Quando si supera la soglia dell’obesità: i nuovi parametri proposti da un gruppo di esperti
Oggi nel mondo più di un miliardo di persone è affetto da obesità, un numero che secondo gli esperti è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Ma cosa significa esattamente obesità e quali sono i parametri in base ai quali si stabilisce se una persona è obesa o meno?
Secondo una commissione internazionale, che ha riunito 56 esperti di obesità da tutto il mondo, la modalità standard oggi utilizzata per calcolare l'obesità o il sovrappeso di una persona non sarebbe più adeguato perché non adatto a valutare le singole specificità, fisiche e di salute, del singolo. Per questo motivo, il gruppo di ricercatori, guidato dal King's College di Londra, ha proposto in questo articolo, appena pubblica sulla rivista Lancet, una nuova definizione di obesità e nuovi criteri di diagnosi.
Come si misura l'obesità oggi
Finora le linee guida internazionali si basano sostanzialmente su un valore: l'IMC (Indice di massa corporea), in inglese BMI (Body Mass Index), che si calcola semplicemente dividendo il peso in chili di una persona per la sua altezza al quadrato in metri. Una persona adulta – spiega il portale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) – è considerata in sovrappeso se ha un IMC compreso tra 25,0 e 29,9 kg/m². Siamo all'interno della condizione di obesità se l‘IMC è uguale o superiore a 30 kg/m². Questo schema di valutazione si applica alle persone adulte sopra i 18 anni.
Perché per molti esperti l'IMC non è più sufficiente
La commissione che si è occupata di indagare gli eventuali limiti dell'attuale definizione di obesità parte da una premessa fondamentale: mentre oggi c'è sostanziale accordo – spiega lo studio su Lancet – sul fatto che l'obesità sia un segnale predittivo di diverse malattia, l'idea secondo cui questa condizione sia una malattia a sé fa più fatica ad essere accettata universalmente.
Tuttavia, essendo l'obesità una delle più allarmanti emergenze sanitarie del nostro tempo, secondo gli esperti è fondamentale rivalutare i parametri oggi utilizzati per diagnosticarla, in quanto "le attuali misure dell'obesità basate sull'IMC possono sia sottovalutare – aggiungono gli esperti – che sopravvalutare l'adiposità e fornire informazioni inadeguate sulla salute a livello individuale".
Il peso da solo non è un'informazione sufficiente
Fin dall'inizio del loro lavoro, i ricercatori erano d'accordo su un punto: l'indice di massa corporea da solo non dice molto sulla salute della persona. Questo valore può essere infatti influenzato da diversi fattori slegati dall'effettiva quantità di tessuto adiposo presente, in quanto il peso dipende anche dai muscoli e dalle ossa. Quindi ad esempio una persona molto robusta, magari uno sportivo professionista, potrebbe superare la soglia dell'IMC senza avere effettivamente un problema di obesità.
Inoltre, il rischio di salute legato al peso dipende anche dalla distribuzione del grasso nel corpo: sappiamo infatti che il tessuto adiposo concentrato attorno al giro vita è più pericoloso rispetto a quello distribuito in altre aree del corpo: infatti il grasso viscerale che si trova nel profondo dell'addome e avvolge gli organi può causare a lungo andare problemi di salute di vario tipo e mettere a rischio anche il cuore. Questo significa che una persona con IMC nella norma potrebbe comunque avere problemi di salute dovuti al peso. Con l'attuale misurazione questo tipo di problematica rischia quindi di passare in secondo piano e non essere intercettata.
Cosa potrebbe cambiare con la nuova proposta
A fronte di queste valutazioni, i ricercatori hanno proposto una nuova modalità di misurare il peso corporeo e diagnosticare la presenza o meno di obesità. Hanno distinto due categorie, obesità clinica e obesità preclinica, e stilato un variegato insieme di 18 criteri diagnostici per la prima (13 per i bambini). Questi criteri tengono insieme parametri oggettivi e soggettivi, ovvero eventuali sintomi che possono essere associati a un eccesso importante del peso corporeo. Tra questi ci sono fiato corto, insufficienza cardiaca, fegato ingrossato e anomali nelle ossa (nei bambini).
L'obesità preclinica è stata definita come quella condizione in cui l'eccesso di peso corporeo non ha causato problemi nella funzionalità degli organi né interferisce con le normali attività della persona. Tuttavia questa condizione rappresenta in genere un maggior rischio di sviluppare malattie cardiache, alcuni tumori e diabete di tipo 2.
Se una persona si trova in uno stato di obesità clinica dovrebbe aver diritto – propongono i ricercatori – a ricevere il trattamento più adatto alla loro condizione, come farmaci, supporto alla dieta e al cambiamento nelle abitudini quotidiane, ma anche l'accesso alla chirurgia bariatrica. Allo stesso modo, anche le persone con obesità preclinica dovrebbero ricevere sopporto e assistenza sanitaria per prevenire il rischio di sviluppare futuri problemi di salute legati all'obesità.