Quanto tempo ci mettono i polmoni a tornare a respirare bene dopo aver smesso di fumare
Il fumo è uno dei principali fattori di rischio per molte malattie, non solo respiratorie, in quanto le conseguenze dell'inalazione delle sostanze tossiche prodotte dalla combustione delle sigarette si ripercuotono su diversi organi, come il cuore, l'esofago, ma anche il collo dell'utero o la vescica.
Tuttavia, i polmoni sono l'organo in cui sono più visibili i danni prodotti dal fumo: oltre a compromettere la funzione respiratoria, il fumo modifica infatti l'aspetto dei polmoni, che in un fumatore appaiono – spiega Fondazione Umberto Veronesi – anneriti, meno elastici e infiammati.
Sebbene alcuni danni sui polmoni causati dal fumo, soprattutto nei fumatori di vecchia data, siano irreversibili, smettere di fumare (in qualsiasi momento),resta sempre una delle più efficaci misure di prevenzione che possiamo mettere in pratica. Il nostro corpo comincia infatti a stare meglio praticamente da subito, ma è su tempi più lunghi che si misurano i miglioramenti più significativi, anche sullo stato dei polmoni.
Dopo quanto tempo i polmoni migliorano
Gli effetti benefici di smettere di fumare – spiega il portale del Ministero della Salute – iniziano già dopo 20 minuti dall'ultima sigaretta, con la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione. Dopo 12 ore, inizia a diminuire la nicotina e il monossido di carbonio nel sangue, mentre i livelli di ossigeno tornano a salire, migliorando la condizione di tutti i muscoli.
Già nell'arco di un periodo che può andare dalle due settimane ai tre mesi le funzioni polmonari migliorano, insieme alla circolazione del sangue. Dopo un mese diminuiscono tosse e affanno e dopo 3-9 mesi la funzione polmonare aumenta – spiega questo portale di informazione medica – del 10%.
Dopo 10 anni il rischio di ammalarsi di tumore ai polmoni si riduce fino alla metà di quello che in media si stima per un fumatore.
I polmoni di un ex fumatore sono in grado di rigenerarsi
Quando si smette di fumare, i nostri polmoni avviano infatti un processo che con il passare del tempo riesce a migliorare in modo sensibile la loro funzione. Oltre a bloccare i danni già causati dal fumo, secondo un recente studio condotto dal Wellcome Sanger Institute e dall'University College di Londra i miglioramenti riguarderebbero anche il Dna delle cellule.
Il loro studio sui genomi di 632 cellule prelevate da fumatori, ex-fuamatori e persone che non avevano mai fumato ha infatti rilevato come negli ex fumatori la presenza di cellule geneticamente sane fosse quattro volte maggiore rispetto ai fumatori. I ricercatori hanno poi mostrato come queste cellule sane siano in grado di rigenerare attivamente il rivestimento delle vie aree, ovvero l'epitelio, riducendo il rischio di cancro.
In un fumatore infatti il fumo causa mutazioni nel DNA nelle cellule che rivestono i polmoni. Tra queste ci sono anche quelle che in termini tecnici sono definite "mutazioni driver", ovvero un errore genetico che produce nella cellula un vantaggio di crescita. Man mano che si accumulano, queste mutazioni driver fanno aumentare il rischio di crescita incontrollata e quindi di tumore. Ma smettere di fumare potrebbe bloccare questo processo e favorire lo sviluppo di nuove cellule geneticamente sane.