Quando sarai piccola di Cristicchi spiegata dallo psicologo: quando i figli perdono la guida di un genitore

Simone Cristicchi con la sua canzone "Quando sarai piccola" ha portato sul palco dell'Ariston il racconto di uno dei momenti più delicati e complessi nella vita di un essere umano: il distacco e alla fine la perdita di un genitore anziano. Nel suo caso specifico, come lui stesso ha spiegato, la canzone racconta di "un fatto privato", ovvero la malattia della madre, "ma poi mi sono reso conto – ha detto Cristicchi – che questo è un argomento veramente universale, perché quando i nostri genitori, invecchiando, tornano a essere un po' i bambini, noi ci ritroviamo a doverli custodire con cura e attenzione, davvero come se fossero i nostri figli". Dalla sua canzone emerge non solo l'amore, ma anche la sofferenza inevitabile che questo implica: "Questo significa – ha aggiunto in cantautore – anche vedere il tuo punto di riferimento sgretolarsi e cambiare ogni giorno davanti ai tuoi occhi".
Dopo il primo ascolto alla prima serata del Festival, in molti hanno visto nella canzone il racconto della condizione che si trova a vivere un figlio di un genitore con la demenza – anche la Fondazione Alzheimer ha contatto Cristicchi per ringraziarlo – ma a questo proposito, lo stesso cantautore in conferenza stampa a Sanremo ha voluto specificare un punto: "È chiaro che nel testo di questa canzone io faccio riferimento al ricordo che svanisce, che viene a mancare, però credo che il senso di questo brano vada anche oltre una patologia. In realtà, parla del ciclo della vita. È quindi un messaggio quasi più spirituale che medico, patologico".
Ma cosa significa accettare che i propri genitori perdano il loro ruolo di guida e diventino piuttosto delle persone da accudire? Fanpage.it ne ha parlato con Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro.
Perché può essere così difficile e doloroso accettare il rovesciamento di ruoli tra figlio e genitore?
Per prima cosa sono fondamentali due premesse. La prima: le storie familiari sono uniche e quindi come una persona vive il rovesciamento dei ruoli dipende da una grande varietà di fattori: dalla trama e dalla storia familiare che ha avuto, dal tipo di legame che ha costruito con i genitori o dal supporto che ha sentito da parte loro crescendo. È importante specificarlo, perché non tutte le storie di genitorialità sono rosa e fiori e caratterizzate da un amore incondizionato.
E la seconda premessa?
A prescindere dal caso specifico di una malattia che può colpire il genitore, come nella canzone di Cristicchi, c'è da dire che dal punto di vista psicologico, il ribaltamento dei ruoli inizia molto presto oggi, molto prima dell’arrivo dell’anzianità del genitore. Quindi se non vogliamo relegare il discorso all'accudimento fisico dovuto a un deterioramento del corpo, nella società di oggi la dinamica genitori-figli comincia a rovesciarsi sempre prima, già dall'adolescenza, nel momento in cui si scoprono tutti i limiti dei propri genitori. Nel senso che, soprattutto in una società complessa come quella di oggi, nelle famiglie, sebbene i genitori provino ad ascoltare molto di più i figli di quanto succedeva in passato, in realtà fanno molta fatica a legittimare e a identificarsi con le emozioni dei figli, soprattutto in quelle più disturbanti, come la paura, la tristezza e la rabbia.
Quindi i figli si prendono cura dei genitori già prima che diventino anziani?
Certo, in parte è sempre stato così: come sanno molti adolescenti, la presa in carico emotiva dei genitori da parte dei figli inizia nel momento in cui esci dall'infanzia e ti rendi conto che devi prenderti carico delle fragilità di tuo padre o di tua madre, o comunque dei tuoi adulti di riferimento, più di quanto fai con le tue.
Tornando al caso specifico della canzone, qual è la parte più difficile nel vedere un genitore diventare anziano?
Nel rovesciamento dei ruoli nella fase dell'anzianità del genitore, è indubbio che la parte più complessa, e anche l'aspetto più importante della canzone a mio avviso, è accompagnare verso la morte chi ci ha dato la vita. Si tratta di un processo separativo ed evolutivo fondamentale nella vita di una persona, ma è anche vero che fa parte della capacità insita nell'essere umano di cogliere la morte come parte integrante della vita. D'altronde, la nascita stessa è un evento terribilmente vicino alla morte.
La morte di un genitore segna un passaggio nella vita di chiunque. Psicologicamente cosa comporta?
La morte di chi ci ha generato, soprattutto della madre, al di là degli stereotipi, come tutte le situazioni di crisi implica, un momento di evoluzione importante. Oltre a essere uno strappo drammatico, soprattutto se avviene in modo precoce quando il figlio è ancora molto giovane, la morte di un genitore, in ogni momento della vita, cambia e trasforma profondamente l'essere umano, a volte legittima parti della sua identità che fino a quel momento sono state negate. Ma, ovviamente, questo dipende dal vissuto di quella persona, da quanto si è sentito riconosciuto e legittimato nella sua identità.
Come diceva lei, non tutti i rapporti genitori-figli sono caratterizzati soltanto dall'amore. In questi casi può succedere che il figlio, pur accudendo il genitore anziano, provi anche sentimenti ambivalenti, come rabbia o senso di colpa?
Penso che oggi un tema enorme è la tendenza nella società di oggi a negare tutte le emozioni che ci disturbano. Si tratta di quelle stesse emozioni che sempre più spesso i genitori faticano a riconoscere e a legittimare nei loro figli, anche durante l'infanzia e l'adolescenza. Paura, rabbia e tristezza sono invece emozioni normali e sane. Penso che chi non ha mai sperimentato dei sentimenti di rabbia verso i genitori, probabilmente è perché in parte li ha negati.
Non tutti quindi potrebbero provare le stesse emozioni descritte da Cristicchi nella sua canzone?
Al di là della storia specifica raccontata nella canzone, che è la storia personale dell'autore, ci possono essere tante altre situazioni nel rapporto genitori-figli, anche nelle ultime fasi. Una canzone può attivare tantissime emozioni diverse, in base alla storia personale dell'individuo. La legittimazione dei sentimenti dipende dalla storia che ognuno di noi ha avuto con i propri genitori. La canzone esprime delle emozioni, non è per definizione oggettiva, e per questo in ognuno di noi può attivare sentimenti diversi in base al proprio vissuto.




