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Quello che mangiavano i tuoi bisnonni può avere effetti sulla tua salute: la scoperta di uno studio

Secondo un recente studio, una dieta povera di proteine potrebbe avere effetti negativi sulla salute dei discendenti fino a quattro generazioni successive. Nello specifico, sulle dimensione e il corretto funzionamento dei reni.
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L'alimentazione è un fattore chiave per la nostra salute: avere una dieta ricca di cibi ultraprocessati o carente di frutta e verdura può infatti aumentare il rischio di diverse malattie, perfino su quella mentale. Tuttavia, solo di recente gli scienziati si sono chiesti quali siano gli effetti della dieta di una persona sulle generazioni future: quello che ne è emerso supera di gran lunga le loro aspettative.

Un nuovo studio dell'Università di Tulane di New Orleans, Louisiana, ha rivelato che una dieta povera di proteine potrebbe avere effetti negativi sulla salute dei discendenti fino a quattro generazioni successive. In sostanza, questo significa che ciò che hanno mangiato i nostri bisnonni non solo potrebbe aver avuto un ruolo sul nostro stato di salute, ma perfino su quello dei nostri figli.

Gli effetti della dieta sulla salute dei reni

Per misurare la durata degli effetti dell'alimentazione di una generazione su quelle future, i ricercatori hanno fatto degli esperimenti su topi. Hanno così scoperto che la prole dei topi accoppiati nutriti con una dieta a basso apporto proteico aveva un peso alla nascita più basso e un maggiore rischio di problemi renali fino a quattro generazioni. Inoltre, anche quando gli scienziati correggevano la dieta nella seconda o terza generazione, gli effetti della malnutrizione della prima continuavano a manifestarsi nei loro figli.

I discendenti dei topi che erano stati nutriti male, con un apporto insufficiente di proteine, nascevano con reni più piccoli e con un numero di nefroni più bassi, condizione che rappresenta un importante fattore di rischio per problemi di salute come l'insufficienza renale e l'ipertensione. I nefroni sono infatti le unità microscopiche che svolgono la funzione fondamentale di filtrare il sangue e produrre l'urina. Dal loro corretto lavoro dipende in sostanza il buon funzionamento stesso dei reni.

Migliorare la dieta delle generazioni successive non funziona

"È come una valanga", hanno commentato i ricercatori, spiegando il meccanismo per cui questa influenza sembra resistere anche a modifiche e miglioramenti nelle diete successive. "Correggere la dieta in una qualsiasi delle generazioni successive – spiegano i ricercatori – non ha permesso di riportare lo sviluppo renale nella prole a livelli normali".Un risultato che sebbene avrà bisogno di essere confermato da altri studi sugli esseri umani rappresenta un fronte finora poco battuto dell'epigenitica, ovvero quel ramo della genetica che studia i cambiamenti genetici, ovvero nell'espressione dei geni, prodotti dai fattori ambientali ed ereditabili, che non trovano però un riscontro in mutazioni genetiche nella sequenza del DNA.

Inoltre, questo studio suggerisce che non solo l'alimentazione della madre, già nota per essere fondamentale per il corretto sviluppo del feto e anche per la salute del futuro bambino anche da adulto, ma anche quella del padre potrebbe avere un'influenza. Nello specifico, almeno in base a quanto emerso in questo studio, sull'ipertensione e sul rischio di malattia renale cronica, uno dei problemi di salute più diffusi nel mondo occidentale: in Europa ne soffrono circa 100 milioni di persone e solo in Italia interessa il 10% della popolazione.

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