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Covid 19

Quando arriva in Italia il vaccino Covid di Novavax: come funziona e chi può farlo

Il vaccino proteico approvato dall’EMA sarà disponibile a partire dal primo trimestre 2022: previste due dosi a distanza di tre settimane. Ecco chi potrà farlo.
A cura di Valeria Aiello
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Via libera al vaccino anti Covid di Novavax, il nuovo vaccino proteico approvato dall’Agenzia europea del farmaco (EMA), il quinto approvato contro Sars-Cov-2 ma il primo basato sulla tecnologia delle proteine ricombinanti. L’efficacia al 90% è paragonabile a quella dei due vaccini a Rna (Pfizer e Moderna), utilizzando una tecnica conosciuta da decenni e impiegata anche per altri vaccini. Le prime dosi dovrebbero arrivare in Europa nei primi mesi del 2022.

Quando arriva in Italia e in Europa

Nuvaxovid – questo il nome del nuovo vaccino prodotto da Novavax –  arriverà in Europa, e quindi anche in Italia, a partire dal primi mesi del 2022. Gli Stati membri, secondo quanto fatto sapere dalla Commissione europea, hanno ordinato 27 milioni di dosi di Nuvaxovid, che arriveranno nel primo trimestre del nuovo anno, con la possibilità di acquistare altri 100 milioni di dosi nel corso del 2022 e del 2023. Con la raccomandazione per l’uso condizionato dell’Unione europea, Novavax sarà in grado di consegnare fino a 100 milioni di vaccini.

Chi può ricevere il vaccino Novavax e come funziona la somministrazione

Il vaccino proteico approvato dall’EMA prevede due dosi da somministrare con iniezione intramuscolare a distanza di tre settimane. Il vaccino potrà essere utilizzato negli adulti dai 18 anni in su e, presumibilmente, potrà essere impiegato come terza dose o booster eterologo.

Gli studi per valutare l’efficacia come booster sono ancora in corso, anche se uno studio pubblicato su The Lancet che ha confrontato la risposta anticorpale conferita dalla terza dose di sette diversi dopo il primo ciclo con Pfizer o Astrazeneca, Novavax si è mostrato sicuro ed efficace come terza dose.

Gli studi clinici finora condotti hanno riguardato solamente gli adulti, per cui il vaccino è stato autorizzato a partire dai 18 anni di età. Il nuovo vaccino proteico non è dunque approvato per i bambini e adolescenti, ma è ragionevole pensare che nei prossimi mesi Novavax condurrà test clinici anche nelle fasce di età inferiori, come accaduto per i vaccini a Rna messaggero.

Perché Novavax è diverso dagli altri vaccini

Novaxovid, sviluppato dall’azienda di biotecnologie americana Novavax, sfrutta la tecnologia delle proteine ricombinanti, una strategia diversa da quelle impiegate dagli altri vaccini anti-Covid, ben conosciuta e utilizzata da decenni per produrre vaccini, come quelli contro l’epatite B e nella pertosse.

Rispetto ai vaccini a mRNA, che istruiscono le nostre cellule a produrre la proteina Spike, e quelli a vettore virale che sfruttano un adenovirus per trasportare l’informazione, il vaccino di Novavax introduce direttamente una versione della proteina Spike di Sars-Cov-2 messa a punto in laboratorio in una linea cellulare di mammifero.

Quando una persona riceve il vaccino, il suo sistema immunitario identifica la proteina Spike come estranea, attivando la risposta immunitaria (anticorpi neutralizzanti e cellule T) contro di essa. Se in seguito una persona vaccinata entra in contatto con il virus, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike e sarà pronto ad attaccarla, proteggendoci dalla malattia.

I dati sull'efficacia e la variante Omicron

Come detto, i risultati degli studi clinici hanno mostrato un efficacia del 90%, paragonabile a quella dei due vaccini a mRNA, contro il Covid sintomatico. Il dato è stato confemato in due studi, che hanno arruolato 30mila partecipanti negli Stati Uniti e in Messico e altri 14mila nel Regno Unito.

Resta però l’incognita varianti, in quanto lo studio di fase 3 è stato condotto durante il periodo in cui circolava la variante Alfa. Buona anche la protezione contro la variante Delta, mentre contro la variante Omicron si dovranno attendere i dati sulla terza dose, ma è ragionevole attendersi un livello di efficacia pari a quello ottenuto dai vaccini a mRNA che codificano per la stessa proteina Spike del ceppo originario di Wuhan.

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