Quanto durano gli effetti della cannabis, una ricerca rivela il tempo che serve a smaltire lo sballo
Se chiedessimo a 50 persone quanto durano gli effetti della cannabis, probabilmente avremmo 50 risposte diverse. Questo perché la durata degli effetti legati al consumo di cannabis dipende da diversi fattori, come la quantità di cannabis e il modo in cui viene consumata.
In altre parole, a seconda della dose di THC (il tetraidrocannabinolo, il principale costituente psicoattivo della pianta di canapa) ma anche della frequenza e di come la cannabis viene assunta (se fumata, svapata o ingerita), gli effetti del consumo durano per un periodo di tempo variabile, ma comunque nettamente inferiore alla permanenza media del THC nel sangue o nelle urine. Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Neuroscience & Biobehavioral Reviews, ha però voluto fare luce sulla questione, mostrando per la prima volta per quanto tempo i consumatori di cannabis a uso ricreativo o terapeutico sono soggetti agli effetti del THC.
Effetti e persistenza del THC nell'organismo
“Il THC – ha spiegato Iain McGregor, psicofarmacologo dell’Università di Sydney (USYD) in Australia – può essere rilevato nell’organismo per settimane mentre è chiaro che i suoi effetti durano per un periodo di tempo molto più breve”. Conoscere questo arco temporale significa non solo avere informazioni che possono aiutare i consumatori di cannabis a prendere decisioni responsabili sullo svolgimento di attività sensibili, come guidare dopo il consumo di cannabis, ma può fornire dati basati sull’evidenza per l’approvazione di leggi che riflettano al meglio la realtà degli effetti della cannabis.
“I nostri quadri giuridici – ha evidenziato McGregor – devono probabilmente essere adeguate e, come per l’alcol, concentrarsi sull’intervallo di tempo in cui i consumatori rappresentano un rischio maggiore per se stessi e per gli altri. Perseguire un procedimento giudiziario esclusivamente sulla base della presenza di THC nel sangue o nella saliva è manifestamente ingiusto”.
Quanto durano gli effetti della cannabis
Per calcolare quanto tempo durano gli effetti della cannabis, McGregor e i suoi colleghi della USYD hanno condotto un’analisi completa di 80 studi scientifici e identificato una “finestra di deterioramento” sulla base di 1.534 “esiti prestazionali” di persone che avevano consumato cannabis, ovvero valutando come queste persone si sono comportate alla guida o nello svolgimento di compiti cognitivi equivalenti nelle diverse fasi dopo l’assunzione della cannabis.
Come indicato, i risultati dell’analisi hanno mostrato che la durata degli effetti varia a seconda di diversi fattori, principalmente legati alla quantità di THC, al modo in cui la cannabis viene consumata (se inalata o ingerita) e se la persona è un consumatore occasionale e regolare di cannabis. È però anche emerso che, a seconda di questi fattori, gli effetti della cannabis possono persistere per un periodo compreso tra le 3 e 10 ore, durando fino a 10 ore quando vengono ingerite alte dosi di THC (superiori a 10 milligrammi).
In media, la durata degli effetti della cannabis è di 4 ore, in particolare quando “dosi inferiori di THC vengono fumate o vaporizzate e vengono intraprese attività più semplici” dicono i ricercatori. “Questo deterioramento può estendersi fino a 6 o 7 ore se vengono inalate dosi più elevate di THC e vengono valutate attività complesse, come guidare” ha precisato l’autrice principale dello studio, la dottoressa Danielle McCartney. I risultati suggeriscono anche che la maggior parte delle abilità legate alla guida possono tornare alla normalità entro cinque ore dall’inalazione di cannabis, anche se questo tempo può variare in relazione alla dose di THC.
Gli studiosi hanno inoltre osservato che, dopo aver consumato una stessa quantità di THC, i consumatori abituali di cannabis possono sviluppare una tolleranza e ottenere risultati migliori nei compiti cognitivi rispetto ai consumatori occasionali. “Abbiamo scoperto che gli effetti sono molto più prevedibili nei consumatori occasionali rispetto ai consumatori abituali, che mostrano invece una tolleranza significativa agli effetti della cannabis sulla guida e sulle funzioni cognitive, pur mostrando in genere qualche compromissione” ha aggiunto il co-autore della ricerca e farmacologo comportamentale Thomas Arkell, pur rilevando che i consumatori abituali spesso tendono a consumare più cannabis, ottenendo così un effetto equivalente.