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Quanti aerei servirebbero per spargere sabbia del Sahara sull’Italia e perché è un complotto assurdo

Per alcuni giorni i cieli d’Italia sono stati tinti di giallognolo a causa della diffusa presenza di polvere del Sahara, arrivata copiosa attraverso fenomeni atmosferici. Secondo i complottisti, tuttavia, sarebbero composti mortali – come le scie chimiche – sparsi deliberatamente dagli aerei. Ecco quanti velivoli servirebbero e perché è un complotto totalmente senza senso.
A cura di Andrea Centini
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Nei giorni scorsi i cieli d'Italia sono stati velati dalla sabbia – o più correttamente, dalla polvere – del deserto del Sahara, giunta copiosa dall'Africa attraverso fenomeni di circolazione atmosferica. I venti e le correnti ascensionali, infatti, sono in grado di sollevare il particolato più leggero a quote elevatissime permettendo un'agevole diffusione sull'Europa, come evidenziato da video e grafici diffusi da Copernicus. Lo scirocco, il vento da sud, può giocare un ruolo importante nel processo, ma non è fondamentale; questo perché i venti ad alta quota non seguono la direzione di quelli che avvertiamo noi sulla superficie terrestre. In altri termini, la polvere del Sahara può arrivare sulle nostre teste anche in assenza dello scirocco.

Questo fenomeno è ben noto sin dall'antichità, tuttavia ai giorni nostri può essere esacerbato – dal punto di vista della frequenza e dell'intensità – da perturbazioni nei cicli atmosferici indotte dal cambiamento climatico, a sua volta catalizzato dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti derivati dalle attività umane. Pur essendo chiare le ragioni per cui arriva questa “sabbia” del Sahara e perché è magnetica – contiene ossidi di ferro, come spiegato a Fanpage.it dal professor Riccardo Bertacco del Politecnico di Milano -, il fenomeno è diventato un nuovo cavallo di battaglia dei complottisti del web, che "non si allineano al pensiero unico come il gregge ma si fanno domande". Chiaramente, senza mai suffragare le assurde teorie propinate con uno straccio di prova o risultato empirico derivato da sperimentazione. In pratica, secondo i complottisti, questa sabbia sarebbe rilasciata segretamente da aerei sotto il controllo dei “poteri forti” per appestarci tutti con metalli pesanti e altri composti chimici. L'obiettivo finale, secondo i complottisti, sarebbe quello di sfoltire la popolazione mondiale e alterare il clima. Insomma, vogliono ammazzarci con scie chimiche, polvere del Sahara, vaccini e altri improbabili metodi.

Il Golfo di Napoli coperto dalla polvere del Sahara. Credit: Fanpage.it
Il Golfo di Napoli coperto dalla polvere del Sahara. Credit: Fanpage.it

Al netto dell'assurdità di un complotto globale tra politici, piloti ed enti di tutto il mondo – che evidentemente ucciderebbe pure loro e le loro famiglie, con questi presupposti -, spieghiamo perché non ha il minimo senso pensare che degli aerei stiano spargendo sabbia su tutta l'Italia (e altri Paesi d'Europa). Concentriamoci sul nostro Paese, che ha un'estensione pari a circa 302.000 chilometri quadrati. La arrotondiamo a 300.000 km2 per motivi di comodità. Ora, tenendo presente che la polvere sahariana è caduta su tutto lo Stivale, se solo ne fosse caduto un singolo grammo per metro quadrato, per coprire 1 chilometro quadrato ne servirebbe una tonnellata esatta (1 milione di grammi). Per tutta l'Italia, dunque, si ottengono ben 300.000 tonnellate di polvere del Sahara. Davvero tanta. E stiamo parlando di un arrotondamento per difetto. Perché osservando i video tanto cari ai complottisti, nei quali spostano coi magneti al neodimio la polvere del Sahara dalle carrozzerie delle auto, si tratta molto più di 1 grammo per metro quadrato. Ma per il nostro calcolo manteniamoci sulle 300.000 tonnellate per coprire tutta l'Italia. La domanda è la seguente: quanti aerei servirebbero per spargere un quantitativo così mostruoso di "sabbia"?

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È un calcolo semplicissimo. Gli aerei di linea più comuni nei cieli d'Italia sono i Boeing 737 e gli Airbus A-320. Ipotizziamo che tra gli aerei di linea ci siano velivoli “canaglia” con le stive cariche di sabbia mortale da spargere sulle nostre teste. Ebbene, la versione cargo del Boeing 737 (il 737-800BCF, Boeing Converted Freighter) ha una capacità di carico di circa 23 tonnellate, come evidenziato da questo documento della società statunitense. È esattamente quella dell'Airbus A320P2F (Passenger-to-Freighter), la versione merci del famoso velivolo passeggeri. Per spargere 300.000 tonnellate di sabbia in un solo giorno sull'Italia servirebbero ben 13.000 (tredicimila, avete letto bene) di questi aerei. Considerando che il traffico aereo medio e quotidiano sull'Italia, secondo i dati dell'ENAV, è di circa 8.000 voli, questi 13.000 "aerei assassini" devono mimetizzarsi molto bene tra quelli di linea destinati al trasporto passeggeri. Di questi, per inciso, ne servirebbero centinaia di migliaia, visto che stiva e cabina e sono principalmente occupati da bagagli e persone.

A conti fatti, secondo la ridicola teoria dei complottisti dovremmo vedere gigantesche flotte di aerei affiancati mentre scaricano nel cielo enormi quantitativi di sabbia, rilasciando al contempo pure qualche scia chimica che non guasta mai. Perché per quanto si possa spiegare che si tratta di normalissime scie di condensazione o contrails, che si formano dal contatto tra il vapore acqueo (caldo) dei gas di scarico a contatto con l'aria fredda e a bassa pressione a migliaia di metri di quota, ci sarà sempre qualcuno pronto a dire che i poteri forti ci stanno ammorbando. O che magari stanno alterando di proposito il clima con il "cielo lattiginoso". Senza dimenticare che lasciamo pure noi le "scie chimiche" dalla bocca, quando respiriamo all'esterno in una fredda giornata d'inverno (il principio fisico è il medesimo).

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Mancanza di conoscenze scientifiche di base, manipolazione da parte di chi ha interessi economici (o di altro tipo) e disinformazione creata ad arte sul web sono tutti gli amari ingredienti dietro la miscela esplosiva di queste assurde teorie del complotto, che si nutrono dell'ingenuità per perpetuarsi e dilagare. Non senza danni, vista anche la valanga di insulti e minacce che ricevono costantemente ricercatori, divulgatori scientifici e semplici utenti che si informano su fonti autorevoli.

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