Adelaide, ha impiegato ben nove anni, durante i quali ha collaborato con gli studiosi dell’Università di Adelaide, del Baker Heart and Diabetes Institute di Melbourne e dell’Università La Trobe a Bundoora.

Cos’è la cellula progenitrice EndoMac che aiuta a far guarire le ferite

La cellula progenitrice endoteliale-macrofagica (EndoMac) è una cellula in grado di differenziarsi in due tipi specifici di cellule: le cellule endoteliali, che formano i vasi sanguigni, e i macrofagi, che sono cellule immunitarie responsabili della riparazione e della difesa dei tessuti.

Le cellule progenitrici EndoMac hanno un compito importante: aiutare a far crescere i vasi sanguigni quando il corpo lo richiede – ha spiegato la dottoressa Sanuri Liyange, del team di ricerca che per primo è arrivato alla scoperta di questo precursore cellulare – . Queste cellule vengono attivate da lesioni o da un flusso sanguigno scarso, e a quel punto si proliferano e si differenziano rapidamente per favorire la guarigione”.

Cellule con proprietà simili erano state osservate negli embrioni, anche umani, come gli emangioblasti, precursori di cellule del sangue e dei vasi sanguigni, ma finora non erano mai state individuate in tessuti post-natali, come cellule in grado di trasformarsi in tipi cellulari differenti. La loro esistenza era stata pertanto solo ipotizzata, fino a quando Liyanage e colleghi hanno identificato le cellule progenitrici EndoMac nello strato esterno dell’aorta in topi adulti e le hanno coltivate in laboratorio, osservando la loro capacità di differenziarsi e formare colonie. Quando poi iniettate in modelli murini di diabete, queste colonie cellulari hanno dato prova di migliorare notevolmente la guarigione di ferite.

Ciò a suggerito che le cellule progenitrici EndoMac potrebbero essere utilizzate per far guarire le lesioni che si rimarginano lentamente o che non si rimarginano del tutto, come avviene in presenza in condizioni che ne compromettono la guarigione, come appunto il diabete. “Fondamentalmente, queste cellule non esprimono i tipici marcatori ‘self’, il che significa che potrebbero essere candidate ideali per il trapianto di cellule staminali poiché è molto meno probabile che vengano attaccate dal sistema immunitario del ricevente” hanno precisato i ricercatori.

Il team è ora al lavoro su esperimenti che coinvolgono anche le cellule della pelle e dei muscoli, prevedendo di fornire nuovi risultati nei prossimi dodici mesi. “Stiamo anche cercando queste cellule progenitrici in tessuti umani e siamo entusiasti di continuare a esplorare il potenziale di queste cellule – ha aggiunto la dottoressa Liyange – . È ancora presto, ma le implicazioni potrebbero essere enormi”.

53 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views