Quanto sono resistenti le ossa umane e com’è possibile che Bagnaia non abbia riportato fratture
“Posso solo dire grazie”. È con queste parole che il campione del mondo della Ducati, Pecco Bagnaia, in un misto di sollievo e sconcerto, ha riconosciuto la grandissima componente di fortuna avuta nel terribile incidente dopo la partenza del GP di Catalogna. Questione di centimetri, che non solo hanno evitato che la KTM di Brad Binder lo colpisse all’altezza del casco o di altre parti vitali, ma che hanno anche scongiurato che il violento passaggio sulle sue gambe si traducesse in una o più fratture. Nonostante l’urto a gran velocità di una massa così pesante, gli esami medici hanno infatti escluso ogni frattura, riportando solo contusioni. Com’è possibile? Cosa ha salvato Pecco e quanto sono davvero resistenti le ossa umane?
Cosa sono le ossa e quanto sono resistenti
Le ossa sono un tessuto connettivo costituito da cellule viventi (gli osteociti) e da sostanza intracellulare, formata anche da sali di calcio, che conferiscono all’osso la sua caratteristica durezza. Nella matrice calcificata, vi sono parecchie fibrille, costituite da collagene, che rappresenta circa il 30% della struttura ossea, ma l’aspetto peculiare di tale struttura è la disposizione della sostanza intercellulare, organizzata in strati cilindrici concentrici, chiamati lamelle, che racchiudono un canale centrale che contiene i vasi sanguigni e prende il nome di canale di Havers: l’insieme del canale con le sue lamelle è detto sistema di Havers o sistema haversiano.
Le ossa della gamba, come tibia e femore, sono dette ossa compatte, in quanto i sistemi haversiani sono stipati fittamente l’uno vicino all’altro mentre i piccoli spazi vuoti sono riempiti da lamelle interstiziali, il che conferisce particolare elasticità e resistenza agli urti. Le fratture si verificano quando la forza dell’urto supera certi valori di resistenza ed elasticità delle ossa, dunque quando lo stress è tale da non poter essere “scaricato” e l’osso si rompe.
Per avere un’idea di come la struttura ossea conferisca resistenza basti pensare che, nel caso di una compressione, come quella sopportata da Bagnaia, la forza delle ossa (in assenza di problemi di salute o osteoporosi) è stimata in circa 1.400-2.100 kg per cm2. Eppure, a volte, urti molto meno gravi possono determinare una frattura, in quanto il rischio di frattura in sé dipende da una serie di fattori.
La direzione dell’urto e la componente personale
Uno dei fattori in gioco è la direzione della forza dell’urto, che può essere tale da essere completamente scaricata dalla struttura ossea, anche nel caso di impatti molto forti. In altre parole, la direzione dell’urto è decisiva per le ossa che, quando molto robuste, possono sopportare carichi che superano anche di 15-20 volte il peso corporeo.
Nel caso di Bagnaia che, al momento dell’incidente, indossava tra l’altro tuta, protezioni e stivali realizzati con materiali di costruzione italiana appositamente studiati per ridurre gli urti, la direzione dell’impatto è stata determinante, così come una grande differenza è stata fatta dalla componente personale del pilota, a partire dall’età (26 anni) – una fase della vita in cui l’attività costruttiva lamellare rende più spessa e più compatta la parte esterna delle ossa mentre il canale midollare interno si amplia.
A ciò si aggiunge la sua preparazione atletica, volta a rinforzare la densità ossea ma anche la muscolatura, curata come per tutti gli altri piloti dell’Academy di Valentino Rossi da Carlo Casabianca, che ha ridotto i rischi che si corrono nelle cadute accidentali.
Nei prossimi giorni, le condizioni di Bagnaia verranno ulteriormente valutate, in particolare per il dolore al coccige, come conseguenza dell’impatto contro l’asfalto dopo l’highside. Rivederlo in pista a Misano, per il suo GP di casa in programma tra meno di una settimana, sarebbe un altro miracolo, ma “faremo di tutto per cercare di tornare in pista” ha detto Pecco, che da leader del Mondiale cercherà in ogni modo di non deludere i suoi tifosi e mantenere saldo il comando della MotoGP.