Quando arriveranno i nuovi farmaci contro l’Alzheimer, l’esperto: “Inizio di una nuova era”
Nel mondo sono circa 55 milioni le persone affette da demenza, quasi quanto l'intera popolazione italiana, e secondo le previsioni questo numero è destinato a crescere di anno in anno, con un aumento die casi anche nella popolazione giovanile. Un dato che non può essere sottovalutato, anche perché, al momento, non esiste ancora una cura definitiva per la malattia di Alzheimer, in assoluto la forma più comune di demenza, ma i risultati conseguiti negli ultimi anni nel settore della ricerca fanno ben sperare e presto potrebbero arrivarne dei nuovi.
Nel 2024 i primi farmaci per trattare i sintomi dell'Alzheimer sono diventati realtà in diversi Paesi occidentali, tra cui Regno Unito e Stati Uniti. Parliamo di lecanemab e donanemab, due anticorpi monoclonali che bloccano l'accumulo della proteina beta amiloide, uno dei fattori alla base del declino cognitivo proprio della malattia. Sebbene ancora ci sia molto da lavorare, la loro introduzione potrebbe segnare "l'inizio di una nuova era" nella lotta contro la demenza.
Perché potrebbe essere l'inizio di una nuova era
A salutarne con entusiasmo l'arrivo di questi primi farmaci è il professore Jeff Cummings, ricercatore di neurologia dell'Università del Nevada, che da tempo si occupa di Alzheimer. Al di là dei limiti che questi due farmaci ancora presentano, primo tra tutti non sono ancora coperti dal sistema sanitario e prevedono metodi di somministrazione complessi (iniezione sottocutanea), il fatto stesso che esistano rappresenterebbe un discrimine tra il prima e il dopo nel campo della ricerca sulla cura della demenza.
Come spiega questo approfondimento sul Guardian, infatti, il settore dei farmaci contro l'Alzheimer potrebbe presto offrire importanti risultati: nello specifico al momento ci sarebbero ben 127 medicinali in fase di sperimentazione. Nello specifico, la ricerca – spiega Cunnimings – punta a progettare farmaci orali, che potrebbero rendere più facili e accessibili le terapie. Ma partiamo da quelli oggi disponibili, almeno in alcuni Paesi del mondo.
Come funzionano i farmaci oggi disponibili
Il Lecanemab, approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) già nell'agosto 2023, nel novembre 2024 ha ricevuto il via libera, non senza qualche intoppo, anche dall'Agenzia europea dei medicinali (EMA), per alcune categorie di pazienti. Oggi è prodotto e venduto – nei paesi in cui è stato autorizzato – da due case farmaceutiche, Biogen ed Eisai con il nome di Leqembi.
Questo farmaco è un anticorpo monoclonale, cioè un anticorpo semi-sintetico sviluppato a partire da una vera immunoglobulina, che nei trial clinici si è rivelato in grado di rallentare il declino cognitivo proprio dell'Alzheimer, agendo contro uno dei meccanismi chiave che lo causano: questo medicinale è stato infatti progettato per colpire le placche di beta amiloide, che insieme ai grovigli di proteina tau, si depositano nel cervello causando la morte dei neuroni.
Secondo quanto riferisce Cummings, il lecanemab e donanemab, hanno dimostrato di riuscire a rallentare del 30% il declino cognitivo, come conferma, almeno per il primo, questo studio. Inoltre, tra i farmaci attualmente in fase di sperimentazione, si sta lavorando anche alla produzione di compresse di semaglutide, il medicinale progettato per curare il diabete e da qualche tempo approvato anche per il trattamento dell'obesità. Cummings, a capo della sperimentazione, ha spiegato al Guardian che c'erano buone ragioni per pensare che il farmaco sarebbe stato efficace nel ridurre lo stato infiammatorio, "uno degli aspetti fondamentali della malattia". I primi risultati potrebbero essere pronti già entro la fine di questo anno. Inoltre, è verosimile che a breve anche l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) dovrebbe pronunciarsi sull'approvazione di Lecanemab.