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Questa donna spagnola ha trascorso 500 giorni in una grotta sotterranea per un’impresa da record

Beatriz Flamini, 50 anni, è tornata alla luce venerdì, infrangendo il primato mondiale di sopravvivenza sotto terra, dopo aver trascorso circa 500 giorni a una profondità di 70 metri in una grotta di Motril, nel sud della Spagna.
A cura di Valeria Aiello
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Beatriz Flamini, 50 anni, all'uscita dalla grotta di Montril, nel sud della Spagna / Credit: Twitter
Beatriz Flamini, 50 anni, all'uscita dalla grotta di Montril, nel sud della Spagna / Credit: Twitter

Dopo aver trascorso 500 giorni in una buia grotta sotterranea nel sud della Spagna, Beatriz Flamini, 50enne di Madrid, è tornata alla luce venerdì 14 aprile, poco dopo le 9, sopravvivendo da sola in una cavità profonda 70 metri a Montril, nella provincia di Granada, come parte di un’impresa da record. La donna si era calata nella grotta il 20 novembre 2021, come annunciato da lei stessa sui social, e da allora il tempo si è fermato. All’uscita non sapeva della guerra in Ucraina né della morte della regina Elisabetta. “Non volevo più uscire – sono state le sue prime parole – . È stata un’esperienza insuperabile”.

Sportiva estrema, scalatrice e alpinista, Beatriz ha trascorso un totale di 509 giorni in isolamento, ovvero un anno, quattro mesi e 22 giorni, monitorata da un team di scienziati delle Università di Almería, Granada e Murcia che hanno mantenuto un contatto con lei attraverso una tecnologia di messaggistica speciale che permetteva di inviare informazioni all’esterno senza riceverne. Durante questo periodo, fonti del suo team hanno tuttavia rivelato che la donna ha interrotto la sua esperienza per 8 giorni, poco oltre la metà dell’impresa, a causa di un guasto al router. In attesa che il problema si risolvesse, Flamini è comunque rimasta sola in una tenda montata accanto alla cavità.

L'impresa da record di Beatriz Flamini: 500 giorni in una grotta sotterranea

Durante la sua permanenza nella grotta, il cibo le veniva fornito dall’esterno attraverso un cunicolo preparato in precedenza e le sue principali occupazioni, ha spiegato Flamini, sono state “leggere, scrivere, disegnare, lavorare a maglia e divertirsi”. La donna ha anche raccontato di aver perso la cognizione del tempo al giorno 65. Alla domanda su come fosse riuscita a mantenere l’integrità mentale per così tanto tempo, ha sottolineato la sua vasta esperienza e preparazione, aggiungendo: “Andavo molto d’accordo con me stessa”.

Non sono però mancati i momenti sgradevoli, come una particolare incursione di insetti. “C’è stata un’invasione di mosche. Sono entrate, hanno deposto le loro larve e io non me ne sono accorta, così sono finita improvvisamente per essere avvolta dalle mosche. Non era così poi così difficile, ma non certo salutare...”. La solitudine, d’altra parte, ha rappresentato un problema minore. Prima di entrare nella grotta, ha detto al suo team che non voleva che le si dicesse cosa stava succedendo fuori, anche se si fosse trattato della perdita di una persona cara. “Chi mi conosce e mi ama, mi rispetta per questo. Non c’è problema”.

Con la sua avventura, che sarà oggetto di un documentario della casa produttrice Dokumalia, arricchito dai video girati direttamente da Flamini sottoterra, nonché dai risultati degli studi che valuteranno le eventuali conseguenze psicologiche e di altra natura derivate dal lungo isolamento, la donna potrebbe aver infranto il record mondiale per il tempo più lungo trascorso in una grotta, sebbene il Guinness World Records non abbia ancora confermato il primato. Attualmente il record, che resiste da 50 anni, è di 103 giorni, ma con la sua impresa Flamini potrebbe aver superato anche il primato dell’italiana Cristina Lanzoni, di 269 giorni.

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